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88 ss.
AKHENATEN DURANTE IL REGNO DEL
PADRE AMENOFI III
Neferkheprure-waenre-Amenhotep (Amenofi IV) salì sul
trono dEgitto alla morte del padre Amenofi III,
probabilmente nel 5° mese del calendario civile del 38°
anno di regno del padre (Genn. 1377 a.C.), se non si
ammette lipotesi della coreggenza, discussa più
sotto.
Nulla si conosce dell'infanzia di Amenofi IV, anche la
data ed il luogo di nascita sono sconosciuti.
A differenza dei suoi fratelli e sorelle, egli non
viene mai raffigurato nei monumenti del padre giunti fino
a noi, il che può esser dovuto al caso, ma può anche
riflettere il fatto che Amenofi IV era poco importante
prima dell'accesso al trono.
Alcuni elementi ci fanno pensare che egli non fosse il
figlio maggiore di Amenofi III, e che in un primo momento
non era stato designato come erede. La tomba 226 a Tebe,
che apparteneva ad uno scriba reale e attendente di
palazzo di Amenofi III, ma il cui nome fu cancellato,
mostra il proprietario della tomba seduto con quattro
ragazzi sul grembo. I ragazzi sono di dimensioni diverse
e quindi di età diversa. La didascalia vicina al ragazzo
più grande dice: "il vero figlio del re, da lui
amato, Akheprure". Questi è, probabilmente, il
figlio maggiore di Amenofi III, che morì prima di salire
al trono oppure perse il favore del padre. Questa ipotesi
è suffragata anche da una iscrizione che compare su una
frusta ritrovata nella tomba di Tutankhamun, e che cita
"il figlio del re, comandante delle truppe,
Thutmose". Questo nome compare anche su un monumento
di Menfi. Anche in questo caso, evidentemente, abbiamo a
che fare con un figlio di Amenofi III.
La mancanza di raffigurazioni del giovane Amenofi IV
può anche essere stata intenzionale: è possibile
infatti che egli venisse tenuto in disparte a causa del
suo aspetto sgradevole.
|
La sua fisionomia ci è
familiare grazie alle numerose raffigurazioni
realizzate nel corso del suo regno, seguendo lo
stile artistico "naturalistico" tipico
delletà di Amarna. Si potrebbe
obiettare che questo stile non fosse veramente
"realistico", ma che fosse piuttosto
"iper-realistico", ovvero che alcune
fattezze del sovrano (e dei suoi sudditi)
venissero deliberatamente esagerate in ossequio
ad alcune credenze religiose.
In ogni caso, laspetto peculiare di
Amenofi IV non può non colpirci: testa
allungata, mento prominente, labbra carnose,
occhi a mandorla, lobi delle orecchie allungati,
spalle strette, pancia rigonfia, bacino ampio in
maniera quasi abnorme, cosce grosse e gambe
sottili.
|
Alcuni esperti ritengono che questa
particolare conformazione possa derivare da una forma di
disordine endocrino in cui le caratteristiche sessuali
secondarie non si sono sviluppate, con la conseguenza di
eunuchismo.
IL PROBLEMA DELLA COREGGENZA
Il primo ad ipotizzare una coreggenza tra Amenhotep IV
e suo padre è stato W.M.F. Petrie, ancora alla fine del
secolo scorso, ma poca attenzione venne posta sulla
questione fino a quando uno studio di Fairman, uno degli
scavatori di El-Amarna, non riaprì la discussione.
Fairman presentò due tipi di testimonianze: cartellini
(dockets) datati all'epoca di Amenhotep III e ritrovati a
El-Amarna e iscrizioni che associano i nomi di Amenhotep
III e Akhenaten (il nome che prenderà Amenofi IV dopo il
5° anno di regno).
Il maggior sostenitore della teoria della coreggenza
è stato Cyril Aldred, che ha raccolto numerosi indizi
sull'argomento: (1) scene di tributi dalla tomba di Huya
e di altri funzionari, datate all'anno 12 di Akhenaten,
che risultano diverse dalle scene di tributo usuali e che
rappresenterebbero l'accesso al trono come sovrano unico
di Akhenaten nell'anno 12; (2) un gruppo di testi legali
che si estendono attraverso i regni di Amenhotep III e
Akhenaten; (3) una scena della tomba di Ramose, visir di
Akhenaten, dalla quale Aldred dedusse che Ramose venne
nominato alla sua carica mentre Amenhotep III era ancora
in vita; e (4) un cartellino datato proveniente da una
lettera di Amarna scritta immediatamente dopo la morte di
Amenofi III e ricevuta nell'anno due oppure nell'anno
dodici del regno di Akhenaten.
Dopo che l'Aldred ebbe esposto le sue teorie, molti
altri studiosi, tra cui Campbell e Redford, hanno puntato
l'attenzione sulla completa mancanza di doppie datazioni.
Il fatto che i nomi dei due re compaiano in uno stesso
testo non è una prova che Amenofi III fosse ancora in
vita. E' anche stato fatto notare che le lettere di
El-Amarna non fanno mai riferimento, in alcun modo, alla
coreggenza tra Amenofi IV e suo padre.
IL CULTO DELL'ATEN
Non esiste alcun fatto a suffragio dell'ipotesi che il
giovane Amenofi IV sia vissuto o abbia studiato ad
Eliopoli, sede principale del culto solare di Re
Horakhti, e che la permanenza in questa città abbia
influenzato le sue credenze religiose.
