C U R I O S I T A'




IL GATTOPARDO: il tragico scherzo.
All�origine dell�ostracismo che la carta stampata italiana mi ha dato fin dal lontano 1985 ci fu il tiro che io mi permisi di tirare al mondo dell�editoria italiana in todo.
Non vi � molto da raccontare. Dopo avere conosciuto certi direttori di collane di case editrici note come la Mondadori ecc ecc � non faccio nomi perch� sono in gran parte morti e ai morti si perdona sempre�mi resi conto di quanto ignoranti fossero e a riprova feci battere a macchina i primi capitoli del Gattopardo e li mandai in visione. Nessuno riconobbe il grande romanzo  italiano e tutte le case editrici lo cestinarono.  Tutto qui.
Ma me la fecero pagare.
Non ti curare di loro ma guarda e passa. Oggi sono un autore OnLine e  vendo in media cinque volumi al giorno di Death Drift. Quanti autori italiani vendono  cinque volumi al giorno delle loro opere nelle asfittiche librerie italiane?

Vittorio Sgarbi mi ha di recente telefonato perch� si ricordava del fatto e, venendo in Sicilia, mi ha voluto incontrare. Cosa che � invece avvenuta a casa sua in via dell�Anima a Roma. Parlando di  rifare lo scherzo oggi, tutti e due abbiamo convenuto che riuscirebbe lo stesso. Se non riconoscevano Il Gattopardo allora che era ancora un successo relativamente recente, figuriamoci oggi? Ma poi abbiamo pensato che non ne valeva la pena.

Ho ritrovato l�articolo de L�Europeo datato Imo Giugno 1985 a firma di Fabio Troncarelli(anch�egli licenziato dalla testata per avere osato tanto)

`

   L'EUROPEO/1 GIUGNO 1985

BFFFE LETTERARIE/UN FAMOSO LIBRO E Gli EDITORI ITALIAN
I
          POVERO GATTOPARDO
                 
di nuovo nel cestino


Mondadori, Dall'Oglio, Rusconi... Nessuno ha riconosciuto il bestseller dei dopoguerra, spedito da un nobile burlone. Ora la domanda  �: quanti bravi scrittori non sono stati pubblicati?

A colloquio con Luigi Bruno di Beilmonte - a cura di Fabio Troncarelli

Giuseppe Pontiggia l'aveva previsto. In un suo racconto pubbl�cato da Mondadori (La Morte in Banca, 1979) c'� l'odissea di un dattiloscritto anonimo nel labirinto di una moderna, arrogante casa editrice. Naturalmente il testo viene respinto. Poi si scopre che era Dostoevskij. La realt� ha superato la fantasia. La storia �mmaginata da Pontigg�a si � svolta davvero e ha avuto come protagon�ste alcune delle pi� prestigiose case editrici italiane, a cominciare proprio dalla Mondadori. Il testo?civetta, lo specchietto per le allodole, non poteva che essere l'opera pi� incompresa dell'editoria nostrana, l'esempio proverbiale dell'incomunicabilit� tra lo scrittore e i mandarini della carta stampata: il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pi� volte rifiutato prima di essere riconosciuto come capolavoro e dato alle stampe.
La �beffa� � stata ideata da un conterraneo di Lampedusa: il nobile siciliano Luigi Bruno di Belmonte. Autore di romanzi che fecero scandalo ne,gli anni Sessanta (Il Marchese Lorenzo), di soggetti cinematografici per produttor� come Franco Cristaldi e Dino De Laurentiis (� sua la storia di Roma bene di Carlo Lizzani); amico di Ernest Hemingway e di Luchino Visconti, era uno dei personaggi tipici della Dolce Vita, celebre per le notti brave e � giorni perduti. Da ann� sembrava sparito nel nulla, ingh�ottito dall'America. Ma eccolo di nuovo: spudorato, malinconico, irritante,  lancia in resta come il prode orlando, un �pupo� sicil�ano che s� � ribellato al puparo, per difendere i debol� e gli oppressi. Ma perch�? In nome di quale ragione super�ore? Lo abb�amo chiesto direttamente a Luigi Bruno di Belmonte.

Come le � venuta l'idea di un simile tiro all'editoria?

�Non ci creder�, leggendo l'Europeo. L'estate scorsa c'era un suo articolo, s�, firmato Troncarelli, sull'editoria. E� vero quello che scriveva. In Italia ci sono migliaia di giovani scrittori sconosciuti. L�editoria preferisce gli stranieri affermati. Non bisogna farsi conoscere; bisogna farsi ri-conoscere dal pubblico? Cos� ho pensato di fare una prova e tirare un sasso in picciona�a. Ho preso il Gattopardo e gl� ho camb�ato il titolo; l'ho chiamato Sulle Orme Della Gloria. Anche il nome dell'autore, ovviamente: Lampedusa � diventato il mio cuoco: Giovanni Barone ... �,

E il resto?

