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Istituzioni, lavoro e criminalità in Finlandia: tutto bene, sinché non se ne parla

Rileggendo Il Loggione, mi sono reso conto che, nell’ultimo periodo, i miei scritti sono stati critici più nei confronti dell’Italia che della Finlandia. Non volendo dare l’impressione di me stesso come del voltagabbana, ovvero di colui che cambia atteggiamento e posizione, a seconda se al governo c’è Culatello o Mortadella, ho deciso di scrivere della parte “nascosta” della Finlandia. Di quella occultata dietro il tanto ostentare della gente di questo bellissimo Paese.

In realtà tutto ha inizio da quell’odioso atteggiamento di superiorità, innato in molti finlandesi, soprattutto quando si parla del loro Paese. Citerò solo alcuni esempi, toccando argomenti come il lavoro, le istituzioni, la legalità. Cose in cui, secondo la mia opinione, tanti finlandesi hanno l'errata certezza o l’irrinunciabile presunzione di essere i primi della classe.

Io: volontario pentito ad AKK

Il mio insegnante di lingua e cultura finlandese, lasciandosi andare a considerazioni più grandi di lui, un giorno disse che la Finlandia può vantare un sistema economico eccellente, non dovendo neanche usufruire dei soldi della mafia, come succede in Italia. È vero, nell’economia italiana girano i soldi della mafia: se ne è accorto finalmente anche il nostro Amato, politico di lungo corso. Ma da questo a sostenere che l'economia italiana, sia pur con i suoi problemi, deve ringraziare i soldi della mafia... In realtà questa fu la meno sciocca delle cose che l’insegnante in questione disse. Ve ne furono di molto più comiche, come quella che, sempre secondo lui, il fondatore della religione Luteriana fu tale Martin Luther King. Lo so, è difficile da credere, ma per fortuna tale oscenità fu ascoltata da una ventina di persone che, come me, erano lì per imparare il finlandese. Ancora più osceno è il fatto che, il professore in questione, lavora nella struttura di AKK, la scuola per stranieri, dove hanno pretesa di insegnarti, oltre alla lingua, la cultura, la storia e le tradizioni della Finlandia. Inutile dire quanto orgogliosi siano i finlandesi di AKK. Questo è un popolo estremamente legato alla propria terra, alle origini, di un patriottismo che a volte invidio e che stimola in me una certa avversione per alcuni miei connazionali. Ma che in alcuni casi li rende anche ciechi, acritici e poco disponibili al dialogo. Davvero non capisco perché, l’insegnante di cui parlo, durante le sue lezioni cerchi in continuazione il paragone tra la Finlandia e l’Italia e mai, che ne so: tra Finlandia e Cina, Nuova Zelanda, Inghilterra, Marocco, Iraq, Iran – in realtà credo di capirlo. Quello della mafia che incrementa l'economia italiana, non è un caso a sé. Ce ne sono altri simili. Ad esempio la donna che, sempre secondo l’utile insegnante, in Finlandia ha ormai da tempo raggiunto gli stessi diritti dell'uomo, al contrario di quanto accade in Italia dove vive una situazione di sottomissione. Certo avrei anche potuto zittire se, sempre l'utile insegnante, si fosse ricordato, ad onor del vero, di dire che la Finlandia è anche il paese in cui si verificano più episodi di violenza da parte degli uomini sulle donne – secondo in Europa alla Romania. Ma se tutti i problemi di AKK si limitassero alle idiozie di un utile insegnante, non varrebbe neanche la pena parlarne. Ci sono in realtà cose che infastidiscono molto di più in quanto hanno la pretesa di prendere in giro. Mi riferisco in particolare alla tanto propagandata “efficienza” della scuola intesa come luogo in cui attingono manodopera alcune industrie finlandesi, come la Nokia. Si esalta di ciò, il fatto che gli stranieri hanno la possibilità di entrare da subito nel mondo del lavoro. Se non fosse che, osservando con attenzione, ci si rende conto che i capitalisti e la politica economica finlandese non sono meno “furbi” di quelle degli altri paesi. Eh sì, ciò che in Finlandia si vuol fare passare per un fatto positivo positivo, in realtà nasconde proprio la furbata della grande industria dei telefonini, in questo caso, e dei politici.

Lavoro

Ci troviamo nell’aula magna della scuola AKK, con il manager della Nokia molto attento a illustrare agli immigrati la efficienza, grandezza, ricchezza, qualità della industria finlandese. Solo a conferenza ultimata si viene a conoscenza del fatto che, la Nokia, cerca sì personale, ma di lingua estone o russa. E che ci siamo venuti a fare a questa conferenza noi italiani, arabi, nordafricani, rumeni, inglesi, neozelandesi, cinesi... verrebbe da chiedere? Ma soprattutto, per quale motivo si assumono persone che parlano solo quelle lingue? Il manager risponde a tutte le domande che gli vengono poste, con prontezza e professionalità: si vede che ha studiato: "Perché i manager dell’industria di Salo sono estoni e russi e non parlano inglese”. Che faccia tosta! La verità è un'altra e non è difficile da capire. Se la Nokia assume personale estone e russo, il motivo è lo stesso che ha indotto moltissime ditte dei cantieri navali, quelli edili e di tanti altri tipi di lavoro, a farlo. L’estone lavora in Finlandia accontentandosi di paghe molto basse e quelle offerte in questo caso dalla Nokia sono bassissime. L’estone, a differenza del finlandese, ma anche degli extracomunitari provenienti da paesi lontani, può accontentarsi di un salario bassissimo in quanto più che un immigrato, è da considerarsi un pendolare (Helsinki-Tallin dista un'ora e mezzo di traghetto). Tutto ciò a danno non solo degli altri extracomunitari, ma degli stessi finlandesi. E a vantaggio oltre che della Nokia, dell'immagine della Finlandia, paese dove tutto funziona, anche l'economia. Ecco qual’è la cosa che mi infastidisce di più: il fatto che, in Italia, tutti sarebbero venuti a conoscenza della furbata targata Nokia, in Finlandia, ahum ahum!

