Piero Melograni
Rai, di tutto ma meglio
"Il Mondo"
13 aprile 1996, p. 106.

Abbacinati dai telegiornali, quasi tutti si dimenticano dell'informazione radiofonica. Fanno male a dimenticarsene sia perché la radio e' ascoltata da milioni di persone, sia perché svolge una funzione preziosa, talvolta insostituibile. Contro l'informazione radiofonica italiana, tuttavia, vanno tirati ben tre calci di rigore: per la scarsa potenza delle stazioni trasmittenti, per la confusione degli orari, per la latitanza nelle emergenze.

1) Gli italiani che si recano all'estero hanno sperimentato la notevole difficoltà di captare una stazione della Rai. Nella pur vicina Turchia una radio a transistor capta con facilità radio Mosca o la Bbc, i cui segnali giungono stabili e chiari. Le stazioni della Rai, viceversa, sono intercettabili con difficoltà e soltanto a notte fonda. Capita spesso di cogliere il segnale e poi di perderlo, per poi ritrovarlo e riperderlo in una continua e snervante altalena. I maggiori quotidiani italiani sono in vendita solo in poche città straniere. La stampa estera dedica alle faccende nostrane scarso o addirittura nessuno spazio. Soltanto la Rai potrebbe mantenere il legame tra l'italiano all'estero e la sua patria, ma possiede stazioni troppo deboli. Sembra che questa debolezza dipenda dal fatto che l'Italia, al termine della seconda guerra mondiale, si trovò tra le nazioni sconfitte e che una convenzione internazionale la volle punire anche "radiofonicamente". Ma se così è, sarebbe tempo di rimediare.

2) Il secondo grave difetto dell'informazione radiofonica deve essere trovato nel disordine con il quale i giornali radio sono trasmessi ogni giorno. Quelli di Rai Uno coincidono di solito con lo scoccare dell'ora. Ma non sempre. Alle 20 e alle 21 c'e' riposo. Quelli di Rai Due dovrebbero iniziare alla mezz'ora. Ma non sempre. Alle 9.30, alle 14.30, alle 20.30 e alle 21.30 c'e' silenzio. Da parte sua Rai Tre e' avarissima, con tre soli notiziari al giorno. Ne' tutti i radiogiornali della Rai sono completi. Spesso si limitano a poche notizie flash. Per di più, a causa della debolezza delle emittenti, anche all'interno dei confini italiani bisogna inevitabilmente cambiare stazione quando ci si trasferisce da regione a regione. Occorrerebbe pertanto pubblicare una complicatissima tabella capace di informare sugli orari, le diverse stazioni regionali e la diversa consistenza dei radiogiornali. Ma presumiamo che quasi tutti i viaggiatori si smarrirebbero di fronte a essa. Beati i francesi i quali, grazie a "France - infor", possiedono un programma nel quale i notiziari si susseguono ininterrottamente ogni quarto d'ora, aggiornandosi di continuo. Alcune autoradio sono oggi dotate di dispositivi che consentono di restare sintonizzati su un programma indipendentemente dalle località raggiunte durante i viaggi, e di non perdere i messaggi dell'Aci sulla percorribilità delle strade. Ma si tratta di strumentazioni destinate agli automobilisti e ancora poco diffuse.

3) Occupiamoci infine delle emergenze, vale a dire dei terremoti, delle alluvioni, delle eruzioni e così via, capaci di far mancare totalmente la corrente elettrica. Senza corrente i televisori non funzionano e in casi gravi non funzionano neppure i telefoni. Per diffondere notizie e istruzioni in grado di placare il panico e indicare alle popolazioni come comportarsi, non resta che la radio. Quasi tutti possiedono una radio a pile, che in queste emergenze continuerebbero perfettamente a funzionare. Ma nessuno ha ancora pensato a predisporre un servizio radio da utilizzare in queste circostanze eccezionali. Nel dicembre 1990 mi sono trovato nelle vicinanze dell'Etna durante un terremoto notturno che provocò vittime a Carlentini Siracusa . In quasi tutta la Sicilia orientale si diffuse il panico. Ma la Rai diede la prima notizia del terremoto soltanto dopo alcune ore e la diede errata. Quella notte, per fortuna, la corrente ritornò poco dopo la scossa e una tv privata di Catania, Tele - Etna, trasmise un'edizione straordinaria del suo giornale, che fornì notizie esatte e placò gli animi. Ma abbiamo il sospetto che le autorità romane non abbiano ancora capito che cosa potrebbe accadere in circostanze più gravi e quale aiuto la radio potrebbe assicurare.

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