MUSICA BAROCCA A SIENA

 

di Annamaria Romana Pellegrini

 

 

 

 

   

Santi Francesco Bernardi nasce a Siena alla fine del ‘600, ma non è con questo nome che diventa famoso. Il Senesino, così fu chiamato ed osannato prima in Italia poi a Londra, osannato per la sua voce insieme forte ed angelica, quella che potevano ottenere, da adulti, solo i castrati, il cui prestigio all’epoca può essere paragonato a quello di una attuale pop star. La sua città gli ha dedicato una giornata di studi, “Un Senesino nei teatri d’Europa” ed una rappresentazione teatrale, “Aci, Galatea e Polifemo” di Georg Friedrich Haendel, con tre repliche. Inoltre, forse per caso, ma ultimamente questi “casi” che portano a collaborare Comune e Chigiana sono fortunatamente più frequenti, contemporaneamente l’Accademia Musicale Chigiana ha promosso un convegno sul tema “Haendel e il dramma per musica”. Una serie di iniziative ben concertate, che hanno arricchito in maniera non banale sia la passata stagione che gli studi su una Siena, quella barocca, che è in genere tra le più trascurate.

Ai nostri occhi è barbaro l’uso di mutilare i piccoli cantori per favorire la loro carriera, è facile vedere la barbarie del costume di altri tempi e luoghi: il convegno ha esplorato l’iconografia del castrato “sulla scena del mondo”, ma ha svelato anche curiosità sulla sua vita privata ed i rapporti con i compositori del tempo. Come Haendel, che all’apice della carriera del Bernardi lo volle a Londra nel 1720, dove rimase fino al ’36 lasciando alle cure dei familiari la splendida dimora senese, oggi conosciuta col nome Bernardi-Avanzati, che si affaccia sui giardini della Lizza, differenziandosi dagli altri palazzi per le volute rococò. Anche grazie a lui, al suo fisico imponente che enfatizzava potenza e tecnica vocale, la passione per l’opera italiana a Londra andò alle stelle. E dovremmo meravigliarci se dimostrò spesso un carattere altezzoso e capriccioso?

Oggi le parti sostenute a così caro prezzo dai castrati sono appannaggio femminile, dunque nella rappresentazione dei Rinnovati Aci è stata la soprano Rossana Bertini, mentre Galatea, contralto, ha avuto la voce di Lucia Sciannimanico, ed il rozzo Polifemo reso furioso ed omicida per gelosia è stato interpretato dal basso venezuelano Ivan Garcia, interpreti tutti dalla prestigiosa carriera, anche discografica, nell’ambito della musica barocca. Direttore e concertatore Ottaviano Tenerani, clavicembalista e direttore della scuola di musica “Giuseppe Bonamici” di Pisa, l’allestimento di questa serenata pastorale che rispecchia il gusto dell’Arcadia è stato affidato al senese Alessio Rosati, giovane regista e studioso di storia del costume da sempre innamorato del mondo barocco, che attualmente collabora con il Teatro Regio di Parma ed il“Valli” di Reggio Emilia. Il suo allestimento è stato tanto più apprezzabile in questa occasione perché filologico, come afferma nella pubblicazione edita per l’occasione: “E’ mio parere che ogni epoca, per esprimere tematiche ed emozioni che nell’animo umano sono dopotutto universali, abbia usato una particolare sensibilità, una codifica personale che credo sia l’espressione più concentrata e sottile del suo stile”.       

 

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