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Aquiloni sospesi a mezz’aria

Finalmente qualcosa di cui parlare e senza rischiare di essere assaliti dalla noia

Una buona notizia dalla Finlandia: qualcuno prende le distanze dai proclami politici fatti più o meno sottoforma, dalle strafogate regionali bagnate con aceto balsamico e vino rosso con retrogusto di frutti di bosco – anche se fino all’altro ieri beveva il Tavernello - dalle feste di piazza più o meno riuscite e dalle migliaia di panzane che alla domenica ce fano sentì inteletuali! Questo qualcuno pare stia facendo qualcosa di importante, contribuendo a portare all’attenzione degli italiani – a quella dei finlandesi vi era già – un personaggio, italiano, di quelli che, se non fossi una delle milioni di vittime dell’ignoranza voluta e architettata dalla scuola –italiana - anch’io conoscerei: Diego Manzocchi. Certo, un soldato, niente di che. Neanche un ufficiale superiore, nemmeno un sottonenente con una misera stelletta, ma molto semplicemente un sergente maggiore, di quelli a tre baffi con la punta verso il basso e altri due arcuati all’insù. Sergente maggiore e pilota di caccia. Poca cosa insomma, se non fosse che, Diego Manzocchi ha scritto una pagina importante della Storia, di quella finlandese, ma anche di quella italiana. Un eroe per i finlandesi che di eroi dell’aeronautica militare ne hanno tanti da non necessitare certo di Manzocchi (Eino Juutilainen, 94 aerei nemici abbattuti durante la Guerra d’Inverno, Hans Wind 78, Eino Luukkanen 56, Urho Lehtovaara 44, Oiva Tuominen 44, Risto Puhakka 42, Olavi Puro 36, Nils Katjainen 35, Lauri Nissinen 32, Kyösti Karhila 32), un fascista forse, può darsi una spia o probabilmente un disertore, sicuramente un perfetto sconosciuto per la maggior parte degli italiani.

Già, la Storia, la maestra di vita e bla bla bla. Altro che storia: in Finlandia sei ignorante se non parli inglese, ma se non sai di storia... E così l’insegnante di inglese – lo ricordate? Quello che durante gli incontri con i genitori degli studenti era solo, triste e angosciato, in compagnia solo dell’insegnante di educazione fisica, gli unici ai quali, i genitori, non si rivolgevano mai - qui fà il suo bel figurone, con i suoi why e i suoi because. “Merito” anche di Berlusconi e delle sue famose tre I.

Ma, come dal titolo di questo scritto, soprattutto noi italiani in Finlandia abbiamo finalmente tra le mani qualcosa di serio e interessante a cui appassionarci.

Qualche giorno fà stavo dando un’occhiata ad un giornale italiano che, in verità, leggo poco: Il Secolo d’Italia. C’era un articolo a firma Luigi G. de Anna che contestava alcune cose scritte da Ulderico Munzi nel suo libro “Gli aquiloni non volano più. Storia del pilota che rubò un aereo al Duce” (Sperling & Kupfer). Soprattutto il fatto che, nel libro, viene dato per certo che Manzocchi fosse un disertore. de Anna, sicuro dei risultati ottenuti dalle sue ricerche, pone una serie di domande a Munzi che non tarda a rispondere. E lo fà in maniera anche abbastanza stizzita, sfoggiando anche lui, ovviamente, i risultati delle sue di ricerche. Chi dei due abbia ragione non spetta certo a me dirlo: figuriamoci! C’è però, in questo scambio di opinioni, un dato molto confortante: in Italia si comincia a parlare di Diego Manzocchi. Si è cominciato a farlo dopo l’uscita del libro di Munzi che ha, per così dire, sdoganato Manzocchi, attirando sul pilota l’interesse delle alte cariche dell’aeronautica, ma anche della politica e degli intellettuali. Si continua a farlo grazie a de Anna, al momento unica voce in grado di replicare a Munzi. Naturalmente attendo con ansia una controreplica del professore ordinario all’Università di Turku, a Ulderico Munzi. Anche se dubito che in tempi brevi potremo avere una risposta chiara e definitiva su quello che realmente fu Diego Manzocchi. Sono invece convinto che gli aquiloni, ancora per un bel po’, rimarranno sospesi a mezz’aria, ancorati al suolo dal soffocante peso di una politica che per anni ha nascosto buona parte della nostra storia.

Così rimaniamo anche noi, sospesi, in attesa di capire se Diego Manzocchi è l’eroe che i finlandesi onorano o il disertore che, da sempre, i politici italiani giunti in Finlandia hanno rifiutato di onorare. Nel frattempo consoliamoci in un bagno di aceto balsamico e un po’ di masturbazioni cerebrali sul festival europeo, il Vappu, Juhannus, il libro dell’allievo “distratto” del grande Giornalista, più una valanga di bischerate di vario genere... E qualche lezioncina sul why e sul because.

Buona lettura a tutti. (25.5.2007)




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