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Diario del Betulla

Lunedì 28 luglio 2008, nella quiete di una giornata finlandese mentre siedo sulla mia terrazza in quel di Kakskerta e navigo in internet, noto dalle uova uscire del fumo denso. Intuisco che i finlandesi me le hanno cotte, addirittura più degli italiani!

Berlusconi ha un pregio o un difetto, dipende dai punti di vista, ed è quello di aver dato vita agli antiberlusconiani. Cioè ad una categoria di esseri quasi pensanti o che pensano per riflesso e che senza di lui non sarebbero stati nulla, ma che grazie a lui invece possono dire di essere qualcosa: appunto antiberlusconiani. Non tutti gli antiberlusconiani sono uguali, sia chiaro. Mi riferisco, con quanto scritto, a quegli antibelusconiani che tutto va bene, purché vi sia dell’antiberlusconismo. Che vivono e nutrono il loro cervello soprattutto di antiberlusconismo. Che la cucina finlandese è addirittura buona, tanto per andare a quel posto a Berlusconi. Sono di solito persone che non smuoverebbero neanche una riga ad un elettroencefalogramma se non udissero il nome di Berlusconi. Uomini che l’ultima volta che si sono eccitati con una donna è stato con Veronica Lario, quando ha scritto la famosa lettera a Repubblica: dopo di allora solo viagra. Quelli che sbadiglierebbero subito dopo una iniezione di adrenalina e si addormenterebbero immediatamente dopo aver tirato una pista di coca. Non sarebbero neanche fastidiosi se non fosse che escono dall’agonia solo per applaudire alle volgarità e alle offese pesanti che gli altri popoli ci rivolgono approfittando dell’antiberlusconismo. Sarei tornato a votare se in Italia ci fossero stati oltre ai berlusconiani e gli antiberlusconiani, anche i politici. Purtroppo sono ancora costretto a tenermi lontano dai seggi elettorali, per paura di ritrovarmi davanti allo specchio e rendermi conto di essere diventato nientaltro che un antiberlusconiano o un berlusconiano. O peggio ancora un antiberlusconiano di quelli che il popolo è sovrano quando vota a sinistra, imbecille quando vota a destra. Di quelli ai quali non frega in realtà nulla del nostro paese, se non il fatto di strafogare dalle tasse che pagano gli italiani facendosi finanziare iniziative di dubbia utilità e che godono nel contempo a vedere una anche abbondante manciata di finlandesi cerebrolesi gettare feci sul nostro paese: anche se il tutto non è riconducibile all’antiberlusconismo.

Ecco come funziona la comunicazione in Finlandia: un giornale riporta una coglionata di un sindacato, poi alcuni pseudo-intellettuali fanno propria la coglionata, quindi i giornalisti si accodano alla coglionata, infine su 5 milioni e mezzo di abitanti, una buona manciata di questi finiscono per sparare troiate in internet.

Tutto comincia con la renna marinata di Berlusconi, avvenimento che in un luogo dove non succede mai nulla e di cui nel mondo nessuno parla, si protrae negli anni senza interruzione, andando oltre la cottura delle uova, disintegrandole. La renna marinata sdogana l’incomprensibile e comico razzismo tipico di una parte di finlandesi a cui non hanno mai spiegato che addirittura il razzismo deve avere un minimo di giustificazione. Comincia il balletto dei comunicati filonazisti dell’allora direttore del Turun Sanomat –quotidiano che si interessa soprattutto di appalti pubblici, edilizia, ristorazione, tunnel per parcheggi di automobili... per conto dei loro amici - a ruota seguono i lettori del quotidiano noti per essere l’elite della intelligentia finnica. Ed ecco che, l’altra elite, quella dei sindacati, tira fuori il coniglio dal cilindro e propone al governo di bloccare le importazioni dall’Italia. Cosa che in men che non si dica diventa un tormentone e che va ad aggiungersi alla monotonia tipica della Finlandia.