Il culto dell'Aten, ovvero del disco solare (il sole
inteso come entità fisica) non era del tutto nuovo
quando nacque Amenofi IV. Lo stesso Amenofi III fece
costruire una cappella (ora demolita) per l'Aten a
Karnak. Lo stesso palazzo reale di Amenofi III a Malqata
venne chiamato "Casa di Nebmaatre (che è) lo
splendore dell'Aten". La lancia da parata della
regina Tyi, madre di Amenofi IV, venne chiamata
"Splendore dell'Aten", mentre un reggimento
venne nominato "Splendore dell'Aten". Possiamo
quindi verificare che Amenofi IV non fu completamente
innovativo quando scelse l'Aten come sua divintà
d'adozione. Egli tuttavia portò l'idea
dell'identificazione tra sovrano e divinità fino agli
estremi, e vi aggiunse una nuova filosofia.
INIZIO DEL REGNO
Per un breve periodo, il nuovo regno non comportò
molti cambiamenti, né nelle convenzioni artistiche né
nelle pratiche rituali o religiose.
I lavori intrapresi da Amenofi III allinterno
del tempio di Amun a Karnak vennero continuati, e le
decorazioni fatte aggiungere dal nuovo re non si
discostano dalle convenzioni artistiche dei regni
precedenti. Lo stesso Amenofi IV compare in scene del
tutto tradizionali.
Nel corso degli anni successivi si assiste ad una
progressivo spostamento dell'enfasi verso il culto
dell'Aten. Tutto ciò culminerà nella celebrazione del
giubileo dell'Aten e nel clamoroso cambiamento del nome
del re in Akhenaten.
Una stele non datata da Gebel Silsila, che
probabilmente risale ai primi mesi del regno, fa
riferimento allinaugurazione di una cava di pietra
per il santuario bnbn di Karnak. In questo caso il
nome del re è ancora Amenhotep, cui viene aggiunta la
frase "il dio, sovrano di Tebe". E'
interessante notare però che la stele fa riferimento al
re come al profeta di Re Horakhte, mentre il bnbn
è dedicato a "Re Horakhte che gioisce
nellAten nel suo aspetto della Lucentezza che è
lAten". La stele menziona anche una corvée
che venne radunata per il taglio ed il trasporto della
pietra, sotto il controllo di alti ufficiali della corte.
I blocchi vennero probabilmente tagliati da personale non
specializzato ed erano di piccole dimensioni (i
cosiddetti blocchi talatat). La stele ci dimostra
che, per almeno un certo periodo dopo la morte di suo
padre, Amenofi IV non aveva ancora cambiato nome, e che
viveva ancora a Tebe.
La reverenza dimostrata verso Re Horakhte, il cui nome
era spesso associato a quello del disco solare, ci fa
tuttavia pensare che il re avesse già dato avvio ad
alcuni importanti progetti di rinnovamento. L'importanza
del progetto edile di cui si parla nella stele è
dimostrata dall'alto rango degli ufficiali che vennero
coinvolti, mentre luso di blocchi di piccole
dimensioni ci fa pensare che esso doveva essere
completato in gran fretta (i blocchi grandi, come quelli
usati per esempio da Amenofi III, richiedevano più tempo
per essere collocati).
Un primo clamoroso cambiamento ebbe luogo durante il
secondo anno di regno del re. LAten ora non appare
più nella forma tradizionale di Re Horakhte, ma è
raffigurato come un disco solare con i raggi. Il
"nome didattico" dellAten è ora
racchiuso in un cartiglio, ed acquista una titolatura
simile a quella regale. Uno degli epiteti aggiunti al
nome indica anche che lAten ha celebrato un
giubileo.
Nonostante i cambiamenti, le convenzioni artistiche
sono ancora legate alla tradizione. Almeno fino al
secondo anno di regno, le rappresentazioni della famiglia
reale sono ancora molto convenzionali, come testimoniano
per esempio le raffigurazioni di Amenofi IV e Nefertiti
realizzate per la tomba di Ramose a Tebe.
Una lettera di Tushratta re di Mitanni indirizzata a
Napkhuria (Amenofi IV) e ritrovata ad El-Amarna (EA 27),
venne in realtà ricevuta (molto probabilmente
nellanno due) quando la corte si trovava ancora a
Tebe, stando a quanto affermato da una nota ieratica
apposta sul bordo della lettera stessa. La lettera ci
conferma che Tadukhepa, figlia di Tushratta e sposa di
Amenofi III, era ora considerata sposata al figlio.
Singolare è la decisione di celebrare un giubileo in
coincidenza col terzo anniversario di accesso al trono.
Simili giubilei (feste sed) venivano celebrati,
solitamente, a partire dal trentesimo anno di regno, con
cadenza triennale. Può darsi che Amenofi IV sia stato in
questo influenzato dal padre.
Un'ampia serie di templi dedicati allAten venne
costruita in tutto l'Egitto, riflettendo il rapido
crescere del culto, ma la maggior parte di essi non è
sopravvissuta. La costruzione, in genere, venne condotta
in maniera molto frettolosa.
Anche Tebe venne interessata dall'energico programma
di costruzioni. I testi menzionano ben quattro strutture,
erette a partire dal secondo o terzo anno di regno, della
quali la più importante doveva essere la Gemet-pa-Aten
[?] ("il disco solare è ritrovato"). Migliaia
di blocchi utilizzati per la costruzione di questi
edifici vennero ritrovati allinterno dei piloni del
tempio di Karnak, ma anche a Luxor ed altrove, impiegati
dai successori di Akhenaten (soprattutto Horemheb) come
riempitivo. Si tratta di blocchi di arenaria (un
materiale relativamente tenero e facile da lavorare) che
mostrano evidenti segni di frettolosità ed una fattura
scadente. Sono noti col nome di talatat che gli è
stato assegnato dagli arabi del posto.
