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Ma come è “avanzata” la Finlandia

Musei, computer, uova, piselli, patatine, sondaggi... e la Finlandia “avanzata” è servita

Sarà capitato sicuramente anche a voi di leggere o di sentire che “la Finlandia è un paese avanzato”. E sicuramente anche coloro che non necessariamente hanno un’ottima conoscenza della lingua italiana, ma un adeguato numero di neuroni che non amano il sesso sicuro, si saranno chiesti: ma che ca...o vuol dire?

Di sicuro non significa che la Finlandia è avanzata nel senso che è più difficile da comprendere di altri paesi. Forse più difficile da digerire, ma da comprendere proprio no. Sicuramente, il termine “avanzato” si riferisce al fatto che è un paese innovatore, emancipato. Allora la domanda è: lo è in tutti i campi? Cioè la Finlandia è un paese avanzato in assoluto? Per dire, il fatto di investire in ricerca scientifica più o meno di altri paesi, fanno della Finlandia un paese avanzato, per esempio, rispetto all’Italia, ma arretrato rispetto agli Stati Uniti? E se la Finlandia è avanzata rispetto all’Italia per quel che riguarda l’energia nucleare di quanto è arretrata rispetto all’Islanda per quanto riguarda la ricerca per l’energia geotermica o idroeletrica? Di un centinaio d’anni! Però, a differenza dell’Islanda, la Finlandia può godere di un’ottima operazione di marketing che la fa apparire agli occhi degli ignari una specie di paradiso ai limiti dell’inferno economico, culturale etc. in cui giacciono gli altri paesi europei. I sondaggi, ad esempio, se non vengono presi con la dovuta cautela, sono un elemento importante per diffondere un’immagine distorta di ogni paese. Quello che è sconcertante è che se le statistiche vengono stilate su brevi interviste fatte ad un campione della popolazione finlandese, il risultato risulta essere sempre eccessivamente positivo. Se al contrario, si basano su una certificazione, allora la situazione si capovolge e vengono fuori dati che a mio modestissimo parere, sono più vicini alla realtà. Uno di questi, ad esempio, ci mette in guardia dal considerare quello finladese un popolo particolarmente avanzato o emancipato o con un particolare rispetto per il “sesso debole”. Il dato in questione riguarda proprio la violenza sulle donne all’interno delle mura domestiche, di cui per numero di episodi che si verificano, la Finlandia è seconda, in Europa, solo alla Romania. Se provate a chiedere ad un italiano se è felice sicuramente per motivi reali ma anche per un’innata forma di vittimismo e per il desiderio di non accontentarsi, vi risponderà che no, non lo è. Se la stessa domanda la rivolgete al patriottico finlandese, al contrario vi risponderà che è sì molto felice di vivere nel suo paese. I sondaggi lasciano il tempo che trovano, tocca poi agli studiosi, soprattutto, chiedersi come mai allora un popolo felice sente la necessità di anestetizzarsi frequentemente con l’alcol. Tocca agli studiosi capire qual è per i finlandesi il significato della parola felicità e soprattutto quali differenze ci sono tra il loro modo di intenderla e quello degli italiani. Un italiano si direbbe felice se fosse “costretto” a vivere il parziale isolamento a cui è costretto il finlandese sei giorni su sette? Il fatto di dirsi felice non contrasta notevolmente con il fatto di essere anche un paese tra quelli con il più alto tasso di suicidi? L’altro giorno leggevo su un giornale italiano di una coppia di nigeriani che abitano in un appartamento non lontano dal centro della città di Bari. Una stanza di venticinque metri quadri, con bagno e cucina e una finestra, che il giornalista giustamente definiva “tugurio”, proprio per via delle misure ridotte. Ebbene, quale italiano sarebbe felice di vivere in una casa di quelle dimensioni? Molti finlandesi lo sono! Le case, in Finlandia, possono anche essere di 15 metri quadrati, per rendersene conto basta dare un’occhiata in internet. E vi vivono non solo gli extracomunitari, ma soprattutto i finlandesi. Da due anni un mio amico abita con la sua ragazza in un appartamento di venti metri quadri, in centro, pagano 450 euro di affitto e, per loro, non c’è nulla di male, anzi sono felici di vivere lì. C’è senza dubbio un diverso modo di intendere la felicità ma non solo quella e c’è senza dubbio un diverso modo di porsi in maniera critica nei confronti del proprio paese e del proprio popolo. Non saranno i sondaggi a svelarci la verità e neanche lo farà chi per convenienza ha interesse a far apparire la Finlandia in un certo modo.

