STORIA DEI PRINCIPI PUOTI RIFERIMENTI |
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SAN VINCENZO AL VOLTURNO La vicenda storica History of
Abbey Al suo tempo, comunque, in seguito alla vittoriosa discesa di Carlo Magno in Italia, il monastero fu teatro di una lotta fra i monaci longobardi fedeli al ... xoomer.virgilio.it/davmonac/sanvin/svstoria.html manzo01 - Alessandro Manzoni - Notizie storiche - Adelchi Con l'andar del tempo, i Longobardi dilatarono in pi� riprese i loro possessi in ... di cui era duca il nipote di Desiderio, Poto, che, con inflessione ... www.classicitaliani.it/manzoni/manzo01.htm - index148 - Alessandro Manzoni - Discorso sopra alcuni punti della ... Della resistenza di Poto ed�Ansvaldo in Brescia. ... Intorno al significato di due luoghi della Storia dei Longobardi, di Paolo Diacono. ... www.classicitaliani.it/index149.htm [ Weitere Ergebnisse von www.classicitaliani.it ] Adelchi (principe) - Wikipedia Adelchi discendeva, attraverso il padre Re Desiderio (detto Poto o Pothos ... Elenco dei Re Longobardi in Italia. Genealogy Prince Evanghelos alaric Veruli ... it.wikipedia.org/wiki/Adelchi_(principe) Welcome to scuola Ratchis ubbidisce e Desiderio rimane re de' Longobardi. ... Tra quest'ultime fu Brescia, di cui era duca il nipote di Desiderio, Poto, che, con inflessione ... www.atuttascuola.it/scuola/ biblioteca/adelchi/dedica.htm LONGOBARDI - L'ULTIMO RE - ANNI 757-774 Il re dei Longobardi, soddisfatto dalla fine dei suoi nemici, ... In quest'ultima, furono anima della resistenza un nipote di Desiderio, POTO e il vescovo ... www.cronologia.it/storia/anno757a.htm Fonti Principi Puoti di Heristal Hohenstaufen comneno Untitled Document Dagli archivi dei Principi Puoti-Putiatin di Odessa E di Costantinopoli, ... Vieppiu', un Albero genealogico esibito DA consulte dei mormoni fa risalire i ... www.esterhazy.ch/inhalt/gaeste/index.php3?record=370 == Genealogia ==- Alessandro Manzoni - Notizie storiche - Adelchi Alessandro Manzoni. DEDICA E NOTIZIE STORICHE. Adelchi ... Tra quest'ultime fu Brescia, di cui era duca il nipote di Desiderio, Poto, che, con inflessione ... www.classicitaliani.it/manzoni/manzo01.htm - 21k - Im Cache - �hnliche Seiten index148 - Alessandro Manzoni - Discorso sopra alcuni punti della ... Del matrimonio d�Adelchi e di Gisla. � 2. Del ripudio d�Ermengarda. � 3. Della successione di Carlo al ... Della resistenza di Poto ed�Ansvaldo in Brescia. ... www.classicitaliani.it/index149.htm - 14k - Im Cache - �hnliche Seiten Adelchi (principe) - Wikipedia Adelchi discendeva, attraverso il padre Re Desiderio (detto Poto o Pothos da ... Alla sua vicenda si ispir� Alessandro Manzoni per la sua tragedia, Adelchi. ... it.wikipedia.org/wiki/Adelchi_(principe) - 19k - Im Cache - �hnliche Seiten SempreVerdi.net: Alessandro Manzoni - Adelchi ... di quelli che gli eran rimasti fedeli, corse a chiudersi in Pavia; Adelchi in Verona ... ultime fu Brescia, di cui era duca il nipote di Desiderio, Poto, che, con ... www.sempreverdi.net/libri/manzoni/adelchi-it/?c=0002 - 51k - Zus�tzliches Ergebnis - Im Cache - �hnliche Seiten SempreVerdi.net: Alessandro Manzoni - Adelchi Alessandro Manzoni Adelchi, ... che gli eran rimasti fedeli, corse a chiudersi in Pavia; Adelchi in Verona ... di cui era duca il nipote di Desiderio, Poto, che, con ... www.sempreverdi.net/libri/ manzoni/adelchi-it/?b=H0631836901 - 