Solo in tempi recenti sono stati condotti degli studi
accurati sui talatat, visto che risultava
estremamente difficile stabilire la provenienza di
ciascun blocco. Gli studi condotti da D.B. Redford ed
altri hanno rivelato alcuni fatti sorprendenti, come per
es. la notevole diffusione delle scene di tipo militare
(nonostante il preteso "pacifismo" di
Akhenaten/Amenofi IV), ed il ruolo preminente giocato
dalla regina Nefertiti a questepoca.
NEFERTITI E LA FAMIGLIA REALE
Le origini di Nefertiti sono incerte: Vandier ha
ipotizzato che si trattasse di Tadukhipa, la figlia del
re di Mitanni Tushratta, già moglie di Amenofi III.
Tadukhipa sarebbe stata ribattezzata Nefertiti ("la
bellezza che è venuta") per via della sua bellezza.
E tuttavia più probabile che Nefertiti fosse di
origine egiziana, visto che ebbe una nutrice egiziana
(oltretutto una donna di alto rango), mentre si conoscono
anchei nomi di due sue sorelle (Mutnodjme e Benremut).
Forse si trattava della figlia di Ay e di sua moglie Tey.
Ay sarà il coreggente ed il successore di Tuthankhamon,
ed includarà tra i suoi titoli quello di "padre del
dio" (cioè del re). Un problema è rappresentato
dal fatto che Tey venne chiamata "nutrice della
grande consorte del re Nefertiti" e non viene mai
indicata come sua madre.
Nefertiti portò anche il titolo di "principessa
ereditaria, grande favorita" il che indicherebbe,
secondo Davies, che entrambe i genitori erano di sangue
reale. Pendlebury si spinse oltre ed ipotizzò che fosse
la figlia di Amenofi III e di Tyi (e quindi la sorella di
Amenofi IV). Questo sembra piuttosto difficile, poiché,
se fosse così, Nefertiti avrebbe sicuramente portato
qualche titolo che affermasse più chiaramente questa sua
origine.
La data del matrimonio con Amenofi IV non è
conosciuta. La mancanza di riferimenti a questo
avvenimento indica che forse venne celebrato prima
dellavvento al trono. La coppia reale ebbe in tutto
sei figlie. Le due maggiori, Merytaten e Meketaten,
nacquero prima dellanno 4, visto che compaiono in
alcuni rilievi tebani. Ad Amarna, le figlie sono spesso
raffigurate assieme ai genitori, in pose molto
naturalistiche tipiche dellarte dellepoca.
Nelle raffigurazioni amarnensi il re e la regina hanno
le stesse dimensioni, diversamente dai canoni
tradizionali che prevedevano che il re avesse dimensioni
considerevolmente superiori a quelle di tutti gli altri,
regina compresa.
LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA
CAPITALE
Nel corso del quarto anno di regno (oppure del sesto
anno) il re trasferì la capitale da Tebe al sito noto
col suo nome moderno di Tell el-Amarna. La decisione si
spiega, verosimilmente, con le tensioni sorte tra il re
ed il clero di Amun, a causa della crescente enfasi posta
sul culto dellAten. Questo permetteva anche di dare
una sede ufficiale al culto dellAten, che mancava
fino ad allora.
La cosa, al di là dei contenuti religiosi, aveva
anche evidenti riflessi pratici: basti pensare alle
notevoli entrate fiscali richieste dai numerosi templi
dellAten in costruzione, che probabilmente andavano
a scapito di quelle dei templi di Amun.
La decisione di spostare la capitale in un nuovo sito,
posto a metà strada tra Tebe e lantica capitale
Menfi, rappresenta un'aperta rottura con le antiche
tradizioni e la base dei poteri sacerdotali. É noto
tuttavia che anche il padre creò una nuova capitale,
Malqata, ad ovest di Tebe.
Il sito venne forse scelto perchè risultava
facilmente difendibile, stretto comera tra le
montagne della riva destra del Nilo ed il fiume, e
perchè poteva essere facilmente approvvigionato dalla
ampie distese di terra coltivata presenti sullaltro
lato del fiume.
Le nostre informazioni sulla nascita della nuova
città provengono dalle steli confinarie erette ai
margini della città stessa ed oltre il fiume. Ci sono
due serie di steli, che registrano due distinte visite
del re al sito.
La prima visita ebbe luogo nel 13° giorno
dell8° mese dellanno 4 (oppure 6). È
registrata su tre steli collocate sulle scogliere a sud e
a nord della città. Il re, che era accompagnato dalla
moglie Nefertiti, convocò i suoi cortigiani ed alti
ufficiali, e gli mostrò loro il sito. Akhenaten affermò
che era stato lAten a riverarglielo (e ciò sanciva
il riconoscimento divino della città). Il re giurò che
avrebbe costruito Akhetaten in quel posto e in nessun
altro, anche se la regina o altri avesserto tentato di
persuaderlo di costruirla altrove. Quest'affermazione è
indicativa del fanatismo del re, ma forse è l'indizio di
qualche iniziale opposizione da parte di alcuni circoli
di potere vicini al re. Akhenaten continuò proclamando
solennemente che nella nuova città avrebbe costruito una
serie di palazzi, tra cui la "casa
dellAten", la "residenza
dellAten", la "casa del giubilo/esultanza
dellAten", e i palazzi per sé e per la
regina. I nomi di questi edifici probabilmente
rispecchiano quelli dei templi di Tebe. Egli dichiarò
anche che una tomba sarebbe stata scavata sulle pendici
rocciose ad oriente della città, per lui, per la regina
e per la sua figlia maggiore Meritaten. Se qualcuno di
loro fosse morto altrove, i suoi resti sarebbero stati
trasportati ad Akhetaten. Quest'affermazione non è per
niente inaspettata, visto che anche Amenhotep III fece
costruire una tomba per sé, per la regina Tyi e per la
loro figlia maggiore Sitamun. Il toro Mnevis, che era
sacro al culto del sole, era pure destinato alla
sepoltura sulle colline orientali, e ciò rappresenta
unesplicita indicazione del fatto che Akhetaten
doveva subentrare ad Eliopoli come centro principale del
culto solare. Il re terminò il suo discorso assicurando
che anche ai cortigiani sarebbero state fornite tombe
nelle colline orientali, ed ammonì che sarebbe stata una
cosa malvagia se essi non fossero stati seppelliti vicino
al re. Il re intendeva quindi ritornare alle usanze
dellantico regno, e cioè di concedere ai nobili di
essere seppelliti accanto al re (si pensi per es. alle
mastabe che circondano la piramide di Cheope). L'ultima
affermazione sta invece ad indicare che alcuni cortigiani
erano preoccupati allidea di abbandonare i loro
terreni di sepoltura tradizionali, a Tebe.