Tra i tanti venditori di libri e articoli vari che passano dalla Finlandia e che si lanciano in elogi spropositati al paese e alla popolazione, tipo starlette durante gli spettacoli a Napoli, qualche tempo fa Diego Marano ha scritto un articolo sul Sole24Ore in cui ha evidenziato alcune verità che salterebbero agli occhi anche dei più sprovveduti - tranne a quelli che per scelta hanno messo fette di kinkku sul cervello. Marano scrive, tra le altre cose, di questo popolo che si dice felice e “avanzato” ma mettendoci in guardia dal volerlo imitare al punto di fare dei giovani italiani, sia pur con i loro tanti difetti, degli incivili –“cafoni”- finlandesi. Ecco un’altra differenza culturale tra noi italiani e i finlandesi. Se ubriacarsi sino a vomitare, infastidire, addormentarsi, orinare per le strade è un fatto normale - nel senso che si ripete ogni fine settimana durante il periodo invernale e quasi quotidianamente l’estate - per i finlandesi, non lo è per noi italiani e la speranza di Marano è quella che la tanta fasulla propaganda su questo paese non induca noi italiani a desiderare di imitarlo anche in quei comportamenti che, giustamente, riteniamo essere indegni. Forse, soprattutto quello dei giovani italiani, è un patrimonio da difendere, se non altro per il senso critico con cui essi si pongono all’interno della società, spesso anche sbagliando nei modi, ma facendo perno su un impegno politico e culturale che, a differenza dei coetanei finladesi, li spinge ad una continua ricerca di valori diversi che non si limitano al fattore economico, all’interesse per i computer e tantomeno allo “spaccarsi” di alcol sino a perdere i sensi, pisciare, vomitare... e addormentarsi sui marciapiedi del centro. Sicuramente c’è chi obietterà sul fatto che i giovani italiani fanno molto uso di droghe. Ed eccone ancora un’altra di differenza tra i due popoli: in realtà in Italia si parla molto e giustamente dell’uso di sostanze supefacenti soprattutto tra i giovani, in Finlandia non se ne parla, ma vi garantisco che la coca e l’ecstasy proveniente da Olanda e Inghilterra, oltre alla produzione interna di marijuana e altre porcherie importate dalla Russia, qui abbondano e si consumano in grosse quantità, ma in silenzio. La televisione e i giornali italiani ci raccontano quotidianamente, sino alla noia, della Perugia ormai preda degli spacciatori o dei locali di Milano in cui è più facile trovare coca che una Marlboro. Mi offro come guida, a chiunque lo desideri, per un tour nei locali di Turku allo scopo di dimostravi che difficilmente ne troverete uno che non sia il punto vendita di qualche pusher. Il tutto, peró, si svolge in maniera silenziosa, senza che la Stampa vada a ficcarci il naso. Quel che è più comico è che, proprio a qualche metro dalla sede del Turun Sanomat, uno dei due quotidiani più importanti della Finlandia, è situato un locale pubblico conosciutissimo per essere la meta più importante di chi vuole rifornirsi di droga, di tutti i tipi. Lo sanno tutti, tranne quelli del Turun Sanomat e la polizia, ovviamente.

