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È vero: l’Italia non è solo mafia, malapolitica…


Da un po’ di tempo è anche censura, maledettissima e odiosissima CENSURA! (Anche a Turku!)

Denunciare ciò che tormenta il proprio Paese, è un atto di coraggio, e di onestà. La vergogna sta nell’avere tra di noi, chi impone il silenzio, chi, in un modo o nell’altro, censura il pensiero altrui.

È da un po’ di tempo che circola tra taluni italiani all’estero, una parola d’ordine che invita tutti a non parlare del marcio in cui annaspa il nostro paese. “Perché in fondo il nostro è un gran bel Paese”, recita lo scritto in prosa di un seguace del nuovo ordine che coincide esattamente con la nascita dell’attuale (non)governo. Chi vive all’estero ha senz’altro avuto modo di constatare di persona quanto ho detto e, nel caso in cui avesse dei dubbi, si informi su quanto è stato detto dai seguaci del nuovo ordine, a proposito di Roberto Saviano, in Danimarca prima e a Helsinki poi. Ci sono poche cose ignobili quanto la censura. Non dibatto su quanto sia giusto denunciare fatti di cui tutti gli italiani dovrebbero vergognarsi, ma sul fatto di voler fare in modo che, una cosa da noi non gradita o di cui pensiamo di poter essere danneggiati, debba rimanere occultata dal silenzio imposto. Scrivo questo, in quanto, l’altro giorno, durante un dibattito tra il regista Lucio Giordano e il pubblico presente alla proiezione del suo film, il tentativo di censurare il nostro ospite, invitato a parlare, è purtroppo andato in porto. Di ciò mi assumo parte delle mie responsabilità. In quanto organizzatore dell’evento, come dice qualcuno, sarei dovuto intervenire per permettere a Giordano di continuare a esprimere le sue opinioni. Mi scuso con lui e con chi era presente alla proiezione del film Le bande, ma se non l’ho fatto, è stato per evitare che, una bellissima e riuscitissima serata, finisse rovinata dalla polemica.

Questi i fatti: Giordano, invitato anche da un presente che liberamente e con ogni diritto decide di rivolgergli una domanda sui politici italiani, sta rispondendo. Già precedentemente, l’argomento mafia e politica con essa collusa, aveva suscitato malumore in uno dei presenti. Ma, come dicevo, mentre Giordano si accinge a rispondere al suo interlocutore, vi è il tempestivo intervento di Luigi de Anna che si inventa di sana pianta che “bisogna lasciare la sala in quanto il tempo a nostra disposizione è scaduto”. Trattasi, questa sua affermazione, di menzogna, in quanto, l’intervento giunge alle ore 20.00, quando invece, la sala, era a nostra disposizione sino alle 20.30. (Ma la “fantasia” di de Anna non ha limiti: addirittura, per far rimpiangere all’organizzazione il fatto di non aver accompagnato Giordano dall’ambasciatore italiano, si inventa che, l’ambasciata, aveva invitato all’incontro “importanti persone del cinema finlandese”. Di quale cinema? Il multisale nei pressi della stazione ferroviaria? Ma viene immediatamente smentito dalla stessa ambasciata.)

Naturalmente tutti i presenti all’evento hanno intuito le intenzioni del de Anna. Quello che non accetto, anzi quello verso cui protesto vibratamente, è l’atteggiamento di Luigi de Anna che, da semplice cittadino, al pari di tutti i presenti (sino a prova contraria), addirittura pretende di imporre regole che nessuno, neanche le autorità possono imporre in uno Stato libero e democratico come quello finlandese o italiano. Quello che mi chiedo, anzi che chiedo ai seguaci del “nascondiamo tutto il male dell’Italia” è se, tra quello, vi è compreso anche Luigi de Anna.

Vietare ad una qualunque persona di esprimere la propria opinione, ancor di più quando questa persona è stata invitata, appunto per parlare, è una violenza tanto brutale quanto offensiva. Soprattutto quando la censura viene imposta da una persona a cui, sempre, è stato concesso il diritto di esprimersi, e tanto, anche attraverso le pagine del Loggione. Forse è giunto il momento di cominciare a censurare proprio lui, partendo dal Loggione e dal prossimo evento che Il Loggione organizzerà: forse in questo modo riuscirà a comprendere quanto ignobile sia la censura, anche se ho dei seri dubbi che ciò possa accadere.

Forse sarebbe un bene se, le istituzioni, smettessero di assecondare, in tutti i sensi, de Anna, soprattutto finanziandogli iniziative che risultano essere sempre fallimentari, con i soldi dei contribuenti italiani. A sua volta, sarebbe ora che, de Anna, smettesse quegli inutili e ridicoli travestimenti da templare, cavaliere o quello che è e cominciasse a vivere nella nostra epoca che, mafia e politica sporca a parte, ha raggiunto anche traguardi importanti, in primo luogo, la libertà di poter esprimere il proprio pensiero. Per il bene dell’immagine del nostro paese e della comunità italiana di Turku. (2.12.2007)




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