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2 Giugno – Viva la Res Publica!

Ambasciata italiana in Finlandia, ovvero: Istituto del Dominium ex iure Quiritium

Festa della Repubblica, cioè di tutti gli italiani. Certo potremmo organizzare una festicciola, che ne so, nella Tenuta Vähämäki (a casa mia) e potremmo anche dire che è quella la festa della repubblica degli italiani in Finlandia. Forse vi parteciperebbero anche gli italiani che qui vivono senza estorcere onoreficenze o approfittare in qualche modo della res publica. E poi potremmo anche gridare viva la repubblica e issare la bandiera sull’altissimo pennone. Invece no, non funziona così. Tocca allo Stato organizzare la cerimonia, il discorso, decidere il luogo in cui si svolgerà, essere sopra le parti e le divisioni politiche di noi cittadini, non lasciare che la Festa venga monopolizzata da alcuna parte politica, dalle lobby, ma neanche dalle associazioni. Qui il privato non c’entra, c’entra invece lo Stato, la Repubblica, e ogni cittadino che ne fà parte ha diritto a parteciparvi, indipendentemente dal proprio livello culturale, dalla situazione economica, appartenenza politica. Questa è la festa di tutti i cittadini e né sua eccellenza ha l’autorità per decidere chi deve parteciparvi né io ho il diritto di prendere in giro gli italiani organizzandola privatamente. Che pagliacciata sarebbe! Ma questo è, purtroppo, ciò che accade in Finlandia e, a ragione di ciò, ora comincio a non divertirmi più! Lo sappiamo che l’arroganza è tipica della sinistra (quella italiana). Sappiamo anche che, più in fondo a sinistra sono e più arroganza dimostrano. E siccome il sottoscritto è particolarmente allergico a due cose, ovvero a chi sta in fondo a sinistra e a chi usa la Res Publica per fare l’arrogante, dico, senza peli sulla lingua, che non sono più patetici, ma che hanno superato il limite, meglio, toccato il fondo, soprattutto hanno scocciato! E, anche a costo di scandalizzare il bacchettone di turno, mi rifiuto in questo mio scritto di usare una forma lessicale che non sottolinei il più realisticamente possibile tutta la mia disapprovazione.

Andiamo a cominciare:

Scrivo una lettera sul Loggione, (e una e-mail all’ambasciata di Italia in Finlandia che li informava di ciò), chiedendo, a sua eccellenza, di informarmi sui risultati ottenuti dalla missione “I consoli alla conquista della Puglia”, finanziata con i soldi dei contribuenti italiani. Una lettera anche ironica, ma non offensiva, soprattutto non nei confronti della nuova ambasciatrice che, all’epoca dei fatti era in Cina o da qualche altra parte del mondo a gonfiare il suo curriculum vitae. Nessuna risposta, né al Loggione, né in forma privata. Mi viene di pensare: “Almeno de Mohr mi scriveva in forma privata!”. L’attuale ambasciatrice non lo fa, invece. Ed è anche normale. Mentre il suo predecessore era stato inviato dal governo Berlusconi (ex-fascisti, ex-democristiani, leghisti ecc.), questa è stata inviata dal governo Prodi ( ex-comunisti, cattocomunisti, rifondaroli comunisti, Comunisti Italiani e chi più ne ha più non ne metta). Gente amica di Castro, di quelli che non sono abituati a rispondere, ma neanche a farle le domande (se non fosse così, la “casta dei mandarini” avrebbe, ad esempio, chiesto al governo cinese qualcosa a proposito dei Laogai). Quindi lascio perdere. Dopotutto pare che gliene freghi a pochi (almeno qui in Finlandia) di come vengono usati i soldi dei contribuenti.

Succede però che passa del tempo e una cittadina italiana chiede, attraverso una lettera ad un altro sito internet, di essere informata sul chi, come e perché viene invitato alla festa della repubblica e chi, come e perché non viene invitato. Ma anche in questo caso né l’indigete, né l’usciere dell’ambasciata si prendono la briga di rispondere, tanto che, la richiesta, viene tolta dal sito. E non che ci siano molti mezzi per informare i cittadini. Ma, evidentemente, se ci si rifiuta di utilizzare quei pochi che ci sono, sarà per il motivo che al contadino è sempre meglio non far sapere che le tasse che paga servono alle istituzioni per comprarsi voti, amicizie, favori, il formaggio e le pere.

Ora: non voglio certo prendere le difese di chicchessia né credo che qualcuno abbia bisogno di essere difeso da me. Ma, siccome sono ancora da considerarsi un cittadino italiano, di quella Italia che si dice essere democratica, mi vedo costretto a esprimere democraticamente una certa forma di disgusto verso il mio paese, la politica che lo amministra oggi, lo statalismo che lo attanaglia, il clientelismo che lo angoscia, l’arroganza dei nani, l’arrivismo dei falliti, il servilismo degli “ominicchi”. Detto ciò, mi permetto di aggiungere, alla domanda della lettrice di cui sopra, alcune mie domande:

  1. Come mai alla festa della repubblica da dieci anni (ovvero da quando sono in Finlandia) vengono invitate sempre le stesse persone (più qualche nuovo “associato”) e non si adotta un sistema a rotazione, dando la possibilità a tutti di parteciparvi?

  2. Come mai ci sono alcuni italiani che vivono qui da trent’anni e non sono mai stati invitati?

  3. Con quale scellerato criterio l’ambasciata decide di dividere la popolazione in cittadini di serie A e cittadini di C2?

  4. Che tipo di repubblica è la nostra: di Salò (non credo) Democratica (ma quando mai) o del tipo Repubblica Popolare della Cina? (forse).

  5. Per quale dannato motivo alla Festa della Repubblica, ma anche alle altre tante ricorrenze, di ogni tipo, non vengono mai invitati gli operai, i disoccupati, i camerieri, chi non appartiene ad alcuna associazione? La Repubblica italiana se ne vergogna?

(Naturalmente sua eccellenza le consideri pure domande retoriche)

Nota

In realtà il dominio secondo il diritto dei Quiriti (Dominium ex iure Quiritium) aveva il compito di assegnare una proprietà ad un singolo individuo, affinché potesse usarla a proprio piacimento, ma sempre rispettando le leggi dello Ius Civile (Diritto Romano) che tutelava e garantiva il proprietario, ma gli imponeva allo stesso tempo delle regole di comportamento. La differenza dai Quiriti di allora a quelli di oggi sta nel fatto che, gli attuali, assegnano diritti e “proprietà” pur non avendo, nel contempo, diritti alcuni sulla res publica che usano infischiandosene dello Ius Civile. E ciò succede ancora, nonostante l’avvento dell’Imperatore Giustiniano che sostituì, secoli orsono, il Dominium con il Corpus Iuris Civilis su cui, almeno nei Codici, tutt’oggi è basato il Diritto Civile (almeno nei paesi dove c’è democrazia). Diritto che la nostra ambasciatrice conosce benissimo, avendo ella conseguito una laurea in Scienze Politiche: congratulazioni! (31.5.2007)

D. S.




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