101k - Zus�tzliches Ergebnis - Im Cache - �hnliche Seiten [ Weitere Ergebnisse von www.sempreverdi.net ] [PDF] Adelchi Dateiformat: PDF/Adobe Acrobat scia, di cui era duca il nipote di Desiderio, Poto, che, ... Alessandro Manzoni - Adelchi. USANZE CARATTERISTICHE ALLE QUALI. SI ALLUDE NELLA TRAGEDIA ... www.letteraturaitaliana.net/PDF/Volume_8/t341.pdf - �hnliche Seiten Libero - Community - Blog [potior valens] King Poto era figlio di Re Adelchi , detto anche Adalgiso, negli atti di Cancelleria denominato Flavius Jovius ... Manzoni:Adelchi Storia di Castelpoto ... blog.libero.it/kingpoto/view. php?id=kingpoto&mm=0&gg=050602 - 28k - Zus�tzliches Ergebnis - Im Cache - �hnliche Seiten Non sembra suscitare dubbi l�etimologia del nome di CASTELPOTO. Il paese avrebbe preso il nome da Potone, duca longobardo, nipote del principe Radelchi di Benevento e che fu prigioniero di Siconolfo di Salerno entrando a far parte in uno scam-bio di prigionieri nell�anno 844, come si rileva dal �Chronicon Anonimi Salernitani�. posizione geografica del paese, domi-nante sul tracciato della Via Latina, ne fa derivare il nome dall�etimo latino �Castrum Po-tens�. L�altra � avvalorata da un memorialista napoletano sulla base di un�iscrizione funeraria che si trova nella chiesa della �Pietra Santa�, in Napoli, sulla tomba di un giovane sacerdote di casa Puoti. CUNDA. PATRONAE. B. M. F. e il Rev. De Mennato, arciprete di Castelpoto, nel 1819 scriveva ad A. Mellusi circa il ri-trovamento, avvenuto cinquant�anni prima alla contrada Motta, di un �grande tesoro di monete�, nonch� di sepolcri antichi e vasi etruschi (sic!) che si continuavano a scavare nella contrada. Nello stesso periodo il Garrucci si � occupato della scritta M. MUNANTIUS M.F. FILIUS impressa sulle pietre di uno dei quattro piloni di sostegno del ponte attraverso cui la via Latina scavalcava il fiume Calore, alla contrada Maurelle. Lo stesso studioso si � occupato di un�altra lapide scoperta nel territorio di Castelpoto: �A Castel Poto tribus horae partibus versus Apelosam in campo q. d. s. S. Spirito prope locum q. d. la Motta"IOBI . OPTIMO T . VATINIUS VATINIANUS T . VATINIUS VITALIS FILIS VATINIANI VOTUM LIBES SOLUERUNT |
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I Longobardi, S. Arcangelo e S. Giorgio
Una antica saga longobarda racconta che in tempi remotissimi la terza parte del popolo dei Winnili abbandon� le sedi originarie della Scandinavia sotto la guida di due principi fratelli, Ybor ed Aione, e della loro madre Gambara, che aveva la facolt� di parlare con gli dei. In una terra vicina al mare, nella parte settentrionale dell�attuale Germania, furono affrontati dai Vandali che intimarono loro la sottomissione. I guerrieri winnili erano pochi ma valorosi, pronti anche a morire pur di non sottomettersi. Gambara allora si rivolse a Freia, moglie di Wotan (1), signore degli dei, chiedendo la vittoria per il suo popolo. Seguendo i consigli di Freia i guerrieri winnili si disposero all'alba in modo da avere il sole alle spalle ed insieme a loro si posero le donne con i capelli sciolti lungo le guance, in modo da sembrare uomini con la barba lunga. Poi Freia gir� il letto di Wotan verso oriente e lo riscosse dal sonno, di modo che il dio esclam�: �Chi sono queste lunghe barbe?�. Freia allora lo esort�: �Come hai dato loro il nome, d� ad essi anche la vittoria!