Nel corso delle ricerche, effettuate dall'Osservatorio Vesuviano, inerenti la sorveglianza geochimica dei fluidi emessi nell'area craterica vesuviana sono state raccolte le fasi solide presenti in loco e di chiara origine fumarolica. La discesa nell'interno del cratere non � agevole ed � interdetta ai non addetti ai lavori. Le fumarole del fondo cratere presentano temperature che non superano 100�C e sono caratterizzate dalla presenza di idrogeno solforato; in queste fumarole sono stati individuati: zolfo, gesso, allume potassico, alunogeno, metavoltina e, per la prima volta, alotrichite e pickeringite. I minerali sopra citati sono oggetto di un lavoro pi� esteso (Russo e Langella, in preparazione). L'halotrichite e la pickeringite sono specie mineralogiche isomorfe tra loro che spessissimo si presentano associate [vedi Solfatara di Pozzuoli (Campania), Etna (Sicilia), Nea Kameni (Santorini, Grecia)]. I due minerali sono stati rinvenuti nel luglio 1996; l'halotrichite, si presenta in cristalli bianchi sericei aciculari riuniti in masse, anche centimetriche, di aspetto fibroso, mentre la picheringite si rinviene sottoforma di masse globulari di cristalli aciculari bianchi esilissimi, con lucentezza sericea, che raggiungono le dimensioni massime di 1 mm.