STONEHENGE

Stonehenge è la più celebre fra le costruzioni di pietra ed anche il simbolo stesso della cultura megalitica europea. Si trova nella piana di Salisbury (Witshire) nel SUD dell’Inghilterra. Stonehenge è un Cromlech, cioè un cerchio di pietre, che nel Medioevo furono usati per costruire edifici, e sono così andati dispersi. Molte sono state le congetture circa il popolo o i popoli che hanno contribuito alla sua costruzione, ma né su questo, né sulle modalità di costruzione ci sono dati sicuri.

Nonostante la forte credenza popolare e pubblicazioni di carattere speculativo, Stonehenge non presenta  precisi allineamenti astronomici.    

La circonferenza più esterna è un fossato profondo che delimita un terrapieno in cui sono stati scavati 56 pozzetti, chiamati Aubrey Holes, "buchi di Aubrey".

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Procedendo verso l’interno, si trovano altre buche dove si innalzano i poderosi monoliti. Il gruppo esterno è chiamato Sarsen Circle.

 

 

 

 

 

stonenge_foto5.jpg (12394 byte)Le 16 lastre verticali sono sormontate da 6 architravi.Tra i due colonnati sono poste le Bluestones, "pietre azzurre", e al centro della struttura si trova distesa la Altar Stone, "pietra dell’altare"; all’esterno vi sono la Slaughter Stone "pietra del sacrificio" e nel viale di accesso al monumento, la Heel (o Hele) Stone, "pietra del tallone".EMStonehengeheelstone-s.jpg (12220 byte)

 

 

 

 

 

Le sue pietre azzurre provengono dai monti Prescelly e i monoliti di Sanzen sono stati trasportati dalle cave dei Marlborough Dwns.

Un lavoro talmente faticoso come l’innalzamento dei grandi e pesanti monoliti doveva nascere da esigenze pressanti, di ordine pratico o magico, rituale o religioso. Le costruzioni megalitiche come Stonehenge e Carnac hanno destato perplessità fra gli studiosi, che hanno discusso per lungo tempo sul loro significato.

 

Il mistero di Stonehenge

Le buche: servivano a prevedere le eclissi, come un gioco dell’oca.

I 2 astrofisici Fred Hoyle e Gerald Hawkins hanno anche avanzato un’ipotesi sul suo funzionamento. Ora la teoria dei due inglesi è stata perfezionata dall’astronomo tedesco Klaus Meisenheimer, che lavora al Max Plank Institut di Heidelberg.

Secondo Meisenheimer, gli astronomi neolitici prevedevano le eclissi di sole e di luna, e il calcolo avveniva come in una specie di gioco dell’oca.

 


 

stonenge_focus1.jpg (52586 byte)Elementi del gioco:

1) Le 56 buche di Aubrey, che rappresentano l’orbita solare,

2) I 2 anelli più interni, rispettivamente di 29 e 30 buche, che indicano l’orbita lunare;

3) 4 pedine, che corrispondono al sole, luna e ai due nodi lunari.

Il gioco dell’eclisse

Ogni giorno la pedina della luna avanza di una buca in senso orario.

Arrivata alla posizione 29 del cerchio più interno passa sullo 0 dell’altro cerchio, poi sull’1, sul 2 ecc..

Quando arriva alla posizione 29 di questo cerchio, si sposta sulla posizione 1 del cerchio interno e così via.

Tra due pleniluni passano quindi in media 29,5 giorni. Quando la luna tocca un segno blu la pedina del sole si muove di una posizione in senso antiorario, e percorre così il suo cerchio in circa un anno.

I nodi lunari si spostano lungo l’orbita solare ma in senso orario e sempre in posizioni contrapposte. Quindi un giro completo dei nodi dura 56:3=18,67 anni.

Meisenheimer ha mostrato come si poteva calcolare l’eclissi solare dello scorso 11 agosto.

 

Cinzia Liuzzi

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