� (2) Nella leggenda che d� origine al nome e alla prima vittoria dei Longobardi si evidenzia il timore ed il rispetto particolare che questo popolo aveva per Wotan, dio della tempesta e della guerra e signore degli dei e degli uomini. Dopo aver vissuto per circa quattro secoli (I-IV sec. dopo Cristo) nei territori nord-orientali della Germania, temuti nonostante il loro piccolo numero fra i popoli germanici vicini, quando nel V secolo si spostarono in Pannonia, nelle terre dell�attuale Ungheria, ed ebbero i primi contatti con la civilt� romana orientale, detta comunemente �bizantina�, gradualmente trasposero nel Santo Michele Arcangelo, �principe delle milizie celesti� (3), che con una spada fiammeggiante dava esecuzione alle volont� divine, il culto del dio guerriero Wotan (4). Il nome Michele deriva dall'ebraico �Mi ke Elho�m?�, che significa �Chi come Dio?�. Nell'Apocalisse l'Arcangelo Michele � il capo degli angeli fedeli a Dio che scacciano dal cielo il drago e i demoni ribelli. San Michele nei dipinti e nelle sculture � di solito raffigurato con la spada sguainata mentre calpesta il diavolo nelle sembianze di un drago (5). E' del tutto comprensibile quindi che i longobardi sotto l'influsso culturale dei bizantini, nel momento in cui si avvicinavano al cristianesimo, ne assimilavano in primo luogo gli aspetti che pi� si avvicinavano alle loro attitudini guerresche. Nel 568 inizia l'invasione longobarda dell'Italia e dopo solo due anni gi� vi � il primo duca di Benevento, Zottone. Secondo la tradizione pi� volte in battaglia S. Michele Arcangelo accorse in aiuto dei longobardi di Benevento (6). In segno di devozione Re Desiderio , la Regina Ansa il figlio Re Adelchi, il nipote Re Poto, capostipite dei Puoti, fondarono sul Gargano, vicino Manfredonia, un monastero dedicato a S. Michele Arcangelo (Monte S. Angelo). Nei sotterranei di questo santuario sono state scoperte ben 165 iscrizioni anteriori all'869, anno in cui il santuario fu saccheggiato dai saraceni. Le pi� antiche iscrizioni risalgono all'epoca dei duchi Grimoaldo I (647-71) e Romualdo I (673-87). La maggior parte dei nomi nelle iscrizioni sono di laici, anche gli stessi duchi citati, e ci� avvalora largamente il significato guerriero che si attribuiva a questa mitica figura di arcangelo (7). In Campania, i Longobardi dedicarono la Chiesa gi� tempio di Diana Tifatina, sul monte che sovrasta Capua antica, a questo loro potente protettore (S. Angelo in Formis). Anche la Chiesa di Casertavecchia (Casa Yrta; il centro gi� esisteva nell'anno 880 secondo la testimonianza di Erchemperto (8)) � dedicata a S. Michele Arcangelo, che � pure uno dei protettori di Caserta. Alla stesso arcangelo � dedicato anche il Santuario di S. Angelo a Palombara sulle colline che sovrastano Cancello ed Arienzo. In questo luogo trovarono un primo rifugio i profughi da Suessula, l�antica cittadina di origine osca sita circa un chilometro a sud-ovest di Cancello, allorch� questa fu distrutta dai Napoletani nell'anno 880, come ci testimonia Erchemperto ed � riportato da Nicol� Lettieri (9). Nella stessa Suessula la Chiesa principale era dedicata a S. Michele Arcangelo (10). I Longobardi tentarono fin dal loro arrivo in Campania di sottomettere Napoli. Il loro primo assalto in grande stile fu condotto nel 581 congiuntamente dai duchi di Spoleto e di Benevento. Ma questo assalto e tutti quelli che si susseguirono