�Ho cambiato solo i nomi di persona: il Principe di Salina � il Conte Saitera; l'alano Bendic� � Fof� ... �.

Ha mandato tutto il libro?

�No. Non aveva senso. Ho mandato un "campione" per avere un giudizio rapido: le prime quaranta pagine. 1~ una parte inconfondibile, con quel rosario recitato in apertura e la visita del Principe al bordello accompagnato da un prete ... �.

A chi l'ha mandato?

�A Mondadori, Dall'Oglio, Rusconi, Einaudi, Bompiani, De Agostini�.

E che cosa hanno risposto?

�Solo la De Agostini ha risposto che era uno scherzo... Ma cominciamo dall'inizio, perch� � una storia complessa. lo ho mandato le copie sotto diversi nomi. Mar�na Sampieri. Luigi De Portago... Mi presentavo come un estraneo dell'ambiente: che so, un petrol�ere, che aveva ricevuto per combinazione questo manoscritto, insieme ad altri che �nviavoloro (erano i miei inediti) da un amico che � morto. Lo dicevo esplicitamente che il morto ero io, Bruno di
Belmonte ... �.

Ma perch�? Non si scopriva troppo?

�Ma no! Era una specie di gioco a nascondino. Le diverse case avevano in mano i miei romanzi insieme al Gattopardo e si confondevano�.

Perch� proprio il �Gattopardo�?

(Io ho vissuto indirettamente le angosce e l'amarezza di Tomasi di Lampedusa che ho conosciuto a Palermo, alla libreria Flaccovio, luogo d'incontro d� intellettuali. Era molto amaregg�ato per i rifiuti degli editori. Il suo � un caso assolutamente emblematico, Incompreso da Elio Vittorini, da Italo Calv�no, da Natalia Ginzburg, da tutti, fu scoperto per caso solo molto tempo dopo da G�orgio Bassani. Poi � diventato un best?seller e oggi tutti lo conoscono, magari solo perch� hanno visto il film di Luchino Visconti con Burt Lancaster e Claudia Cardinale. E un testo �mpossibile da confondere con un altro�.

Eppure non � stato riconosciuto.

�E proprio cos�. Non basta neppure il Gattopardo per sfondare il muro di omert� e di indifferenza delle case editrici. 2 successo questo: Einaudi e Bompiani non hanno risposto. Forse non l'hanno ancora letto. Ma allora hanno tempi di lettura lentissim�, visto che le altre hanno risposto e che 40 pagine non sono lunghissime! La Mondadori, la Rusconi e la Dall'Oglio, invece, hanno restituito il dattiloscritto, con lettere di cortese rifiuto�.

E la De Agostini?

�Come le ho detto ha riconosciuto il testo. M� ha scritto Vincenzo Ceppellini chiedendomi che razza di scherzo era. Io ho risposto:  �Congratulazioni�. Ma ho risposto anche alle altre case editrici, raccontando tutta la storia e dicendo: come si pu� ritenere valido il rifiuto a un autore interessantissimo ma sconosciuto... quando un comitato di lettura non sa non dico riscoprire il Gattopardo, ma neanche ritenerlo idoneo alla pubblicazione! E evidente che il sistema dei �lettori� non funziona�.

Perch� accusa il �sistema� e non singoli �lettori� incapaci?

�Ho sempre sostenuto che i 1ettori? dei libri devono essere scelti fra gente comune mediante annunci sui giornali. Perch� � la gente comune che un domani affoller� o diserter� le librerie. Chi sono i Iettori" delle case editrici? Sono spesso degli sconosciuti protetti dall'anonimato che si permettono di assassinare gli scrittori e che magari proiettano nel lavoro degli altri le loro frustrazioni di scrittori falliti. Dentro di loro la seren�t� di giudizio viene svilita dall'arroganza che fa sentire un brigadiere un generale, quando ha un po' di potere in mano. E poi, anche nel migliore dei casi, i "lettori" sono oberati da una tale massa di dattiloscritti che non hanno n� il ternpo n� la possibilit leggere con attenzio Tanto � vero che ancF miei mi sono spesso st rinviati senza che ness no li abbia sfogl�ati ... �.

Come fa a d�rlo? Co me pu� averne le pro ve?

� Ho cosparso di colla le pagine: ed erano ancora intatte!�.

Le sue accuse sono pesanti. Come si sono difese le ca~3e editrici?

