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LA FORTEZZA SPAGNOLA |
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La Fortezza Spagnola
La costruzione del forte
Il forte fu costruito nella città di L'Aquila nel 1534 per volere del
governo spagnolo che affidò la progettazione all'architetto Pirro Aloysio
Scrivà. Per la realizzazione fu necessario smantellare letteralmente 6
colline per ricavarne pietre. La città ribelle, fu costretta a versare una
tassa di 100.000 ducati annui per la realizzazione di questa fortezza a
carattere decisamente politico e militare. L'imponente costruzione aveva una
duplice funzione: era infatti un baluardo del cammino spagnolo nell'estremo
confine settentrionale del regno di Carlo V ed inoltre controllava l'asse
viario di percorrenza della lana che collegava Napoli a Firenze.
Fastigio recante lo stemma di
Carlo V con l'aquila nel bicipite dello scultore aquilano Pietro di
Stefano
Il forte a pianta
quadrata con bastioni angolari detti lanceolati per la loro forma
pentagonale, raccordati alle cantine da un doppio orecchione semicilindrico.
La struttura esterna si innalza a scarpa con mura spesse fino a 10 metri al
piano di fondazione. Intorno al forte si trova un fossato, largo di media 23
metri e profondo 14 metri dal piano stradale attuale. Il ponte in pietra di
collegamento presenta quattro campate di cui l'ultima sostituisce
l'originale tavolato a ribalta in legno.
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Polveriera
Il forte spagnolo
dell'Aquila Il forte spagnolo dell'Aquila La scala d'accesso al livello di seminterrato
presenta gradini con laterizi orientati a spina di pesce e cordoli in pietra che
servivano a frenare gli zoccoli dei cavalli. Adiacente alla scalinata si trova
un ambiente che era adibito a polveriera: infatti in origine non esisteva la
porta che attualmente permette l'ingresso al fossato. Nel 1567 gli aquilani
ottennero di essere sollevati dal pagamento delle tasse al governo spagnolo,
subito furono bloccati i lavori di completamento del forte ed esso rimase
parzialmente incompiuto. Infatti i corridoi, lunghi più di 50 metri e larghi
almeno 4 metri, sono soltanto 3 (manca il lato sud-ovest); essi permettevano ai
soldati di spostarsi con facilità con carri e cannoni in caso di guerra.
Uno dei corridoi del
castello
nell'occasione allestito per una mostra organizzata dall'Accademia
dell'Immagine: " Visioni & Illusioni"
Accanto ad ogni corridoio si aprono delle grandi sale che erano adibite a magazzini,
utilizzati non solo come deposito di derrate alimentari ma anche
falegnameria oppure come stalla per i cavalli. In prossimità della sala
"Umberto Chierici" furono rinvenute numerose ossa di scheletri umani,
probabilmente pertinenti a soldati spagnoli che morirono all'interno del
forte. Nei primi anni del 1900 furono poi rinvenuti quattro giovani corpi
(due donne e due bambini) mummificati naturalmente a causa del freddo e
verosimilmente condannati a morire. I segni sul corpo di violenze subite
fanno ipotizzare una atroce punizione.
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Attacco e difesa
I quattro
bastioni di forma lanceolata, posti agli angoli della costruzione, sono
orientati secondo i 4 punti cardinali. Si possono distinguere almeno tre
parti di un bastione: il vertice, il fianco e gli "orecchioni" o
semitorri con la cortina (muro perimetrale). Nel forte aquilano ci sono
due orecchioni per fianco, in ciascuno di essi sono posizionate le
cannoniere, più larghe all'esterno e più strette all'interno, in cui si
inseriva l'artiglieria pesante. I cannoni erano di 2 tipi: i primi,
posizionati ai livelli inferiori, erano di media potenza, mentre i
secondi, collocati sulle terrazze, erano a lunga gittata. La difesa del
fossato, data dai cannoni, avveniva sia grazie al fuoco di
fiancheggiamento della cortina sia attraverso il tiro incrociato
calibrato in modo da evitare la distruzione tra bastioni contigui. |
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Il ponte in
pietra che permette l'ingresso al forte aveva un sistema di tavolato a
ribalta che evita l'ingresso dei nemici: attraverso una leva si azionava una
tavola basculante che chiudeva all'esterno il portale e ricadeva all'interno
a mo' di catapulta. La cinta muraria in pietra, che protegge il forte,
risale solo alla metà del Settecento e sostituì un terrapieno di 14 metri
che originariamente difendeva la fortezza da attacchi esterni. All'interno
della cinta, in corrispondenza del vertice di ogni bastione, si trovano
piccole porte dette pusterle che permettono l'accesso alla sommità del mura,
dove si svolgeva la ronda che teneva lontano i nemici dall'assalto alle
mura. |
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I Bastioni Ogni bastone è provvisto di una casamatta
inferiore ed una superiore, in cui erano posizionati i pezzi di artiglieria
destinati al tiro di fiancheggiamento, cioè a spazzare il fossato, radere le
cortine e battere il fianco del bastione contiguo, allo scopo di arrestare
l'avanzata degli assedianti. Ogni casamatta ha una pianta esagonale ed è
coperta da una volta a cupola. Alla sommità del soffitto ed al centro del
pavimento è collocata una apertura circolare che permetteva il collegamento
con la cisterna, situata alla base di ogni bastione e rifornita
dall'acquedotto cittadino. Le fondamenta del forte infatti inglobavano in
parte l'acquedotto: questa posizione aveva il duplice scopo del continuo
rifornimento idrico e della possibilità di interrompere l'erogazione di
acqua alla città in caso di assedio alla fortezza. Dalla casamatta i soldati
potevano accedere alle contromine, cioè al sistema di gallerie sotterranee
provviste di "ventanas" o feritoie di ascolto e comunicazione ideate per
evitare che i nemici posizionassero cariche esplosive. La tecnica più
efficace per espugnare una fortezza consisteva nel collocare mine nelle
fondamenta per far crollare una parte del muro per entrare all'interno della
struttura. |
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Le contromine
Il sistema difensivo delle contromine,ideato per
allontanare il pericolo di attacchi nemici, è assai complesso e ingegnoso.una
lunga galleria percorre il perimetro del forte all'altezza delle fontanenta
e attraversa tutti i bastioni collegandoli tra loro mediante stretti
corridoi sotterranei.