Stamattina faccio un giro su alcuni forum finlandesi, in internet. Gli argomenti spaziano dall’ormai famoso - direi un divo - finlandese che ha preso una multa a Firenze e quindi “blocchiamo le importazioni dall’Italia” e “mai più in vacanza in Italia” bah! alla ministra che ha sollevato il dubbio che alcuni alimenti avariati provenienti dal nostro paese possano essere stati venduti in Finlandia, per cui i “blocchiamo le importazioni dall’Italia” di altri cerebrolesi pronti a raccogliere senza sapere che la mediocre ministra è proprio sulla loro di mediocrità che puntava. A queste seguono una serie di offese al nostro paese e al suo popolo che, se non fosse che provengono da persone che leggono il Turun Sanomat e qualche altro giornalino finlandese, sarebbero da ritenere gravi – anche se quelli che offendono o tentano di offendere sono un buon numero di persone. Ma magari fosse solo una questione che riguarda chi legge il Turun Sanomat. Diciamo che l’informazione, in Finlandia, si completa attraverso tre giornali: l’Helsingin Sanomat, il Turun Sanomat e Katso. Quest’ultimo è collocato a centro, gli altri due sono situati uno a sinistra e l’altro a destra. Eccovi spiegata con un piccolo schema l’informazione finlandese.

Ora, mentre leggo tutte queste coglionerie, di destra e di sinistra, vengo preso da un senso di patriottismo sino ad ora tenuto nascosto per non offendere l’intelligenza e la cultura dell’immigrato italiano di sinistra. L’idea è la seguente: siccome la proposta del blocco delle importazioni viene sì dal popolino, ma ancora prima da istituzioni come il sindacato, poi la Stampa e infine gli intellettuali, allora perchè non giochiamo di anticipo e blocchiamo le esportazioni in Finlandia? Mi rendo conto che è una coglionata, ma perché lasciare il monopolio delle troiate ai finlandesi? Una volta tanto avrò diritto anch’io a sentirmi un coglionazzo? Ovvero a sentirmi simile ai sindacalisti, direttori di giornali, intellettuali finlandesi?

Certo, poi mi sono chiesto, nel caso in cui davvero Berlusconi blocchi le esportazioni alla Finlandia, che fine faranno tutte le nostre Ferrari, Lamborghini, Ducati, le opere dei nostri stilisti, le tonnellate e tonnellate di prodotti alimentari di tutti i generi utili a sfamare quel miliardo di finlandesi? E che danni subirà il turismo in Italia senza più tutti quei milioni di finlandesi che vengono a visitare i nostri musei, a mangiare nei nostri ristoranti, ad affollare le stazioni balneari? I gondolieri rimarrebbero disoccupati, gli hotel di lusso senza stelle, i ristoratori sarebbero costretti a mangiarsi la loro merce avariata. Una catastrofe! No, meglio di no. Lasciamo tutto com’è e speriamo che tutto si limiti ad un ricatto e che i finlandesi non pensino davvero di bloccare le importazioni. Sennò sai che danno e che paura! Anche perché loro sarebbero avantaggiati da un’iniziativa del genere: infatti l’importazione di quali prodotti finlandesi dovremmo bloccare in Italia? I telefonini Nokia? Beh se gli italiani fossero intelligenti un Nokia non lo comprerebbero comunque, dopo quello che l’”avanzata” ditta finlandese ha fatto ai nostri lavoratori. Del resto questo paese “avanzato” non ha neanche un’industria automobilistica. Loro, i finladesi, dicono che noi sappiano fare solo le automobili. Già, loro invece sanno solo guidarle. Infatti una nota industria automobilistica svedese aprì anni fa una filiale in Finlandia, ma la richiuse subito dopo in quanto incapaci, i finlandesi, di lavorare in quel settore.

A pensarci bene, però, bloccare le importazioni significherebbe anche risparmiare tantissimi soldi che le nostre istituzioni danno per iniziative senza senso agli antiberlusconiani, cioè no, dico meglio: a chi da adito ai finlandesi di sputare nel piatto in cui lui stesso, più di chiunque altro, strafoga! (2.8.2008)




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