nell'arco di ben quattro secoli non riuscirono mai ad ottenere la conquista di Napoli. Bench� aspramente contese e con alterne vicende, i Napoletani mantennero per lo pi� il controllo di Acerra, Atella e Nocera (11). Nel punto centrale di questa area di confine, turbolenta e non marcata da barriere naturali, in una zona boscosa e facilmente accessibile per chi veniva dalla valle caudina, e cio� da Benevento, e da Suessula, sede di gastaldato, i Longobardi eressero un luogo fortificato su una preesistente villa romana (12) e lo chiamarono con il nome del loro principale protettore: S. Arcangelo. Di qui dominavano i luoghi e i villaggi che ora hanno nome Crispano, Cardito, Caivano, Pascarola, Casolla Valenzano e, verso sud, le terre fino a Licignano escluso. Da S. Arcangelo si diramavano tre strade: la prima conduceva a Pascarola e Casapuzzano e di qui ad Atella; la seconda andava verso Caivano e Cardito e di poi anche verso Atella; la terza portava a Casolla Valenzano e di qui procedeva verso Napoli. Da S. Arcangelo partivano molti degli assalti contro Atella, di cui in alcuni periodi i Longobardi riuscirono ad averne il possesso. Da S. Arcangelo infine partivano i soldati nelle incursioni contro le terre del ducato di Napoli o gli assalti per conquistare la stessa Napoli. S. Arcangelo inoltre era il primo avamposto a subire le incursioni e le controffensive dei Napoletani. Non era sempre guerra peraltro. In quattro secoli furono firmati innumerevoli tregue, accordi e intese amichevoli. Ad esempio, vi erano molte terre fra i due ducati in cui i contadini pagavano il tributo ripartendolo fra le due potenze ed avendone in cambio l'interessato rispetto in caso di guerra (13). Un'altra figura mitico-religiosa molto venerata dai Longobardi, ed anche in questo caso per influsso bizantino, era San Giorgio, il leggendario santo guerriero uccisore del drago. San Giorgio ed altri cristiani furono martirizzati sotto l'imperatore Diocleziano. Sulla loro tomba, lungo la strada che dal porto di Giaffa portava a Gerusalemme, sorgeva una basilica costantiniana ben conosciuta dai pellegrini che gi� dal V secolo si recavano in Terrasanta. San Giorgio, la cui vita in effetti era sconosciuta, divenne protagonista di leggende di cui la pi� popolare lo presentava come uccisore del drago, simbolo del male (14). Come al solito, visto che era una figura guerriera, il Santo fu prontamente adottato dai Longobardi. Un importante episodio storico che ci � stato tramandato ci dimostra la grande venerazione per questo santo ed una correlazione psicologica con S. Michele Arcangelo. Quando nel 688 mor� il re longobardo Pertarito, il potere pass� al figlio Cuniperto. Contro il legittimo regnante, nonostante il giuramento di fedelt� pronunziato nella chiesa pavese di S. Michele, si pose Alachis, duca di Trento. Nello scontro decisivo fra i due eserciti, quello regio di Cuniperto e quello di Alachis, questi credette di vedere fra le lance dell'esercito regio l'Arcangelo Michele e non os� accettare la sfida a singolar tenzone che gli rivolse Cuniperto per evitare spargimento di sangue. Molti lo abbandonarono ed Alachis fu s confitto rovinosamente. Cuniperto trionfante edific� sul campo di battaglia che lo aveva visto vittorioso un monastero dedicato a S. Giorgio (15). Ben ventuno comuni in Italia portano il nome di San Giorgio: Per alcuni di questi centri l�origine