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Eleganza

Italia–Finlandia (non c'è partita)

Tamarri, cinghiali, cozzali... termini che cambiano da regione a regione, ma tutti con uguale significato: cafoni. Tra le poche cose che sono rimaste al popolo italiano, c’è l’eleganza. Certo di tamarri ce ne sono anche da noi; “alliccati” di gelatina o del tipo "guardacomesonosfigato”, sempre tamarri sono. Ma se esistesse un premio, che ne so, il cinghiale d'oro, per i tamarri più tamarri, a vincerlo sarebbero i finlandesi... Non gli americani e neanche i tedeschi, popoli notoriamente poco eleganti e consapevoli di ciò. Ma i finlandesi che, a differenza di quelli, non ammetteranno mai di esserlo, poco eleganti.

L’abito non fa il monaco, ma può farti cinghiale, eccome!

Anni fa, una nota rivista finlandese, decise di eleggere, tra i finlandesi più famosi, il più elegante. Dalle foto pubblicate sul giornale, era davvero difficile scegliere. Cioè nessuno di loro era, sia pur lontanamente, elegante. Infatti vinse Mika Häkkinen, l'ex pilota di Formula Uno. La vittoria la ottenne grazie ad una foto in cui appariva così: laccio in cuoio stretto al collo con piccolo pendente in ferro o argento. Camicia a righe, di colore scuro, aperta sino all'altezza dello sterno. Jeans e cintura in cuoio con enorme fibbia argentata modello John Wayne in El Grinta o anche Tomas Miliam in Er coatto da' Prenestina. In ultimo e questo fu forse il tocco di classe che gli fece vincere il concorso, sotto il jeans, udite udite, scarpe in cuoio tacco e punta: uhauuu!

Però bisogna dire che, noi italiani in Finlandia, non siamo da meno. Per esempio, sino allo scorso anno, sul sito ufficiale di una importante istituzione italiana, sulla foto dei dipendenti, il direttore appariva così: camicia bianca e cravatta scura, rigorosamente senza giacca. Estremità della cravatta all'altezza dello stomaco. Pantalone scuro e, figata delle figate, portachiavi in metallo, con tanto di chiavi appese, al passante. Più che il cinghiale d’oro, il soggetto in questione avrebbe meritato il premio Omino Michelin, “Camionista dell'anno”.

Camicia a maniche corte con taschino, cravatta, ma senza giacca, sandali, ma con le calze: di finlandesi combinati in questo modo, se ne incontrano a decine, d'estate, che in maniera disinvolta passeggiano per la città. Oppure in magliettina, pantaloni corti, ciabatte e, immancabili, i calzini. Ma la cosa più tenera sono i finlandesi, marito e moglie, vestiti uguali. Stesso giubbotto, pantaloni, scarpe e cappellino: che carini!

Se poi vi fate un giro a Kauppatori, alle bancarelle che vendono abbigliamento, non potrete fare a meno di notare che, quelle dove sostano più clienti sono le stesse che espongono magliettine, occhiali, collane, bracciali e anelli Heavy Metal o quelle che vendono borse e accessori di firme italiane, rigorosamente taroccate.

Un altro momento in cui si può prendere atto dello stile finlandese, è, incredibile ma vero, quello durante la cerimonia della Festa dell'Indipendenza. Qui le uniche eleganti sembrano essere le autorità militari, per il resto: donne estremamente grasse con abiti aderenti e scollati, donne estremamente cortigiane che esibiscono inchini fuori luogo (si tratta del Presidente della Repubblica finlandese, non di Sua Maestà la Regina). Uomini estremamente galanti che si esibicono in baciamano (ma come, al Presidente della Repubblica si bacia la mano? Mai!), altri uomini estremamente religiosi che rifiutano di stringerle la mano. Invitati tra cui anche ambasciatori (ahimé anche italiani) che non comprendono che, dopo essere stata quattro ore, ferma in quel punto, a salutare e stringere mani, il Presidente è esausto e quindi dovrebbero rendere più breve la loro sosta. Invece, incuranti di quello che può essere il suo stato fisico, si fermano, scambiano battute, bloccano la chilometrica fila di invitati. Non che siano tutti così, intendiamoci. Lo scorso anno, ad esempio, a portare un po' di eleganza, classe e stile, ci pensò Ville Valo (Him).

I finlandesi e la... “cattiva digestione”

Sono tante le cose che non condivido con il popolo finlandese. Ciò non toglie che riesco a viverci insieme meravigliosamente. Si può stare insieme pur non condividendo tutto, anzi, questo, a volte, rende la cosa ancora più affascinante. C'è qualcosa però che non solo non condivido, ma che non tollero, anzi detesto, meglio odio, mi fa incazzare, disgustare, prendere le distanze. Esattamente due cose. La prima:

Il ruggito del cinghiale.

