La Palugona

Versione provvisoria e incompleta pubblicata da "Il Resto del Carlino" di venerdì 8 agosto 1997. Diffusa da Feltrinelli nel notiziario dei libri in uscita.

La Palugona è fatta con farina di castagne, burro, ghiaia, mascarpone, mandorle, miele denso, ricotta, colla di pesce, segatura e canditi. La sua particolarità è il forte coefficiente di impalugamento, cioè la tendenza a formare un malloppo ostruttivo in bocca, o in gola. E' stato calcolato che per masticare una fetta di Palugona è necessaria un'energia pari a quella che occorrerebbe per masticare duemilaquaranta panettoni. Questo numero è detto coefficiente di Ferdi, dal nome dello scienzato che morì durante l'esperimento, e si scrive:M1 Pl=2040 m pa.

La Palugona, una volta a contatto con la saliva, si densifica in una melassa al calcestruzzo che si attacca ai denti e al palato con terribile effetto occludente. I monzurlesi bevono in media un bicchiere di vino ogni briciola di Palugona, ma anche così la torta è difficile da mandare giù. Spesso dopo ogni boccone bisogna scalpellare molari e premolari, e spruzzare acqua calda sulla lingua, a volte anche Niagara o altri prodotti per sturare i lavandini. Ma la Palugona è pericolosa soprattutto quando giunge in gola. Qua, per essere inghiottita,deve essere spinta con un bastone, o un forchettone, oppure sparata giù con un getto di aria compressa. Nessun uomo normale è mai stato capace di inghiottire un boccone palugonico, a eccezione di tale Maciste Balandi, che usava il metodo cosiddetto del Pugno di Bacco.

Maciste, dopo aver ben masticato, beveva dieci litri di vino frizzante per ammorbidire il boccone, quindi si sparava un pugno in bocca, riuscendo quasi sempre a imbucare la Palugona. Nel far ciò spesso si rompeva qualche dente, ma lo spettacolo era comunque notevole.

I turisti golosi si accostano incautamente alla Palugona, con grave rischio per la loro salute. Nello scorso anno, a Monzurlo, dodici sono stati sottoposti a tracheotomia dal barbiere locale, che li ha salvati dal soffocamento. Sei hanno avuto i denti completamente cementati e sono in cura alcuni da un dentista, altri da un saldatore. Solo due sono riusciti a ingoiare un boccone di Palugona ma non a digerirlo, e continuano a ruttare Palugona a distanza di anni.

La Palugona è anche la croce dei radiologi, che nelle lastre la scambiano per una metastasi o per un parto gemellare. Cinquanta persone vengono operate per errore allo stomaco per casi di palugonite. Ma ci sono anche inconvenienti di altro tipo.

Il caso più famoso è forse quello della signora Fornari di Chiasso. Messasi in bocca una fetta di Palugona, ha iniziato a masticare nel gennaio 1973. Nel momento in cui scriviamo, la signora sta ancora masticando e chiedendo da bere. Anche se continua a lavorare(fa la stiratrice)e ad accudire i figli, i rapporti sessuali col marito hanno subito un duro colpo.

 

 

 

 

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