Torna alla pagina principale

L’odio e la rabbia del “Feudo della Cultura Italiana”

A un anno dalla morte del grande scrittore – al maschile, come lei voleva – l’odio e la rabbia delle istituzioni italiane, la politicizzazione delle stesse, e dunque dei personaggi che ne fanno parte, fanno sì che non se ne parli. Un atteggiamento assurdo, intollerante quanto inutile: Oriana Fallaci è e rimarrà il grande scrittore, il grande intellettuale. A nulla serviranno le censure dei burocrati politicizzati, dei seguaci delle ideologie alla moda, degli immaturi che amano stare sul carro dei bacchettoni. Troppo grande è la Fallaci per temere l’odio, la rabbia e la vendetta di costoro. Tuttavia assurdamente ci tocca subire, noi italiani che viviamo in Finlandia, il volere delle nostre (?) istituzioni che, i fatti lo dimostrano, non sono al servizio della nostra cultura, pur essendo per questo pagati, né degli italiani tutti, pur essendo da questi pagati. Sono invece impiegati dello Stato che hanno fatto delle istituzioni piccoli feudi da gestire a seconda della propria volontà, del proprio credo politico e da mettere al servizio dei partiti politici intorno ai quali orbitano.

Già, i fatti lo dimostrano! E i fatti sono che, come ho detto, dopo la morte della Fallaci, le nostre istituzioni non organizzarono nulla per ricordarla, né si degnarono di sprecare parole sullo scrittore che tanto aveva dato all’Italia, in tutto il mondo. E poco importa se, al contrario, a distanza di qualche mese, usarono tutti i mezzi a loro disposizione (primo fra tutti convincere le istituzioni finlandesi a tirar fuori i soldi) per informarci e quindi vantarsi, dell’arrivo in Finlandia della signora Sgrena “famosa giornalista”, antiamericanista, comunista. Annunciata come l’arrivo del Messia, con squilli di tromba e sventolio di ramoscelli di ulivo, giunta a portarci la buona novella (ma del perché Quattrocchi non meritasse l’onoreficenza e lei invece sì, rimase un mistero). E prima e dopo la Sgrena ne vennero altri di apostoli, tutti, per pura coincidenza, schierati a sinistra (chi più chi meno). Ma andava bene anche così, perché è bello potersi confrontare, anche con chi la pensa diversamente da te. E poi è bello anche poter sperare che, magari, le cose possano cambiare. Che il posto di chi ha colpevolmente “dimenticato” la Fallaci dopo la sua morte, possa essere preso da una persona più giusta, magari equidistante dalle ideologie politiche, addirittura rispettosa di chi adora la Fallaci, persino giusta nel compito che le è stato affidato. E invece, a distanza di un anno, per l’ennesima volta, ci tocca prendere atto che gli italiani all’interno delle istituzioni sanno solo odiare, servire i partiti, ognuno quello che si è scelto, o meglio quello da cui è stato scelto, e trasformare la cosa pubblica in un piccolo feudo, in cui si sentono signori e padroni, mentre i buoi continuano a trainare il loro carro e a pagare i loro ricchi salari. (13.9.2007)




Hosted by www.Geocities.ws

1