MUCOPOLISACCARIDOSI tipo 3B
- pillole di medicina...
La mucopolisaccaridosi tipo 3B (MPS IIIB), conosciuta anche come sindrome di San Filippo, � una malattia da accumulo lisosomiale (lysosomal storage disease LSD), che appartiene al gruppo delle mucopolisaccaridosi e colpisce lo Schipperke come l'uomo.  E' caratterizzata da un rapido e grave deterioramento mentale con esito letale.
I lisosomi sono delle vescicole all'interno delle cellule contenenti speciali enzimi necessari per la degradazione ordinata delle molecole tra cui l'eparan solfato (
HS).
L'eparan solfato fa parte dei glicosaminoglicani (Gags), lunghe stringhe di molecole di zuccheri modificati chimicamente, importanti in strutture come nel tessuto osseo e cartilagineo, o per la comunicazione meccanica tra cellule,soprattutto tra cellule cerebrali.























Se, a causa di una mutazione genetica, manca l' alfa-N-acetilglucosaminidasi (
NAGLU), enzima specifico per la degradazione di HS, la degradazione si arresta e l' HS si accumula nei lisosomi (da qui il termine di LSD) alterando le cellule fino alla loro morte.
il gene codificante per
NAGLU � stato mappato su 17q21 e sono state identificate numerose mutazioni.
I primi sintomi compaiono
tra 2 e 4 anni di vita con disturbi del comportamento, come ipercinesia e aggressivit�, tremore, atassia, difficolt� a superare gli ostacoli.
Tutte le
MPS III sono trasmesse con modalit� autosomica recessiva.
Sono colpiti sia i maschi sia le femmine. I portatori sono assolutamente normali e non presentano i segni della malattia.  La diagnosi si basa su un test che ricerca la mutazione di
NAGLU.
Il gene responsabile � stato identificato in molti soggetti dell'attuale popolazione, quindi � importante conoscere la malattia e testare tutti i soggetti prima di utilizzarli nella riproduzione.
Il test viene eseguito presso l'Universita' della Pennsylvania riportando il risultato di soggetto malato,portatore o indenne.  Il gene mutante puo' risalire a undici generazioni indietro e di conseguenza puo' essere distribuito ampiamente nella razza.  La frequenza dei portatori � sconosciuta, ma a giudicare dall' andamento di malattie simili nella popolazione di bovini, si stima un valore attorno al 15%.
Probabilmente la malattia non � stata debellata perch� non � stata riconosciuta negli anni passati, tenendo presente la bassa frequenza dei casi, i segni clinici poco specifici ed evidenti solo nell'adulto, la mancanza di esami post mortem e la scarsa informazione dei veterinari.
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