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 Pietro Giannone

Ischitella (Gargano) 1676 - Torino 1748

Per l'autonomia dello stato contro le sopraffazioni del potere ecclesiastico, diventa storico delle istituzioni del Regno di Napoli. Secondo me precede con tale spirito l'idea illuministica dello Stato di diritto, in particolare la separazione del potere spirituale dal potere politico. La Istoria civile del regno di Napoli (1723) ebbe successo (dei progettati 40 volumi ne pubblicò 35), ma gli attirò la scomunica, che lo costrinse all'esilio prima a Vienna, poi a Venezia e a Modena (ove lo venne a trovare di nascosto il Muratori) e a Ginevra, ove portò a compimento il Triregno - per evitare la pubblicazione del quale fu con l'inganno preso - per ordine papale - e rinchiuso nella fortezza di Ceva. 
Pietro Giannone,  MI:Bertarelli

Qui scrisse l'Autobiografia, potente documentazione della violenza psicologica che esercita sul singolo individuo un principio religioso quando è rivestito da un potere militare. Dimostra anche che si finisce di vivere no quando si muore ma quando si abbandona la propria coscienza civile. Morì prigioniero dopo 12 anni di segregazione. . 

Il Triregno, completamento della Storia civile, documentava la mancanza di basi giuridiche nel costituirsi del potere temporale dei papi. Il Terzo regno è quello dei papi, che pretende di essere "regno di dio" ma in concreto si costituisce come "regno terreno degli uomini". Contesta - con evidenti influssi protestanti - l’immortalità dell’anima, l’esistenza del Purgatorio, la morale della rinuncia al piacere, la validità dei dogmi che non hanno radice nella Bibbia.

Considerava Storia e Diritto come due scienze complementari. Affronta, come i contemporaneo Vico e Muratori,  il tema storico, ma se ne distingue per il principio giuridico (e non filosofico né storiografico) che lo anima.

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