Due anni più tardi, allanniversario della prima
visita, la famiglia reale visitò di nuovo la città. In
questa occasione vennero erette alcune steli su ambo i
lati del fiume, delimitando così le dimensioni esatte
del sito e definendo i confini della città. Il re giurò
di non oltrepassare questi confini. Da questa singolare
affermazione alcuni studiosi hanno dedotto che il re
intendesse rinchiudersi nella città, senza mai più
lasciarla. Tuttavia, il senso del giuramento era
probabilmente che la città non sarebbe stata estesa
oltre i confini appena tracciati, e la cosa doveva avere
anche qualche significato fiscale (il re affermò che la
gente ed i prodotti dellarea sarebbero stati
dedicati allAten).
Nel periodo tra le due visite venne costruita gran
parte dellarea centrale della città, e numerosi
ufficiali di stato vi si trasferirono.
CAMBIAMENTO DEL NOME
Verso questepoca il re cambiò il proprio nome
in Akhenaten. Il nome Amenofi è compare su alcuni papiri
da Kom Medinet Ghurab, datati allanno 5, che
menzionano offerte a varie divinità (incluso Ptah). Le
steli confinarie appena citate, invece, usano il nome
Akhenaten. Più o meno nello stesso periodo Nefertiti
ricevette il titolo di Neferneferuaten, mentre i titoli
dellAten vennero modificati per indicare che era
stato celebrato un secondo giubileo.
GLI AVVENIMENTI DELLANNO 12
Poco si conosce del periodo successivo, fino
allanno 12, quando Akhenaten celebrò una fastosa
cerimonia pubblica, probabilmente in occasione di un
giubileo.
La festa è raffigurata in due tombe del gruppo
settentrionale di Amarna: nonostante alcune differenze
nei dettagli, le scene concordano nel rappresentare il re
e la regina, accompagnati dalle sei figlie, mentre
ricevono i doni portati dai rappresentanti delle diverse
regioni assoggettate allimpero.
Come abbiamo già visto, per i sostenitori della
teoria della coreggenza questa cerimonia rappresenta
linizio del regno di Akhenaten come sovrano unico
dellEgitto dopo la morte del padre.
Attorno a questepoca (o forse già verso
lanno 9) la regina madre Tyi si trasferì ad
Akhetaten, accompaganta dalla figlia minore, Baketaten.
Le loro case sono menzionate su alcune etichette di giare
di Amarna. Lattendente di Tyi, Huya, fece costruire
una tomba nella quale Akhenaten è raffigurato accanto a
sua madre Tyi. Akhenaten le donò anche una
nuova fornitura funeraria, conforme ai nuovi canoni
religiosi. Probabilmente una nuova tomba per Tyi venne
scavata nella zona orientale, dove venne ritrovato il
frammento di un sarcofago in granito rosso con il suo
nome.
E chiaro dai titoli utilizzati dallanno 12
in poi che il dogma religioso venne considerevolmente
raffinato. Il nome "didattico" dellAten
venne modificato: in precedenza il nome veniva
rappresentato dal geroglifico del disco solare, combinato
con il simbolo del falcone, e ciò indicava Ra nel suo
aspetto di Horakhte, cioè di colui che sorge e tramonta
sullorizzonte. Da ora in poi venne invece
utilizzato il simbolo del disco solare sormontato da un
bastone pastorale, che aveva un significato più astratto
("Ra signore dellorizzonte").
Già dall'anno 9, le parole che includevano
geroglifici di divinità erano state modificate n modo da
utilizzare solo segni fonetici così da evitare qualsiasi
riferimento ad altri dèi.
Le rappresentazioni del dio in forma di animale
vennero abolite, e gli epiteti vennero modificati per
indicare la celebrazione di un terzo giubileo.
I cartigli ed i giubilei dellAten tendono ad
identificare lAten con il re, ed i giubilei
attribuiti allAten evidentemente riflettono i
giubilei del re. In questo modo, la divinizzazione del
faraone riceve uno sviluppo ulteriore. Questo è evidente
anche nelle tombe, dove Akhenaten è raffigurato mentre
adora lAten, ma il popolo è sempre rappresentato
nellatto di adorare il re. E interessante
notare che nelle raffigurazioni i raggi del sole sono
sempre rivolti verso il re e la sua famiglia.
E' chiaro che questo apparato celebrativo e
raffigurativo era stato pianificato accuratamente allo
scopo di rafforzare la posizione del faraone.
Leliminazione delle immagini divine dalle
iscrizioni geroglifici fece presagire la furia
iconoclasta degli ultimi anni del regno, quando i
nomi e le immagini degli dèi vennero scalpellate in
tutto lEgitto, fino al punto di deturpare i
cartigli del padre.
E difficile valutare lampiezza
dellinfluenza di Akhenaten e delle sue nuove
concezioni. Stando alle iscrizioni tombali di el-Amarna
(vedi per es. le tombe di Tutu e Meryre), i sudditi di
Akhenaten abbracciarono entusiasticamente la nuova fede.
