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 " IL PIANETA DEI NASCITURI "
ovvero
Storia di uno specchio parabolico che non poté mai vedere la sua luce



Correva l'anno 1997 quando,  dopo l'esperienza fatta nel 1978 col mio primo specchio di Duran 50 da
15 cm. di diametro, decisi di costruirne uno piú grande, da 20 cm.
 
Ero in procinto di trasferirmi da Roma a Buenos Aires, e dovevo procurarmi subito un paio di dischi, dato che in Argentina non sarebbe stato facile trovarli.

In Italia non era neppure cosí facile, dato che i pochi che disponevano di quel materiale vendevano solo specchi giá fatti, ma non dischi grezzi.

L'unica ditta nella zona in condizione di fornirli era la "Materialzentrale" di Sciaffusa. Ma il tempo a disposizione per chiederli per posta non era sufficiente.

Cosí decisi di andare in macchina a Sciaffusa. In fondo, tra andata e ritorno, non erano che 2.400 Km., ben poca cosa se comparati con le distanze astronomiche cui siamo abituati...

Arrivato a Sciaffusa, non potei né portare con me i vetri né comprarli!

Con assoluta mancanza di fiducia nei miei confronti, nonostante fossi membro della "Schweizerische Astronomische Gesellschaft" di cui la Materialzentrale era una specie di figlioccia, e con vari lavori pubblicati sulla rivista ORION, organo ufficiale di detta Societá, la Materialzentrale si rifiutava:

  • di accettare la mia carta di credito VISA

  • di accettare la Bancomat

  • di accettare assegni del mio conto corrente in Roma

  • di accettare assegni del mio conto corrente in New York

Una importante Banca di Sciaffusa, richiesta di controllare a mie spese i saldi dei predetti conti, si negava anch'essa, cosí che mi trovai a non poter disporre di un solo franco, a parte i pochi spiccioli che avevo in tasca!

Conclusione: me ne dovetti tornare a Roma con la coda fra le gambe!

Arrivato a Roma, la prima cosa che mi preoccupai di fare fu un bonifico alla materialzentrale. 

Dopo poche ore la somma inviata era giá in Svizzera, nella sede di una banca di fiducia della mia banca. Ci volle peró una intera settimana perché l'importo arrivasse alla banca di Sciaffusa !!

                              Nel frattempo...   ... ero giá volato a Buenos Aires.

Incassati i soldi,  la ditta svizzera inviava a Roma, all'indirizzo del trasportatore internazionale che curava il mio trasferimento, un pacchetto contenente, fra l'altro, due dischi di Duran 50 da 20 cm. di diametro.
Presso questa ditta c'era ovviamente un porto franco.

Sebbene l'Italia, in questo caso, fosse solo un paese di transito, la dogana di Linate, facendo abuso delle sua facoltá, apriva il pacchetto, causando problemi e danni.

A causa di quella mancanza di fiducia, la spedizione per posta di quel materiale mi causava una spesa extra di altri 200 frs.
Ulteriori ingenti spese furono inoltre causate da parecchie telefonate , e cioé:

  • da Roma a Sciaffusa

  • da Buenos Aires a Roma

  • da Buenos Aires a Sciaffusa
    (allora il telefono era molto piú caro!)

Solo il 31 marzo dell'anno successivo il container con le mie masserizie e con il pacchetto arrivava a Buenos Aires:

                                                            Entrambi i vetri erano rotti!

  • Molte grazie alla dogana italiana !

  • Moltissime grazie alle banche svizzere !!

  • e soprattutto, un milione di grazie, un millon de gracias,
    merci
    beaucoup, besten Dank, Danke schön fil mol, thank you very much, Cпасибо
    , Eυχαριστώ πολύ, gratias agimus...
                                                                              alla materialzentrale!!!

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