La Via Lattea

La grande galassia a spirale che contiene il sole e tutto il sistema solare. Clicca qui per la mappa.

Il nome deriva per estensione da quello della debole striscia luminosa di aspetto lattiginoso, visibile nel cielo durante le ore notturne; il chiarore diffuso di questa fascia è dovuto alla luce di moltissime stelle troppo lontane per essere distinte singolarmente a occhio nudo.

via_lattea.jpg (15395 byte)Alle nostre latitudini il momento migliore per osservare la Via Lattea è durante le notti limpide d’estate, quando essa appare come una banda luminosa e irregolare che attraversa il cielo da nord-est a sud-ovest essa si divide in due parti. La parte occidentale è particolarmente luminosa proprio nella regione della Croce del Nord.La parte orientale, invece, è più brillante sud dello Scudo e del Sagittario.

Nella mitologia greca la Via Lattea rappresentava il percorso di Fetonte che aveva bruciato il cielo durante la sua forsennata e tragica corsa con i cavalli del sole,o anche il fumo emanato dall’ALTARE davanti al quale i futuri reggitori dell’Olimpo giurarono la propria reciproca fedeltà nella lotta contro il padre Crono.

In ogni caso il mito ellenico più conosciuto legato a questa successiva macchia biancastra si ricollega ad una delle innumerevoli imprese extraconiugali di Zeus. La bella Alcmena aveva promesso di soddisfare i diritti coniugali di Anfritione soltanto dopo che avesse vendicato la tragica morte dei suoi otto fratelli. Zeus, mentre il devoto Anfritione era impegnato a soddisfare la richiesta della sposa, ne prese le sembianze e si presentò da Alcmena. Le disse che "Giustizia era stata fatta" e la trovò così pronta e disponibile all’intimità coniugale. Da quella notte di passione nacque Eracle, a noi più noto come Ercole. Era, la sposa gelosa di Zeus, naturalmente giurò vendetta al "super-eroe" greco.

La regina degli dei si impietosì del "trovatello" e lo allattò, garantendogli con il suo latte, tra l’altro, il dono dell’immortalità.

Ercole, già eccezionalmente vigoroso da neonato diede al capezzolo della madre della dea una succhiata troppo forte, provocandole un terribile dolore. Mentre lo staccava per reazione istintiva dal seno sgorgò uno zampillo di latte:una parte cadde sulla Terra dando vita ai gigli, l’altra parte schizzò nel cielo, per diventare appunto la VIA LATTEA e i moderni astronomi si rifecero a questo racconto per chiamare galassie le case di stelle, dalla parola greca "gala" che significa latte.

I romani consideravano questa grande fascia biancastra la scia brillante di una nave o anche la cerniera che divideva le due metà del cielo.

V.  Aprile ,  A. Santoro, D. Lisi , A. Perrini

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