E tuttavia logico che gli abitanti della nuova
città costituissero i ranghi più compatti dei devoti
della nuova fede. Per di più, nei due casi citati si
tratta di cortigiani del re, che presumibilmente
appoggiavano le nuove tendenze in maniera non del tutto
disinteressata.
Al di fuori di el-Amarna il culto dellAten si
diffuse in maniera più incerta. Basta spostarsi nel
vicino villaggio degli operai che lavorarono
alledificazione di el-Amarna per trovarvi numerosi
amuleti di Bes, una divinità domestica molto amata, e di
Tauert, occhi di Horus, teste di Hathor, ecc. Nelle tombe
nei pressi del villaggio compaiono alcune preghiere
rivolte ad Amon, Aten, Shed e Isis, mentre nei nomi
propri lelemento Amun è altrettanto frequente di
Aten. Da queste e da altre indicazioni si è dedotto che
la gente comune, da una parte all'altra dellEgitto,
rimase poco influenzata da questa nuova fede, che ebbe,
come vedremo, una durata molto limitata. Un altro
elemento significativo è rappresentato dalla prontezza
con cui i devoti del nuovo culto abbandonarono Akhetaten
per far ritorno a Tebe e ai vecchi dèi subito dopo la
morte di Akhenaten.
Questi repentini cambiamenti di orientamento religioso
da parte delle schiere dei cortigiani non debbono
sorprendere più di tanto. E evidente che la
maggior parte della popolazione egizia preferiva
dedicarsi ai suoi culti domestici, e non metteva molto
spesso piede nei templi.
LA CORTE
La corte di Amarna ci è nota soprattutto dalle tombe
dei nobili, che sono ricche di raffigurazioni e di
iscrizioni. Uno dei funzionari di Akhenaten, Parennufe,
seguì il re nella nuova città dopo aver abbandonato
Tebe e la tomba che avava iniziato a costruire in quella
città. La tomba è decorata in parte con lo stile
tradizionale ed in parte nello stile amarnense.
Da unaffermazione di Panehsy, in cui Akhenaten
viene detto uno che "fece i principi e formò gli
umili", e che aggiunge "quando ancora non
conoscevo la compagnia dei principi, divenni un intimo
del re". Queste affermazioni hanno fatto pensare che
Panehsy fosse di umili origini e venne promosso ai ranghi
più alti dellimpero grazie allapertura di
Akhenaten. Tuttavia, bisogna tener conto che
nellantico Egitto attribuire il merito del proprio
successo ai propri superiori (ed in particolare al re)
era una questione di fair play.
LA PARTE FINALE DEL REGNO
Ci sono etichette di giare datate fino al 17° anno,
ma è molto difficile datare gli avvenimenti successivi
allanno 12. Fu un periodo tumultuoso per la
famiglia di Akhenaten, che conobbe numerosi lutti e
alcuni mutamenti di potere.
Il primo avvenimento tragico è stata la morte della
seconda figlia di Akhenaten, Meketaten. Il lutto del re e
della consorte Nefertiti sono rappresentati
allinterno della tomba reale di Amarna, con scene
molto realistiche. La raffigurazione di una nutrice
mentre sostiene un bambino appena nato ha fatto supporre
che la principessa sia morta durante il parto. Alcuni
studiosi hanno sostenuto che il padre fosse lo stesso
Akhenaten, ma non ci sono prove a sostegno di questa
ipotesi.
Qualche tempo dopo la morte di Meketaten anche la
regina Nefertiti scomparve dalla circolazione. Gli
scavatori di El-Amarna hanno notato che la tomba reale
era stata preparata per la sua sepoltura, e si è quindi
dedotto che la regina fosse deceduta prima del suo
consorte.
Nel complesso del Meruaten tutte le ricorrenze del
nome di Nefertiti sono state rimpiazzate con quelle della
figlia Merytaten. In alcuni casi è stato modificato
anche il volto delle dame regali.
Il nome della regina è stato rimpiazzato da quello
della figlia anche allinterno dellespressione
"madre di Merytaten", con il risultato di
ottenere una frase incongruente del tipo "Merytaten
madre di Merytaten". Questo ha fatto ipotizzare che
la regina fosse caduta in disgrazia. Questa ipotesi,
tuttavia, resta piuttosto dubbia, visto che il nome e le
immagini di Nefertiti non vennero cancellati o distrutti
in maniera sistematica al di fouri del complesso di
Meruaten.
Nel palazzo settentrionale la situazione è piuttosto
intricata. Il nome di Akhanaten qui compare o da solo
oppure assieme a quello di Smenkhkare e Merytaten (che in
qualche caso venne forse scritto sopra quello di
Nefertiti).
Molt e etichette di giare di vino però portano il
nome di Nefertiti. In tutta larea settentrionale
della città il nome della regina compare frequentemente,
da solo oppure assieme a quelli di Tuthankhamun e della
consorte Ankhesenpaaten, ma mai assieme a quelli di
Akhenaten e di Smenkhkare. Questo potrebbe far pensare
che la regina fosse stata confinata in questarea
della città dopo che era caduta in disgrazia. Redford ha
formulato lipotesi che la regina avesse abbandonato
la città, e che vi fosse ritornata dopo la morte del re
per risiedervi con Tuthankhamun e la figlia
Ankhesenpaaten.
In ogni caso, Marytaten sostituì definitivamente la
madre in ogni sua funzione, visto che, come sembra
probabile, diede una figlia ad Akhenaten,
Merytaten-tasherit. Marytaten venne successivamente
rimpiazzata, negli affetti del re, dalla sorella
Ankhesenpaaten. Marytaten, nel frattempo, era andata in
sposa a Smenkhkare, che diverrà il coreggente di
Akhenaten, come vedremo più sotto.