Criminalità

In finlandia non ci sono organizzazioni di stampo mafioso. Già, per fortuna. C'è però la malavita, tanta malavita. Dedita allo spaccio di droga, soprattutto. Trattandosi di malavita non organizzata, il finlandese medio si sente in diritto di guardare l’italiano dall'alto verso il basso. Senza chiedersi però se, il potere che ha questo tipo di criminalità nel Paese, non sia qualcosa di cui vergognarsi particolarmente, meglio, che mette lo Stato, la politica, le forze di polizia, la magistratura in una situazione di cui non possono certo essere fieri. Mi spiego: in Italia c’è la mafia, anzi le organizzazioni mafiose. Ognuna con una sua struttura, “politica e militare”. Se da una parte è vero che le colpe maggiori del potere acquisito da alcune di queste organizzazioni siano da imputare allo Stato, dall'altra è anche vero che l'Italia può vantare, all’interno delle proprie Istituzioni, uomini e donne, magistrati, poliziotti, giornalisti e anche politici che hanno dato tutto, sinanche la propria vita, alla lotta alla mafia. E, a volte, con risultati eccellenti.

Per quanto riguarda la malavita finlandese, la situazione è la seguente:

Non essendoci, come abbiamo detto una struttura di tipo mafioso, a rappresentare la malavita in Finlandia sono soprattutto le gangs. Le più importanti, quelle dei motociclisti. Sono divise tra loro e identificabili in tre “associazioni”. Sparse in quasi tutto il Paese e ognuna di esse collegata alle omonime di altri paesi, soprattutto Svezia, tra quelle finlandesi è lecito pensare che la più potente sia quella che fa riferimento ad un gruppo di Tampere. Pur odiandosi tra loro, hanno molte cose in comune. Sono gruppi dediti soprattutto a delinquere e non collegati a movimenti politici, ma sono anche estremamente nazionalisti e soprattutto razzisti. Tra i loro interessi, il più importante è il traffico di sostanze stupefacenti. Fanno entrare la droga nel territorio finlandese dalla Russia, ma anche da Olanda e Inghilterra. Per queste operazioni si affidano, nel primo caso a collaboratori di nazionalità russa che vivono in Finlandia, nel secondo aiutati dalle gang svedesi. Lo spaccio delle sostanze, in territorio finlandese, avviene tramite manovalanza prelevata molto spesso negli ambienti degli extracomunitari: soprattutto nordafricani (a Turku) e sudamericani (soprattutto a Helsinki), ma anche tra finlandesi molto giovani.

Di tutto ciò e tanto altro ancora, sicuramente, sono a conoscenza le forze di polizia, magistratura, giornali. Ma cosa si fà in Finlandia per combattere questi delinquenti che, come abbiamo detto, non godono di alcuna struttura né particolare “intelligenza” criminale?

Cominciamo dai giornali che, come noto, preferiscono non dare molto spazio alla Cronaca, soprattutto a quella finlandese. Per quanto riguarda polizia e magistratura, qualcosa si fà, più che altro quando di mezzo c'è il morto. E poi? Tutto ritorna alla normalità. In alcuni bar del centro di Turku si va più per rifornirsi di droga che di alcol e gli spacciatori si sono divisi il mercato tra quelli che vendono coca, anfetamine e droghe leggere. In compenso i motociclisti sparano meno. Già, in compenso. Siamo lontani da quella volta che si arrivò a creare un’aula bunker nelle vie di fuga di una galleria, bloccando per questioni di sicurezza un’autostrada. Tanta bella propaganda che servì a fare della Finlandia un Paese dove la criminalità viene immediatamente estirpata. (Permettetemi una battuta: ma non fu un po’ ridicolo creare tutto quel baccano per quattro cretini in giacca e pantaloni di pelle? Forse sarebbe bastato chiedere l'intervento, che ne so, del centralinista del Dipartimento Investigativo Antimafia, in Italia: quello li avrebbe messi a nanna con quattro sculacciate!). E a continuare a scrivere e a dire dell'Italia come del Paese della mafia. Ma mai di Falcone, Borsellino, La Torre, Dalla Chiesa, Francese e dei tantissimi poliziotti, degli Uomini dello Stato che hanno intaccato irreversibilmente una delle più grandi organizzazioni criminali del mondo. Non quelle di quattro bellimbusti di cui, in Finlandia, nessuno riesce a fare pulizia. (3.5.2007)

Il Loggione




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