Il finlandese mangia e contemporaneamente emette rumori con la bocca, lascia che fuoriesca aria proveniente dallo stomaco: insomma rutta. A bocca aperta, nel peggiore dei casi o fingendo di contenerlo in gola. Comprendo se qualcuno, leggendo, cominci a provare disgusto, mettetevi quindi nei miei panni. Dovunque mi trovi, per strada, vicino ad uno che addenta un panino o al ristorante, mi tocca di sentire quell’odioso e rivoltante rumore.

La seconda:

Lo sputo

Durante il fascismo Mussolini aveva voluto che fossero affisse targhe e manifesti, per strada, nelle scuole e in ogni luogo pubblico con la scritta: "La persona civile non bestemmia e non sputa per terra". Cerco sempre di avere rispetto per il popolo e il luogo che mi ospita. Solo per questo motivo subisco passivamente la presenza di decine e centinaia di adolescenti, ma anche adulti che invadono il centro della città con i loro sputi. L'altro giorno ero appena uscito dal supermercato Stockmann, avevo le buste della spesa in mano e desideravo accendermi una sigaretta. Stavo per appoggiare le buste per terra, ma mi sono bloccato: il marciapiede era letteralmente cosparso di sputi. E mentre maledicevo i cozzali e cinghiali e tamarri e coatti e che siano maledetti, altri ragazzi sopraggiungevano e sputavano, a destra e a sinistra, davanti e dietro. E passivamente continuavo a subire e la rabbia e lo schifo aumentavano sempre di più, non tanto per quei cowboys maleducati e sporcaccioni, ma soprattutto per le signore e i signori elegantoni che uscivano e entravano nel supermercato, con tanto di atteggiamento snob, ma il cui livello di civiltà non gli suggeriva di dire, ad uno di quei tamarri, qualcosa tipo: "Brutto cafone, buzzurro e vastaso, quelli come te dovrebbero rinchiuderli in una riserva. Togliergli non solo il passaporto per evitare di andare a sputacchiare anche in quei paesi civili, dove l'ultima testimonianza di un uomo che sputava per strada risale al Medioevo, ma anche la possibilità di raggiungere il centro urbano delle nostre città. Brutto cozzalo: tornatene nella foresta!". Perchè è così che parlerei ad uno della mia città che mi sputa a due metri dalla scarpa. Invece niente. Qui non posso, questa non è la mia città. Per cui, tra uno split e un altro, tutti i giorni, passeggio anzi faccio slalom nel centro di Turku. Però sto pensando che potrei, da un giorno all’altro, prendere anch’io l’abitudine di sputare per strada. Ma ad altezza d’uomo, mirando con precisione.

Quando scappa scappa

Durante l'ultima vacanza a Bari, mi trovavo in una zona di bassi. Un ragazzo aveva lasciato che il cane facesse pipì all'angolo della strada. Improvvisamente vidi uscire dal basso una vecchietta armata di scopa che con l'energia di una giovinetta, cominciò a vibrare colpi e maledizioni contro il ragazzo e il suo cane.

In Fnlandia quando scappa scappa e se poi è finesettimana e si è leggermente brilli, la si lascia scappare in pieno centro. Come quella volta che mi trovavo al Börs, elegante ristorante con ampie vetrate che danno sulla piazza principale della città. Ero in compagnia di una musicista italiana e, mentre si cenava, un giovane pensò bene di avvicinarsi alla vetrata e farci su una spruzzatina. O quella volta vicino a Koulu, sempre pieno centro, quando un altro giovane, mentre faceva la spruzzatina sul muro, si girò, forse incuriosito dalle voci, nello stesso momento in cui sopraggiungeva un gruppetto di persone: colpiti e... affogati!

Ma sì, in fondo cosa c'è di più naturale della pipì. Il problema è di noi italiani e dei nostri tanti tabù. Come ad esempio in discoteca. Quante volte mi è capitato, qui in Finlandia, di trovarmi nel bagno di una discoteca e vedere improvvisamente arrivare due o tre ragazze. Tutte le volte ho pensato: " O c... vuoi vedere che ci siamo sbagliati?" Ma loro, le finlandesi, così emancipate, aperte, moderne, guardando me e il mio imbarazzo mi tranquillizzavano dicendomi "Our toilette is occupied". E allora dai! Che quando scappa scappa. (28.3.2007)




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