longobarda � evidente dal nome: San Giorgio della Richinvelda (PN), San Giorgio delle Pertiche (PD). Per molti altri tale origine � ipotizzabile in base alla maggiore concentrazione in zone di massimo dominio longobardo (Lombardia, Piemonte, Friuli, Ducato di Benevento). Ma la presenza di tale nome anche in zone dominate dai bizantini non deve essere fonte di dubbi giacch� proprio i Bizantini avevano trasmesso il culto ai Longobardi. Ad esempio, a Napoli la Basilica di San Giorgio Maggiore, costruita nel V secolo dal vescovo Severo sui ruderi del tempio pagano di Demetra, fu dapprima dedicata al Salvatore e poi, nel VII secolo, nel periodo dei pi� feroci assalti dei Longobardi, a San Giorgio (16). Con queste premesse non meraviglia il fatto che in Pascarola vi siano una Cappella ed una Chiesa dedicate a S. Giorgio. L'esistenza della Chiesa � documentata fin dal 1186 (17) (ma � da notare che la Chiesa corrisponde all�attuale Cappella di S. Giorgio, peraltro abbattuta e ricostruita in tempi moderni; l�attuale chiesa di S. Giorgio � la Cappella di S. Maria posseduta dalla famiglia Gaderisio nel 1186). E� probabile che tale chiesa fosse di epoca ben pi� antica e che forse risalga all�epoca longobarda. Ed � anche possibile che la Chiesa di S. Giorgio di Afragola, della cui esistenza vi � una prova indiretta gi� in un documento del 1131 (18), abbia una origine longobarda in quanto fino a quella zona si estendeva il dominio del feudo di S. Arcangelo. Giacinto Libertini Note: (1) Odino (2) Paolo Delogu, Il Regno Longobardo, in: Storia d'Italia, Vol. I, UTET, Torino, 1980 (3) Gaetano Capasso, Afragola. Origine, vicende e sviluppo di un �casale� napoletano, Athena Mediterranea, Napoli, 1974, p. 101 (4) Benedetto Croce, Storia del Regno di Napoli, Laterza, Bari, 1966 (5) Marina Cepeda Fuentes e Stefano Cattabiani, I nomi degli italiani, Newton Compton Ed., Roma, 1992 (6) Erchemperto, Historiola Longobardorum Beneventanorum in: L. A. Muratori, Rerum italicarum scriptores, Vol. IV, p. 21 (7) Vera von Falkenhausen, I Longobardi Meridionali, in: Storia d'Italia, Vol. III, UTET, Torino, 1980 (8) op. cit., p. 21 (9) Istoria dell�antichissima citt� di Suessola e del vecchio e nuovo castello di Arienzo, Napoli, 1778; ristampato da Edizioni Dehoniane, Napoli, 1978 (10) Gaetano Caporale, Memorie storico-diplomatiche della Citt� di Acerra, Napoli, 1890; ristampato a cura del Comune di Acerra, Acerra, 1990 (11) Paolo Delogu, op. cit. (12) Nel gennaio del 1995 � stato ivi rinvenuto un mosaico romano a pietre bianche e nere di evidente fattura di epoca romana raffigurante un delfino, un pesce, un bue ed un cavallo mitologico. Dal nome della strada che da Casolla Valenzano conduce a S. Arcangelo, via Marcigliana, � possibile ipotizzare che forse il nome romano di S. Arcangelo era praedium Marcellianum. (13) Paolo Delogu, op. cit. (14) Marina Cepeda Fuentes e Stefano Cattabiani, op. cit. (15) Paolo Delogu, op. cit. (16) Vittorio Gleijeses, La Storia di Napoli dalle origini ai nostri giorni, Societ� Editrice Napoletana, Napoli, 1974 (17) Alfonso Gallo, Codice diplomatico normanno di Aversa, Societ� Italiana di Storia Patria, L. Lubrano ed., Napoli, 1927; ristampato a cura del Comune di Aversa, Aversa, 1990, doc. CXXX (Donazione Gaderisio) (18) Gaetano Capasso, Afragola. Dieci secoli di storia comunale. Aspetti e problemi, Athena Mediterranea, Napoli |