LA FURIA ICONOCLASTA CONTRO GLI
ALTRI DEI
Nel corso della parte finale del regno, in tutto
lEgitto, venne attuata una sistematica distruzione
delle immagini divine, soprattutto quelle di Amun, mentre
i nomi di tutte le divinità ad eccezione dellAten
vennero cancellati dalle iscrizioni. Alcuni elementi
fanno pensare che questo piano venne avviato solo nella
parte finale del regno. Nel santuario che il re fece
costruire per la madre Tyi, il consorte di Tyi è
chiamato col suo nomen Amenhotep (contenente
lelemento Amun-), che però venne successivamente
cancellato e sovrascritto in vernice rossa con il prenomen
Nebmaatre. Ora, questo santuario va datato allanno
9 o più tardi (dopo che la regina Tyi si trasferì ad
Amarna), visto che il nome dellAten è scritto con
la forma più recente. Una prova più labile è
costituita da un anello ritrovato nei pressi della tomba
reale, e probabilmente appartenuto ad una dama della
famiglia morta non prima dellanno 14. Lanello
porta la scritta "Mut signora del cielo"
una scritta di questo tipo non sarebbe stata ammessa dopo
linizio della distruzione, tantopiù su un anello
appartenente ad un membro della famiglia reale.
LA FINE DEL REGNO DI AKHENATEN
Lultima data conosciuta del regno di Akhenaten
è quella allanno 17, proveniente da una giara di
vino. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che il re fosse
stato ucciso, ma non ci sono prove in questo senso, visto
che il corpo non è stato ritrovato. Gli scavi condotti
alla tomba reale hanno accertato che non vi è stato
seppellito. La cassa canopica destinata a contenere le
viscere del re rimase inutilizzata, così come il
sarcofago in granito, che venne ritrovato ridotto in
frantumi.
IL "GIALLO" DELLA TOMBA
N. 55
Il corpo di Akhenaten venne probabilmente seppellito
nella tomba 55 della necropoli reale di Tebe. Si tratta
di una tomba il cui scavo era stato in un primo tempo
abbandonato a causa di una fenditura nella roccia. Quando
venne scoperta, nel 1907, il contenuto risultava
notevolmente danneggiato, sia a causa delle infiltrazioni
dacqua che a causa di alcune intrusioni avvenute in
antichità.
Il grosso sacello ligneo che racchiudeva la sepoltura
era stato smantellato. Alcuni pezzi si trovavano ancora
allinterno della camera sepolcrale, mentre altri
erano stati spostati lungo il passaggio dingresso,
che quindi risultava ostruito. Vi erano oggetti sparsi un
po ovunque: pezzi di legno, gioelleria, collane,
mattoni magici. In un angolo della camera sepolcrale vi
era una sarcofago danneggiato, aperto, con una mummia al
suo interno. La mummia aveva il braccio sinistro
ripiegato sopra il petto e quello destro dritto lungo i
fianchi, come si usava per le sepolture femminili. La
testa era stata deliberatamente staccata.
Il sacello di cui si è parlato, così come molti
altri oggetti, permettevano di identificare la sepoltura
con quella di Tyi. R.N. Reeves prospettò lipotesi
che, dopo esser stata abbandonata dal suo costruttore a
causa dei difetti nella roccia, la tomba venne utilizzata
per la sepoltura di Tyi, cui appartiene il sacello
ritrovato al suo interno, che originariamente doveva
contenere il sarcofago con il corpo di Tyi. Dopo esser
stata sigillata, la tomba venne riaperta per inserirvi il
sarcofago e la mummia che saranno poi ritrovati dagli
scavatori. Questa prima intrusione ebbe luogo subito dopo
la morte di Akhenaten, visto che i sigilli utilizzati per
richiudere la tomba recano il nome di Tutankhamon. La
tomba venne successivamente riaperta, per asportarvi il
sarcofago di Tyi. Il sacello venne abbandonato, dopo
essere stato smantellato, perché risultava troppo grande
per essere portato fuori dalla stretta apertura praticata
in quelloccasione. Il sarcofago con il corpo di Tyi
venne quindi collocato allinteno della tomba del
consorte Amenofi III, assieme alla figlia Sitamun (la
mummia di Tyi verrà poi ritrovata nella tomba di Amenofi
II). In effetti, sul sacello di Tyi ritrovato nella tomba
55 originariamente compariva il nome di Akhenaten, che
era stato sovrascritto con quello di Amenofi III. La
mummia rimasta allinterno della tomba venne
profanata e maltrattata: la testa venne staccata e il
nome di Akhenaten venne cancellato dal sarcofago, che
venne lasciato aperto. La tomba, infine, non venne
neppure risigillata. Non è chiaro chi mise in pratica
queste profanazioni, se Tutankhamon stesso o altri: sta
di fatto che un paio di secoli dopo, allepoca della
XX dinastia, la tomba venne definitivamente ricoperta dai
detriti prodotti durante lo scavo delle tombe degli
ultimi ramessidi.
Il sarcofago rinvenuto allinterno della tomba
era stato originariamente preparato per una donna di nome
Kiya, definita "grande moglie amata da
Akhenaten", evidentemente una concubina reale. Il
testo del sarcofago venne successivamente modificato in
modo da riferirsi ad Akhenaten stesso. Gli scavatori
parlano di alcune lamine doro che vennero ritrovate
allinterno del sarcofago, e che portavano il nome
di Akhenaten. Tuttavia, queste lamine andarono smarrite,
ed il contesto in cui vennero ritrovate non è molto
chiaro. Lo scavo venne condotto in maniera approssimativa,
quasi furtivamente, e questo impedisce una corretta
valutazione di molti dei reperti.
