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I parcheggi sotterranei, costruiti col criterio giusto, sono un buon sistema per evitare che le auto arrivino nel centro della città. Ma c’è chi, ai parcheggi sotterranei, preferisce far parcheggiare il cervello altrui in un tunnel senza uscita. Non c’è nulla di più scontato che, dietro l’iniziativa, vi siano gli investimenti milionari di ricchi imprenditori. Ma dov’è il male? Perché bloccare la libera iniziativa quando questa contribuisce a farci vivere meglio? È proprio vero, la parola ambientalismo è sempre più usata come propaganda politica, a celare un’ideologia che, purtroppo, ancora incombe come una mannaia sulle teste dei cittadini degli Stati europei.

Il Verde è un Rosso mascherato: anche in Finlandia

I Verdi finlandesi hanno poco, quasi nulla a che vedere con quelli italiani: sono meno rossi dentro e anche più seri. A cominciare dal loro leader che, per dire, non sequestra elicotteri alla protezione civile per farsi scorazzare, lui e i suoi amici, durante le vacanze estive. Non è mai stato ripreso a ridere e scherzare durante un funerale di Stato. Soprattutto i Verdi finlandesi non hanno ridotto il proprio paese a comprare energia elettrica da un altro paese. Qui i Verdi non organizzano convegni sul clima senza invitare qualcuno che abbia voce in capitolo per parlare di clima. Non chiedono allo Stato di spendere milioni di euro per comprare motorini elettrici che, secondo i Rosso-Verdi italiani, dovrebbero sostituire le auto e gli scooter nelle città. Insomma, se in Italia non distingui un verde dal Rosso, non è detto che sei daltonico. In Finlandia, al contrario, se la distinzione non ti riesce vuol dire che un po’ daltonico lo sei: ma solo un po’. Potremmo riassumenre dicendo che, i Verdi finlandesi saranno pure poco innovativi, ma non sono dei “pecorari”. Ma politici di razza o ambientalisti con gli attributi non lo sono neanche loro. Anzi! A volte pare che non riescano a fare a meno del gusto perverso di tingersi di rosso intenso. Ma solo a volte. Come ad esempio nel caso dei parcheggi sotterranei.
Pare che, da un po’ di tempo, a Turku vadano di moda i parcheggi sotterranei. Se ne costruiscono in centro, sotto i centri commerciali e adesso se ne vuole costruire un altro proprio sotto la piazza principale. Da barese, la prima cosa che mi viene da pensare, è “magari ne costruissero qualcuno nella mia città”, dove ormai parcheggiare l’auto, anzi circolare con l’auto è diventato impossibile. Diciamo pure che è diventato difficile anche camminare sui marciapiedi, ormai da tempo divenuti parcheggi. Per non parlare poi se ti capita la sfortuna di trovarlo un parcheggio libero. Al ritorno 100 casi su 100, affianco alla tua auto avranno parcheggiato altre due o tre auto e ti toccherà tornare a casa a piedi o aspettare i proprietari di quelle auto per prenderli a pugni.
Qui in Finlandia, per fortuna, tutto ciò non accade. Le strade sono larghe, le auto non sono tantissime – non come da noi in Italia – gli autobus arrivano puntuali, ma soprattutto, qui in Finlandia, se parcheggi in doppia fila o su un marciapiede, vengono immediatamente a prendersi l’auto
con il carro attrezzi – e il proprietario con la camicia di forza. C’è quindi la necessità di costruirli questi parcheggi sotterranei? Io dico che sono una buona cosa se si tiene presente che, la maggior parte dei finlandesi, vive in quartieri anche molto distanti dal centro, su isole, in posti lontani dalla città. Che senza quei parcheggi si era costretti, spesso, a lasciare l’auto molto distante dai centri commerciali. La comodità non sta nel fatto di non dover fare qualche chilometro a piedi per raggiungere l’auto – una passeggiata sarebbe anche piacevole nonché salutare – ma di doverli fare con in mano le borse della spesa, piene di provviste che di solito fa chi vive lontano dalla città, magari d’inverno, “pattinando” sul ghiaccio.
Ma i Verdi dicono che i parcheggi che ci sono – e che non avrebbero voluto che fossero costruiti – sono più che sufficienti, anzi che sono sempre vuoti. Bugia! Sì, quella dei parcheggi che non vengono utilizzati dai cittadini è una grande bugia, degna di un Verde italiano, cioè di uno rosso dentro. E chiunque può rendersene conto recandosi al parcheggio di Stockmann – centro commerciale. Anche chi di solito ama pedalare, anziché guidare un’automobile e quindi non è mai stato in uno di quei parcheggi, sostando all’entrata si renderà conto che sulla tabella luminosa scatta molto spesso la scritta, in finlandese e in svedese, TÄYNNÄ – che sta ad indicare che il parcheggio è pieno. Pieni, anche se non alla stessa maniera, come quelli sottostanti gli altri centri commerciali, Anttila e Wiklund. Quest’ultimo addirittura divenuto il parcheggio preferito da molti extracomunitari che lasciano lì l’auto, non per andare a fare spese, ma per starsene tranquillamente in giro in centro, non avendo il problema di dover pagare.
C’è poi l’ultimo dei parcheggi costruiti, quello che dette inizio alle polemiche – che spesso non era altro che blaterare – dei Verdi. Questi ultimi si opposero con tutte le loro forze alla sua costruzione. E, proprio su quello, puntano il dito per giustificare il loro no all’idea di costruirne un altro.
Onestamente dico che non vi ero mai stato, non avevo neanche idea di come fosse all’interno. Quindi, prima di scrivere questo testo, ho voluto visitarlo. Premetto che ci sono stato solo due volte e nel fine settimana, ma è sempre una testimonianza che ha più valore di quelle forniteci per aver sentito dire.
La rampa che porta al parcheggio è mostruosamente lunga. Sembra di essere in un tunnel di quelli costruiti durante la Seconda Guerra Mondiale, con la roccia viva che fuoriesce dal muro, ma molto, molto più grande. Ritiro il ticket e supero la sbarra e la scena che ho davanti è da brivido: il parcheggio ampio e ordinato è stracolmo di auto. Penso che, probabilmente, per comodità, la maggior parte della gente avrà preferito lasciare l’auto in quel punto. Vado quindi avanti e, ancora più stupito, mi accorgo che è addirittura difficile trovare un posto libero. Quell’enorme tunnel sotterraneo è pieno zeppo di automobili. Tutte nascoste, tolte alla vista della gente che gironzola per il centro. Prendo l’ascensore e sono proprio davanti alla piazza. Ritorno dopo aver comprato ciò che mi serve, pago il ticket e mi rimetto in auto avviandomi all’uscita che mi immette dall’altra parte del centro, su una strada tanto larga quanto scorrevole. Parcheggiare in quel posto mi è costato più o meno quanto mi sarebbe costato parcheggiare all’aperto – e neanche vicino al centro – dove l’automobile sarebbe rimasta, tra l’altro, incustodita. Senza il problema di fare in fretta perché mi scade il parchimetro, senza temere il poliziotto in agguato. Ma parcheggiare lì, mi ha anche impedito di sgasare una buona dose di monossido di carbonio da far inalare ad adulti e bambini, a piedi, in giro per la città. Certo, parcheggiare nel tunnel ha fatto in modo che parte dei miei soldi finissero nelle tasche di un privato anziché in quelle dello Stato. È quest’ultima cosa, più di ogni altra, a creare l’ira dei Verdi che, inevitabilmente, si mostrano per quello che in realtà sono: rossi dentro, in questo caso, anche qui in Finlandia.
(28.9.2007)




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