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Brevi storie sulla Finlandia e sui finlandesi

Finlandesi in “odore” d’amore

Qualche tempo fa ho comprato da un negozio di antiquariato un cartello, di quelli che scoraggiavano i finlandesi dallo sputare per terra. Quei cartelli esistevano anche in Italia, qualche anno prima che in Finlandia, ma la particolarità sta nel fatto che, mentre da noi invitavano il popolo a non sputare per strada, in Finlandia l’invito era rivolto ai passeggeri che viaggiavano in treno. Proprio così, quei cartelli erano affissi nei treni. Pare che neanche il fatto di essere su un mezzo pubblico bastasse a trattenere i finlandesi dallo sputacchiare per terra. Un’abitudine che non è scomparsa con gli anni. Certo oggi non ne vedrete mai uno sputare su un treno, ma sempre in una piazza, alla fermata degli autobus, per la via.

Quando si parla di Finlandia, non si può fare a meno di notare che è questo un paese molto “pulito”. Spesso, però, ci si dimentica di dire che tale pulizia è agevolata da alcuni fattori. Come la densità di popolazione che in Finlandia è di soli 5 milioni e mezzo di persone su un’area grande più o meno quanto quella dell’Italia dove, invece, vivono circa 60 milioni di persone. Ci sono poi le condizioni climatiche che non aiutano sicuramente il propagarsi delle malattie. E sicuramente fu proprio il clima a fare in modo che, in Finlandia, certe malattie non mietessero particolari danni, non più di quelli che si verificarono tra la popolazione. Andando indietro nella storia, infatti, veniamo a conoscenza del fatto che, quello finlandese, è un popolo che rifiutava le più elementari regole igieniche. Sì, le rifiutava, ed era addirittura orgoglioso di ciò.

Il Medioevo fu un’epoca di imbarbarimento, sotto molti aspetti, sicuramente anche dal punto di vista igienico. La peste e quello che era conosciuto come il mal francese in tutta Europa e come il mal napoletano, solo in Francia - solo più tardi gli venne dato il nome di sifilide, portata dai francesi a Napoli - fecero un’infinità di vittime e indusse i medici dell’epoca, di più parti d’Europa, a concentrare i propri studi su queste malattie. Fu grazie ad un italiano se si trovarono i primi rimedi alla sifilide. Mentre, come dicevo, in tutta Europa l’igiene faceva milioni di vittime, i finlandesi pare fossero incuranti di ciò sino al punto di ritenere “chic” il non doversi lavare.

Di solito la sporcizia, specialmente in quel periodo storico, era attribuita alle classi sociali meno colte o più povere. Invece, in Finlandia, erano proprio le classi più elevate, i ricchi, la nobiltà, a rifiutare le norme igieniche. La moda in quel periodo era quella di ostentare, addirittura, il proprio cattivo odore. Più puzzavi, più eri trendy, diremmo noi oggi, più attizzavi l’altro sesso. Come spesso accade, i finlandesi, popolo molto orgoglioso, cercano di scaricare, come nel caso dell’uso eccessivo di bevande alcoliche, la colpa di tutto ciò alla chiesa Cattolica. Infatti, sostengono alcuni, era proprio la chiesa a invogliare il popolo a bere grandi quantità di birra e a metterlo in guardia dal lavarsi spesso, in quanto, quest’ultima cosa, era considerata peccaminosa. In realtà è una motivazione, questa, dettata da un atteggiamento molto infantile e anche dalla presunzione tipica di questo popolo, in quanto, come sappiamo, la religione Cattolica riteneva che molte altre cose fossero peccaminose, ma, di quelle, ai finlandesi pare non importasse nulla. E poi, diciamolo: la religione Cattolica faceva sì danni, anche e soprattutto in Italia, ma non è che, ad esempio, Francesca da Polenta perse i sensi per Paolo Malatesta per via della sua puzza di sudore. O che Giulietta Capuleti si sia innamorata di Romeo Montecchi in una afosa domenica di agosto dopo che lui le mostrò l’ascella fumante. Eppure chi più dei popoli meridionali avrebbe potuto usufruire del puzzo stagnante provocato dalla sudorazione, per far innamorare l’uomo o la donna desiderata? Ma, purtroppo per i finlandesi, non fu così neanche per i greci: Ermia non si innamorò di Lisandro in una notte di mezza estate perché, dopo aver percorso decine di chilometri nel bosco, dai sandali fuoriusciva puzzo di formaggio molto stagionato. E neanche Oberon usò una porzione magica ricavata da bigattini e feci di cavallo per far innamorare Titania del primo uomo che avesse incontrato. Al contrario si servì del succo del fiore vermiglio di Cupido.

Insomma tutte storie che non trovano riscontri in quelli che invece furono i gusti, i sentimenti e i piaceri sessuali dei finlandesi. Nel periodo di cui ho scritto, oltre al desiderio di non lavarsi, ne avevano infatti un altro che riguardava proprio le donne. Queste, per attirare le attenzioni sessuali del maschio finnico, dovevano avere una “qualità” – oltre al puzzo: essere abbondantemente grasse. Sì, al finlandese dell’epoca non piacevano, assolutamente, le donne snelle. Anzi, più erano grasse, più le considerva attraenti. Potete dunque immaginare quali fossero i gusti di quei finlandesi, non solo estetici, ma soprattutto, diciamo così, igienici. Una donna grassa, con inevitabilmente una sudorazione eccessiva e che non si sarebbe dovuta lavare spesso: una festa di odori e di ciccia che risvegliavano gli istinti primordiali – molto primordiali – del maschio finlandese. Che in compenso poteva però godere del tanto calore che le grasse donne gli procuravano: e non era cosa da poco, soprattutto nelle fredde notti d’inverno. Insomma, il finlandese, pragmatico per natura, univa l’utile al dilettevole. Sull’utilità di avere una donna grassa a letto quando fuori ci sono meno venti gradi sotto lo zero di temperatura, non ho dubbi. È quel dilettevole che considero raccappricciante, un po’ troppo perverso, come dire: non mi convince, anzi mi puzza! (22.7.2008)




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