LA STORIA

Sicuramente il nome di "Teliolas" è citato nei documenti per la prima volta nel 974 nei possedimenti donati dall' imperatore al vescovo di Asti.
Questa Teliolas corrisponde approssimativamente all' attuale Tigliolette. Era fortificata (castrum), aveva all' interno una chiesa dedicata a Sant' Eugenio ed era compresa nel contado di Asti.
Attorno all' XI secolo questa località prese il nome di "Teglole inferiores" per distinguerla da "Tegloles superioses" sviluppatasi più a monte, nei luoghi dell' attuale centro paese.


Questa è oggi la collina di Tigliolette ("Teglole inferiores") vista da ponente

Questa seconda località appare per la prima volta nel 1041 in un elenco dei beni posseduti direttamente dalla chiesa e quindi dipendente dal vescovo di Pavia.
Le due comunità ebbero storie diverse fin verso il 1500, quando con la decadenza e l' abbandono di Tegloles inferiores, i territori vennero unificati e rimase solo un nome che con modifiche successive divenne
Teglole,
Teliole,
Tiole,
Tigliole.
Tra i primi feudatari di Tigliole appaiono nel XIII secolo i Solaro, investiti dal Vescovo di Pavia.
Dal 1340 al 1353 il dominio passa a Luchino Visconti, per poi ritornare ai Solaro.
Nel 1422, per non aver assolto agli obblighi feudali nei confronti del Vescovo di Pavia, i Solaro vengono dichiarati decaduti. (L' obbligo consisteva nel fornire al Vescovo neo eletto un cavallo bardato per l' entrata solenne in Pavia)
Il feudo viene offerto ad un nobile milanese, Olbrando da Lampugnano, che non accetta.
Nel 1424 il Vescovo passa il feudo ai Signori di Montafia.
Nel XVI secolo nasce una lunga controversia tra il Vescovo di Asti e quello di Pavia per i possedimenti di Tigliole.
Nel 1577 l’ ultimo conte di Montafia muore senza lasciare eredi maschi ed il Papa sequestra il feudo e ne assegna l’ amministrazione ad un governatore, un abate.
Da quel momento l’ intero territorio di Tigliole diviene diretto possesso del Papa, retto da un governatore abate.
Gli abati che si sono succeduti nei secoli hanno sempre difeso con fermezza l’ autorità papale e quando Vittorio Amedeo II di Savoia avanza pretese sul territorio, il governatore espone ai confini le insegne del potere temporale del Papa ed erige forche, ad ammonimento degli eventuali disturbatori della pace di Tigliole.
In quel periodo la vita a Tigliole era bella davvero, in confronto ai paesi limitrofi; vi erano molti privilegi, non si pagavano tasse, gabelle e dazi. Vi era libertà di fabbricare la polvere da sparo e si importava ed esportava in esenzione di tasse sale e tabacchi.
Nel 1741 Carlo Emanuele III di Savoia ottiene dal Papa il vicariato su Tigliole e la cosa agli abitanti non piace affatto, anche se gran parte dei privilegi permangono sotto il suo regno.
Con l’ avvento del successore, Vittorio Amedeo III, tutti i privilegi fino ad allora goduti vengono a cessare; anche i tigliolesi vengono assoggettati agli obblighi di tutti gli altri sudditi.
Da allora per il paese inizia una fase di lento declino sia economico che demografico.
In quel periodo la popolazione supera i 3000 abitanti, oggi è di poco superiore a 1600 abitanti.
Sotto i Savoia il feudo passa ai Marchesi di Ormea, poi ai Conti di Andezzeno, quindi ai Tapparelli.

Per maggiori dettagli, vedere la storia scritta dal Prof. Renato Bordone

.

INDIETRO

Hosted by www.Geocities.ws

1 1