Storia degli scacchi

 

     Gli scacchi furono poi introdotti in Occidente tramite gli Arabi e attraverso il Medioevo conquistarono una sempre maggiore popolarita', essendo spesso presenti in opere letterarie, mosaici, dipinti. Spagna e Italia si contesero l'egemonia scacchistica del XVI e del XVII secolo: la prima con il prelato Ruy Lopez de Segura, inventore della celebre Partita Spagnola; la seconda con i calabresi Leonardo da Cutro e Gioacchino Greco.

     Nel Settecento il punto di riferimento e' costituito dalle Accademie, dove si fecero apprezzare per la loro bravura Del Rio, Lolli, Ponziani, esponenti della scuola modenese; molto importanti per lo sviluppo del "nobil giuoco" furono poi i Caffe', fra cui il "Cafˇ de la Rˇgence", frequentato da letterati e filosofi come Voltaire e Rousseau, grandi amanti degli scacchi, che aprira' la strada a Fran¨ois Philidor, scacchista-musicista di grande fama, e al grande astro americano Paul Morphy, fugace meteora del mondo delle 64 caselle. 

     Solo verso la seconda meta' dell'800 si registrarono i primi grandi tornei e le prime sfide per il Campionato del Mondo che vedranno prevalere per un trentennio cha va dal 1866 al 1894 il boemo di origine israelita Wilhelm Steinitz. 

     A lui fece seguito il tedesco Emanuel Lasker, campione del mondo per 27 anni, oltre che insigne filosofo e matematico. 

     Soltanto 6 anni duro' il regno del cubano Jose' Raul Capablanca, autentico virtuoso della scacchiera, in quanto fu sconfitto da Aleksandr Alechin, forse il piu' grande scacchista di tutti i tempi. 

     Dopo la morte di Alechin nel 1946, lo scettro resto' saldamente in mano agli esponenti della formidabile "scuola scacchistica sovietica", interrotta soltanto nel 1972 a Reykjavik, dove Boris Spassky fu costretto ad arrendersi alla furia scatenata dell'americano Bobby Fischer, figura eccentrica e mitica allo stesso tempo, ritiratosi dopo la conquista del titolo. Titolo che risulta essere attualmente conteso da due russi: Anatolij Karpov, succeduto a Fischer nel 1975, e Garry Kasparov, piu' volte vincitore di Karpov. 

     Dietro di loro una marea di giovanissimi di tutte le nazionalita': il russo Kramnik, l'ucraino Ivanchuk, l'indiano Anand, l'americano Kamsky, gli inglesi Short e Adams, ma soprattutto la giovanissima ungherese Judith Polgar, appena ventenne e Grande Maestro Internazionale, capace di stroncare in un match pure l'ex campione del mondo Spassky. 

     L'Italia resta a guardare. E' ancora troppo presto per poter ambire a simili risultati, ma alcuni progressi si sono registrati negli ultimi tempi: l'entrata nel C.O.N.I. e' stato il primo passo cui sono seguiti l'istituzione di un valido settore giovanile, di un Campionato Italiano a squadre suddiviso in serie sul modello calcistico, e di una serie di importanti tornei internazionali.

 


 

   
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