• Eiger la parete nord


  • - luglio 1998 - 60 anni dalla 1� scalata della parete Nord dell'Eiger

          PareteNord:1800 metri di inferno!    
     

    La prima salita della parete nord dell'Eiger risale al periodo fra il 20 e il 24 luglio 1938 quando una cordata austro-tedesca formata da Heinrich Harrer, Fritz Kasparek, Anderl Heckmaier e Ludwig Vörg raggiunse per la prima volta la vetta.

     

    Heinrich Harrer (diventato celebre per la sua amicizia con il Dalai Lama e con la pubblicazione del libro "Sette anni in Tibet") e Anderl Heckmeier nel Luglio del 1998 erano presenti a Grindelwald e alla stazione dell'Eigerwand per partecipare ai festeggiamenti e offrire una testimonianza storica sui successi e tragedie di una delle più celebri e impressionanti pareti dell'arco alpino. Una nuova pubblicazione monografia del giornalista e scrittore bernese Daniel Anker "Eiger: die vertikale Arena" (AS Verlag & Buchkonzept AG, Zurigo)si apre con la visione "fotografica" di Jon Krakauer, giornalista e scrittore americano e autore di "Aria sottile", con la quale descrive lo spirito controverso delle spedizioni commerciali all'Everest e documenta (essendone stato protagonista) la tragedia del 10 maggio 1996, quando sulle falde della più alta montagna del mondo morirono una dozzina di alpinisti. Anche per l'Eiger, Krakauer esprime una esperienza vissuta (il suo tentativo del 1984, documentato nel libro "Eiger Dreams" del 1990) e scrive: "Il problema della nord dell'Eiger? Oltre a confrontarsi con 1800 metri di salita su roccia friabile e ghiaccio nerastro, bisogna superare una mitologia spaventosa. I movimenti in parete sono di natura mentale, esercizi ginnici psicologici, finalizzati a tenere sotto controllo paura e spavento. Lo spirito dell'Eiger è tanto forte da incutere timore anche ai più profilati scalatori (...) La storia dell'Eiger richiama la lotta di queste figure sovrumane, come Buhl, Bonatti, Messner, Rébuffat, Terray , Haston e Harlin, per non citare Eastwood. I nomi riferiti ai passaggi in parete - Traversa Hinterstoisser, Bivacco della Morte, il Ragno - sono noti ai protagonisti e anche agli alpinisti "della domenica", fra Bosio e Madrid. Ogni potenziale scalatore avverte il tremore delle mani. La caduta di sassi e valanghe, che spazzano la parete nord dell'Eiger, sono diventate leggenda. Così pure il brutto tempo: anche se nel resto dell'Europa splende il sole, sull'Eiger si sta formando un temporale, con quelle nubi nere che si osservano nei film dell'orrore sopra i castelli dei vampiri." Dal 1934, anno del primo tentativo sulla parete nord dell'Eiger, chissà quanti turisti hanno osservato "il mostro" dalla Kleine Scheidegg: un capitolo importante di storia non solo alpinistica è stato scritto, perché (come avvenne per la prima salita del Cervino nel 1865) in parete è stato giocato anche il nazionalismo, la politica, la propaganda, si sono alimentate polemiche e processi sugli organi di informazione. Una sorta di "palcoscenico in verticale", obiettivo la soluzione "dell'ultimo problema dell'arco alpino". Dal 1938 una ciqnuantina di alpinisti sono morti. Forse la tragedia rimasta più scolpita nella memoria collettiva è quella di Stefano Longhi, morto in parete il 12 agosto 1957. Le sue spoglie rimasero esposte, come una macabra attrazione per tutti coloro che utilizzarono il cannocchiale dalla Kleine Scheidegg, per circa un biennio, fin quando il ricupero venne effettuato dalle guide di Grindelwald, in condizioni estremamente difficili. Il suo compagno di cordata (si trattava del 14.mo tentativo, il primo italiano in parete), Claudio Corti, venne portato in salvo al nono giorno dei tentativi. In concomitanza morirono anche i tedeschi Nothdurft e Mayer, le cui spoglie vennero ritrovate solo nel 1961. Per il tentativo di salvataggio si era formato un gruppo internazionale di una cinquantina di soccorritori, fra cui grandi alpinisti, come il francese Lionel Terray. Fra le "performances" in parete spicca quella del vallesano Michel Darbellay: il 3 agosto 1963 raggiunse in solitaria la vetta della mitica nord. Prima donna a portare a termine l'impresa Daisy Voog, bavarese, nel 1964.

     

    tratto da "il corriere del ticino"

    il dott.

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