Due "mattoni magici" ritrovati
allinterno della tomba portano il nome di Akhenaten
"Neferkheperure Waenre", che viene definito
"Osiride". Il fatto che si menzioni questa
divinità può indicare che i mattoni vennero fabbricati
nella prima parte del regno, o, più facilmente, dopo la
morte di Akhenaten. I mattoni magici, comunque, indicano
che la tomba n. 55 contenne il corpo di Akhenaten (o
quello che si pensava fosse il corpo di Akhenaten). A
questo punto si può ipotizzare che il corpo del re venne
spostato dal luogo della sua sepoltura originaria, che
rimane sconosciuto, e collocato allinterno della
tomba n. 55 da qualcuno dei suoi successori, forse lo
stesso Tuthankhamon, per risparmiargli le vendette che
alcuni dei suoi successori, fedeli al culto di Ammone,
intendendevano infliggergli.
Ad un primo esame, alquanto superficiale, la mummia
ritrovata nella tomba 55 sembrò appartenere ad una
donna, e venne alternativamente attribuita a Tyi (per via
del sarcofago) o a Merytaten. Alcuni esami più
approfonditi, tuttavia, portarono alla conclusione che il
corpo apparteneva ad un uomo morto alletà di circa
ventanni. Il suo gruppo sanguigno risultò essere
lo stesso di Tutankhamon. Trattandosi, evidentemente, di
una sepoltura reale, ed escluso Akhenaten, che
allepoca della morte doveva avere circa 35 anni,
lHarrison concluse che probabilmente si tratta del
corpo di Smekhkare, un sovrano piuttosto effimero che
occupò il trono per pochi anni nella fase finale
dellepoca amarniana.
Per quanto riguarda Akhenaten, è probabile che il suo
corpo sia stato ospite per qualche tempo della tomba n.
55, assieme a quelli di Tyi e Smekhkare. Quando, dopo
lestinzione della dinastia di Akhenaten, scattò
una fase di persecuzione della memoria di Amarna e
dellAten, la tomba venne riaperta e le mummie di
Tyi e Akhenaten vennero asportate. Il sarcofago della
regina, come abbiamo visto, venne traslocato
allinterno della tomba di Amenofi III, mentre il
corpo di Akhenaten, che non è stato mai ritrovato, venne
forse distrutto, in modo da impedirgli di avere una vita
nellaldilà.
Alcuni studiosi hanno avanzato lipotesi che il
corpo ritrovato allinterno della tomba, ed
attribuito a Smenkhkare, sia stato scambiato o confuso
con quello di Akhenaten, ma questo mi sembra francamente
improbabile.
I SUCCESSORI DI AKHENATEN:
SMENKHKARE
Negli ultimi anni di regno Akhenaten associò al trono
Smenkhkare. Non ci sono dubbi sul fatto che Smenkhkare
occupò il trono, visto che, su un certo numero di
piccoli oggetti, il suo nome è scritto allinterno
di un cartiglio. Nulla si conosce, tuttavia, delle
circostanze nelle quali salì al trono, né è noto per
quanto tempo durò il suo regno. La stessa identità di
Smenkhkare è dubbia. Harris suggerì perfino che doveva
trattarsi di Nefertiti, che aveva di nuovo cambiato nome.
Smenkhkare, infatti, viene talvolta chiamato
Neferneferuaten, lo stesso nome che in precedenza era
stato assegnato a Nefertiti. Lipotesi
dellidentificazione con Nefertiti trovò supporto
anche in alcune raffigurazioni in cui Smenkhkare compare
nelle stesse situazioni e con gli stessi atteggiamenti
che erano caratteristici di Nefertiti. Tuttavia,
uniscrizione su una scatola trovata nella tomba di
Tutankhamon sgombrò il campo da ogni dubbio dimostrando
che Smenkhkare era un uomo e che era anche sposato. Lo
scopritore della tomba di Tuthankhamon, Howard Carter,
avanzò lipotesi che egli fosse figlio naturale di
Akhenaten. Tra le tante ipotesi proposte
sullidentità di Smenkhkare, possiamo segnalare
anche quelle di Engelbach, secondo cui era il figlio di
Amenofi III e di sua figlia Sitamun, e quella di Seele,
che suggerì si trattasse del nipote, attraverso una
coppia intermedia, di Amenofi III e di Ay
(questipotesi presupponeva anche che Smenkhkare e
Tutankhamon fossero fratelli). Lunica cosa certa è
che, come abbiamo già visto, Smenkhkare ed Akhenaten
dovevano avere qualche rapporto di parentela. In ogni
caso, i diritti al trono di Smenkhare vennero rafforzati
mediante il matrimonio con Merytaten.
Smenkhkare ebbe un posto particolare negli affetti di
Akhenaten, come è dimostrato dagli epiteti "amato
da Neferkheprure" e "amato da Waenre"
(cioè Akhenaten): evidentemente, negli affetti del re,
Smenkhkare rimpiazzò Nefertiti tanto quanto lo fece
Merytaten. Questo può far pensare ad un rapporto di tipo
omosessuale, e a suffragio di ciò si potrebbero citare
anche alcune scene in cui un re, presumibilmente
Akhenaten, è raffigurato mentre abbraccia
affettuosamente un secondo re, più giovane, che potrebbe
essere Smenkhkare. Tuttavia, bisogna tener conto del
fatto che i due erano, molto probabilmente, stretti
parenti, ed un rapporto di questo tipo tra Akhenaten ed
il più giovane fratellastro, o cugino, caratterizzato
dalluso dellepiteto "amato da ...",
potrebbe semplicemente riflettere la "filosofia
dellamore" tipica dell'epoca Amarniana.