�Mondadori ha taciuto. Allora �o ho scritto direttamente a Mario FormeriLon, presiaenie e amministratore delegato, mandando una copia ai consiglieri d'amministrazione per conoscenza, il 17 aprile scorso. Mi sono qualificato col m�o vero nome e ho detto testualmente che: "Non sono in cerca di una notizia sensazionale... ma lo scandalo del Gattopardo ... non ha certo migliorato i metodi di selezione adottati dalle case
editrici   E chiedevo pi� fiducia pergli scrittori made in Italy" e un sistema p�� serio di leggere i testi�.

E la risposta?

�Nulla. Neppure una lettera di insulti. Ma c'� stato di peggio ... �.

Che vuol dire?

�Prendiamo il caso della Dall'Oglio. Quando m� hanno rimandato il manoscritto, ho chiesto spiegazioni senza rivelare la "beffa", Mi ha risposto il 19 aprile un certo signor Romano, che io avevo conosciuto a Milano. Mi ha detto: "Non ho n� tempo, n� voglia  e la volont� � incoercibile ? di darLe un giudizio critico" Allora scrivo direttamente ad Andrea Dall'Oglio e gli svelo tutto. E lui mi risponde, cortesemente, il 3 maggio e dicendo: "... Non � nostra abitudine motivare un giud�zio negativo... Tanto meno ci � possibile esprimere un giudizw su campionature di poche pagine di contraffazioni di romanzi gi� pubblicati... Se Le interessa, comunque, il nostro 'lettore' si � limitato a scr�vere � una rimasticatura del Gattopardo' . Vede: a me questo giudizio mi ha addirittura ferito. Perch� non � una ?rimasticatura" del Gattopardo. Ma il Gattopardo vero e proprio, con solo i ncrni cambiati. Siamo arrivati al punto che l'autore di un'opera viene sospettato di non essere se stesso, perch� non somiglia alla caricatura di se stesso!�.

Per� il lettore aveva capito che si trattava di un testo che aveva qualcosa in comune col �Gattopardo�.

�E ci mancherebbe! Un libro che comincia con un nobile che va al bordello insieme a un prete in Sicilia che pu� essere? Anna Karenina? E ovvio pensare al Gattopardo. Talmente ovvio che nessuno si � sentito di fare un confronto testuale. E il problema � propr�o questo. Lo stile di un autore, la pagina scritta non conta pi� niente come tale. Tutto � conosciuto perch� lo si conosce gi� approssimativamente. il mondo delle case editrici � una monade autosufficiente che mastica e rimastica se stessa. E� incapace di fare una seria autocritica. Di migliorarsi. Io non ho fatto questa "beffa" per il gusto dello scandalo .�.

E perch� allora?

�Per mettere il d�to sulla piaga, per indicare questo fenomeno, l'indifferenza, l'arroganza, la mancanza di coscienza... Sta succedendo quello che ha scritto Dostoevskij ne� Fratelli Karamazov, Ha presente la storia di Cristo che ritorna sulla terra?�.

S�. Il Grande Inquisitore si rifiuta di credergl� e lo condanna in nome della tranquillit� e dell'ordine.

�E� cos�. Si rifiuta Lampedusa in nome di Lampedusa. E proprio una storia gattopardesca: tutto cambia perch� nulla cambi. C'� stato lo scandalo del Gattopardo e non � servito a nulla. E il Gattopardo finisce nel cestino una seconda volta! L'Italia gattopardesca detesta il libro che ne rivela la sua profonda natura�.

Ma non ha paura delle reazioni? Non pensa di �bruciarsi� letterariamente, con queste iniziat�ve?

�Tutto il materiale di cui ho parlato (compresi i pl�chi ch�usi con i dattiloscritti respinti) � depositato a Roma, presso il notaio Paolo Mangiapane. Chi vuole controllare pu� farsi avanti. Non temo la ver�fica. Quanto alla possibilit� di "bruciarmi", che devo dire? lo l'ho fatto per un principio: per contestare questa omert� che impedisce a quasi cinquemila scr�ttor� sconosciuti di essere almeno rifiutati con una motivazione seria. Se mi emargineranno per questo, mi toccher� il destino di tant� scrittori pi� illustri: quello di Tomasi di Lampedusa, quello iniziale di Gesualdo Bufalino. E il destino di noi siciliani. Tutti ci conoscono soltanto attraverso Il Padrino, un libro americano. E nessuno vuole ricordare che la Sicilia � una terra di grandi risorse e fantasia, piena di uomini che sono pirandellianamente uno, nessuno e centomila. Tutti personaggi in cerca di autore. O di editore. �
 

EUROPEO/ 1 GIUGNO 1985

INDEX HOME PAGE




Hosted by www.Geocities.ws

1