Dunque, per qualcuno, la prova che il popolo finlandese sia avanzato, sono i tantissimi musei, da Turku alla Lapponia. È vero, la Finlandia è piena zeppa di musei. Qui tutto diventa, dopo circa una decina d’anni, un museo: la vecchia casa di campagna, il minuscolo sommergibile della Seconda Guerra Mondiale e così via. Però bisogna dire che, i musei, quelli veri, sono davvero avanzati. Guardandoli dall’esterno non lo direste, in quanto sono freddi, di colori bruttissimi e piatti, non lineari, ma piatti. Ma, del resto, il grattacielo del New York Times e le più importanti strutture architettoniche del mondo, portano la firma di geni italiani, mica finlandesi. E, inoltre, se avete gusto per l’estetica, non potrete non rendervi conto che, a Turku, le costruzioni più belle o forse sarebbe lecito dire le uniche belle, sono state realizzate da uno che si chiamava Bassi. Ma diciamo che l’interno dei musei è senza dubbio la dimostrazione che il popolo finlandese sia avanzato. Caldi anche d’inverno quando fuori la temperatura è bassissima, con impianti elettrici a norma, gli immancabili computer per ogni tipo di informazione sulle opere esposte, la gestione affidata a personale molto “professionaale”: parola diffusissima in Finlandia, utilizzata anche per definire la venditrice di wurstel che trovate nei supermercati. Certo, le opere che vi troverete esposte, non faranno di nessun museo finlandese, neanche di Aboa Vetus, il più importante della Finlandia, un museo al pari dei tanti italiani, spagnoli, francesi, tedeschi, austriaci, svedesi... Però questo non c’entra niente col fatto che la Finlandia, sempre secondo il parere di qualcuno, sia un paese avanzato. Lo fanno senz’altro avanzato, invece, le molteplici attività che si svolgono nei musei. In particolare Aboa Avetus, dove si organizzano spesso e volentieri meeting di ogni genere: dalle conferenze di intellettuali e storici alle serate dedicate agli uomini e donne d’affari, perlopiù finlandesi, ma anche stranieri che lavorano in questo posto. Le serate sono organizzate in maniera impeccabile, a dimostrazione che i finlandesi non sono solo avanzati ma anche professionaali. Peccato che, sempre, si finisca col bere in eccesso. Ma anche tale cosa può essere considerata da qualcuno come il sintomo di un paese avanzato. Anche il fatto che, ogni volta, il personale del museo finisce col litigare con i tantissimi ubriaconi avanzati – nel senso di incomprensibili – uomini d’affari e intellettuali, che poggiano i loro bicchieri su tavoli antichi, siedono sul muro medievale, escono perché trovano il bagno occupato e fanno pipì all’angolo del museo. Più o meno ciò che succede ogni volta che c’è un ritrovo di arretrati storici e esperti d’arte agli Uffizi di Firenze... no?

Diversa è la situazione quando invece parliamo di musei che espongono arte moderna. L’ultima volta che ci sono stato esponeva un artista che faceva gonfiare palloncini che rappresentavano maschietti e femminucce. I maschietti si gonfiavano dal pisello, le femminucce dalla patatina. Solo alla fine, quando mi sono gonfiato le uova – per dirla alla avanzato, professionaale e elegante finlandese del Kotipizza - ho capito il senso di quella espressione artistica. La penultima volta, invece, un altro artista esponeva quattro televisori al plasma – non potevano essere che al plasma, visto che la Finlandia è un paese avanzato - uno sull’altro e in cui, a turno, apparivano un uomo e una donna. Cioè: sul televisore posto più in alto appariva la testa, in quello sotto la pancia, a seguire il pisello con le uova o la patatina senza uova, infine le ginocchia. Non so perché, ma qualsiasi argomento si tratti, arte moderna, cucina, comunicazione, satira, pubblicità, in Finlandia si finisce sempre a piselli, uova e patatine. Il motivo sarà che la Finlandia è un paese avanzato, più avanzato dell’Italia che è rimasta ferma alle pere del Brunelleschi e di Michelangelo. Sempre che per essere avanzati o tra i più avanzati d’Europa sia sufficiente saper utilizzare i computer, navigare in internet, investire qualche euro in ricerca scientifica e qualche altra cosina..Insomma, se è vero come è vero il fatto che in Europa alcuni paesi hanno fatto passi da gigante per quel che riguarda la tecnologia e l’industria, allora non possiamo negare che la Finlandia sia un paese tra i più avanzati, sicuramente molto più della Romania, Polonia... Per certi versi anche più avanzato dell’Italia, per altri più arretrato della Islanda, Germania, Svezia, Norvegia... Diciamo che in linea di massima, la tecnologia e l’industria sono gli unici elementi che da qualche decennio realmente avanzano, in Europa, visto che non riusciamo a produrre Cultura – col maiuscolo - da circa un centinaio d’anni. La Finlandia è, in questo senso, forse il paese europeo più rappresentativo. Oltre ad essere uno dei più abili nel vendere anche ciò che non possiede – anche grazie agli italo-servitori. Almeno che davvero non siano sufficienti Alvar Aalto e Mika Waltari, e qualche altra cosuccia per dire di questo come di un paese avanzato in tutti i sensi. Non vorrei dare l’impressione di voler in qualche modo giudicare negativamente la cultura, la fantasia, la vena artistica, il gusto per l’estetica, di tanti finlandesi, è solo che, da qualche tempo, sono alla ricerca di qualcosa di realmente avanzato e che vada un po’ più in la dei soliti Aalto e Waltari, di Marimekko e del libro sul tango finlandese, dei computer, la Burana, lo xilitolo, la commessa professionaale, il museo tecnologico, l’ottima padronanza della lingua inglese, il nordic walking, l’arte dei piselli con le uova sbattute in tv... e l’avanzata patatina finlandese. (2.8.2008)




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