Il primo anno di Smenkhkare coincise con lanno
15 di Akhenaten. Per la cerimonia di incoronazione, venne
frettolosamente aggiunta una "Sala
dellincoronazione" al palazzo di Amarna (i
mattoni provenienti da questa sala portano il nome di
Smenkhkare). Anche se non sono state rinvenute doppie
date, è praticamente certo che Akhenaten e Smenkhkare
regnarono insieme per un certo periodo, considerato che i
loro nomi compaiono, assieme a quello di Merytaten, su
una cassetta ritrovata nella tomba di Tutankhamun, oltre
che su alcuni frammenti di stele. Una stele conservata a
Berlino raffigura Akhenaten, con la doppia corona (ovvero
la corona unita dell'Alto e del Basso Egitto), mentre
abbraccia Smenkhkare, che a sua volta indossa la corona
azzurra di guerra.
La più alta datazione per il regno di Smenkhkare è
lanno 3 riportato in un graffito proveniente da una
tomba tebana. Il testo contiene una preghiera che un
certo Pawah rivolse ad Amun perché gli restituisse la
vista, e fa riferimento ad un tempio che Smenkhkare fece
costruire a Tebe per il dio Amun. La cosa è alquanto
sorprendente. La costruzione di un tempio dedicato
allodiato Amun difficilmente poteva essere
accettata da Akhenaten, e questo ci fa pensare che
Smenkhkare godette di un regno indipendente, sia pure
molto breve, nel corso del quale abbandonò la politica
religiosa del suo predecessore.
Alcuni studiosi, tra cui Gardiner e Aldred, hanno
invece concluso che Smenkhkare non ebbe un regno
indipendente. A sostegno di questa opinione è stata
citata letichetta di una giara per miele, datata
allanno 1. La cifra risulta però scritta sopra
unaltro numero, parzialmente cancellato, che quasi
certamente era un 17. Dato che il reperto proviene da
Amarna, lanno 17 non può che riferirsi ad
Akhenaten. Si tratta, evidentemente, del suo ultimo anno
di regno, che corrisponde allanno 1 di un nuovo
sovrano, quasi certamente Tutankhamon, visto che
Smenkhkare regnava già da qualche tempo.
Unaltra etichetta, pure datata dellanno 1,
reca lindicazione "vino del palazzo di
Smenkhkare, deceduto". Da questa seconda etichetta,
ugualmente attribuita al regno di Tutankhamon, si è
dedotto che Smenkhkare deve essere morto qualche tempo
prima di Akhenaten.
Una soluzione alternativa consiste nellammettere
che Smenkhkare venne nominato coreggente di Akhenaten
pochi mesi prima della morte di questultimo. In
questo caso, la prima delle etichette citate potrebbe
riferirsi al primo anno di regno di Smenkhkare. Questa
ipotesi avrebbe anche il vantaggio di spiegare come
Smenkhkare possa aver incominciato la costruzione di un
tempio per Amun nel corso del suo terzo anno di regno,
senza incorrere nelle ire di Akhenaten.
La maggior parte dellequipaggiamento per la
tomba di Tutankhamon era originariamente stato preparato
per Smenkhkare, il cui nome venne cancellato. Di solito
viene usato il suo prenome atenista di Akheperure, mentre
sua moglie viene ancora chiamata Merytaten, per cui è
evidente che queti pezzi vennero fabbricato durante
lepoca di Amarna, prima che Tutankhamon spostasse
di nuovo la capitale.
TUTANKHAMUN
Tutankhamon, come abbiamo visto, successe a Smenkhkare
(o ad Akhenaten) e regnò nove o dieci anni. Poco si
conosce dei suoi legami di parentela: Carter ipotizzò
che egli fosse figlio naturale di Akhenaten. Tuthankhamun
stesso sostiene di essere figlio di Amenofi III, ma la
cosa non è molto vincolante, poichè il termine
"figlio" può avere, in questi casi, il
significato di "discendente". Ciò nonostante,
alcuni studiosi hanno ritenuto che questa affermazione
vada presa alla lettera. Visto che Tuthankhamun morì
quando era appena adolescente, è chiaro tuttavia che
egli poteva essere figlio di Amenofi III solo nel caso si
ipotizzi un lungo periodo di coreggenza tra
questultimo ed Akhenaten. Uniscrizione invece
attribuisce la paternità di Tuthankhamun ad Ay.
In ogni caso, i diritti al trono di Tutankhamun doveva
essere molto forti, altrimenti, è difficile pensare che
un ragazzo meno che adolescente potesse salire sul trono
dEgitto senza opposizioni. I suoi diritti vennero
rafforzati mediante il metrimonio con Ankhesenpaaten,
figlia di Akhenaten.
Numerose etichette da el-Amarna recano la data
dellanno 4, senza però indicare il sovrano.
Poiché durante il quarto anno di Akhenaten la nuova
città non era ancora stata costruita, questa data può
essere attribuita solamente a Smenkhkare o a Tutankhamun.
Alcuni studiosi ritengono quindi che la corte rimase ad
Amarna per quattro anni almeno. Comunque sia, nel corso
di questo regno le idee radicali di Akhenaten che
caratterizzarono lepoca di el-Amarna vennero
definitivamente ripudiate. La corte abbandonò Amarna per
trasferirsi a Menfi, seguita nel giro di pochi anni da
tutti gli abitanti. La nuova città venne rapidamente
abbandonata. Il re cambiò il suo nome originario
Tutankhaten in Tutankhamun, così come fece la regina,
che dora in poi sarà chiamata Ankhesenpaamun. Una
stele eretta nei pressi del terzo pilone del tempio di
Amun a Karnak mostra Tutankhamun mentre sacrifica ad Amun
e Mut. La "stele della restaurazione", che
venne in seguito usurpata da Horemheb, parla
dellabbandono dei vecchi templi, della mancanza di
culto e delle sofferenze della popolazione causate dalle
scelte di Akhenaten.
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