Lungo il percorso si incontrano piccole piazzole di guardia,ciascuna delle
quali presenta caratteristiche comuni come fori di creazione ed
illuminazione in direzione del fossato, feritoie di comunicazione con la
casamatta, stretti passaggi verso il bastione contiguo, fessure di controllo
e pozzi.
In particolare, nella piazzola posizionata all'interno delle semitorri si
trova una apertura, collocata in basso verso il muro esterno, chiamata
ventana.
Da questa fessura i soldati spagnoli riuscivano ad ascoltare o a percepire i
movimenti dei nemici fuori dalle mura. In prossimità del vertice del
bastione si trovano due intercapedini che separano la punta dal corpo
centrale della struttura in modo da evitarne il crollo in caso di
bombardamento.
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Nel secolo XVI la Spagna era la prima potenza militare
d'Europa. Il suo ESERCITO fu il primo ad essere organizzato direttamente
dallo stato: era formato da contingenti di mercenari stranieri e soldati
spagnoli. Il nerbo dell'esercito era costituito dalla FANTERIA , formata da:
picchieri, con armatura pesante e picca, massiccia "spada da cavallo" a due
tagli; alabardieri, con corazza, fiancali, mezzi bracciali, morione e
alabarda (arma in asta adatta a colpire sia di punta che di taglio);
archibugieri, con archibugio a miccia. Nel campo dell'ARTIGLIERIA MILITARE
furono compiuti molti progresssi, sia per ila sicurezza dei soldati che per
il trasporto e la rapidità operativa delle armi. Nel XIV secolo si usava la
rudimentale bombarda, fatta di doghe strette da cerchi di ferro, con affusto
legato ad una semplice tavola di legno. Le esplosioni accidentali delle
canne e gli incidenti provocati dal rinculo rendevano simili armi
estremamente pericolose. Nel XV secolo la canna venne realizzata per fusione
e l'affusto a cassa assicurò stabilità ma il trasporto e le correzioni del
tiro erano ancora lente e laboriose. Nel XVI secolo i cannoni furono dotati
di ruote per gli spostamenti e da proiettili costituiti da palle di ferro. |
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Armatura spagnola
Nel secolo XVI la Spagna era la prima potenza militare d'Europa. Il suo ESERCITO
fu il primo ad essere organizzato direttamente dallo stato: era formato da
contingenti di mercenari stranieri e soldati spagnoli. Il nerbo dell'esercito
era costituito dalla FANTERIA , formata da: picchieri, con armatura pesante e
picca, massiccia "spada da cavallo" a due tagli; alabardieri, con corazza,
fiancali, mezzi bracciali, morione e alabarda (arma in asta adatta a colpire sia
di punta che di taglio); archibugieri, con archibugio a miccia. Nel campo
dell'ARTIGLIERIA MILITARE furono compiuti molti progresssi, sia per ila
sicurezza dei soldati che per il trasporto e la rapidità operativa delle armi.
Nel XIV secolo si usava la rudimentale bombarda, fatta di doghe strette da
cerchi di ferro, con affusto legato ad una semplice tavola di legno. Le
esplosioni accidentali delle canne e gli incidenti provocati dal rinculo
rendevano simili armi estremamente pericolose. Nel XV secolo la canna venne
realizzata per fusione e l'affusto a cassa assicurò stabilità ma il trasporto e
le correzioni del tiro erano ancora lente e laboriose. Nel XVI secolo i cannoni
furono dotati di ruote per gli spostamenti e da proiettili costituiti da palle
di ferro. |
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Assedio di
una fortezza nel XV secolo |
Foto
d'epoca con la fortezza innevata |
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