home page | documenti di scuola     Scienza e filosofia nel novecento (f404rip) \ CRISI POSITIVISMO Relatività delle matematiche. Dopo la fase ottocentesca dominata dal positivismo francese e da quello anglosassone (evoluzionismo di Spencer), si ebbe un indebolimento di tale filosofia, dovuto al fatto che cadeva la certezza di leggi ASSOLUTE relative alle scienze. Le scoperte scientifiche avevano dimostrato che non esiste una matematica con valore assoluto-trascendentale (come pensava Kant). In particolare la geometria euclidea (la quale nel V postulato sosteneva che per un punto esterno a una retta passa una ed una sola parallela alla retta data) si dimostrò inapplicabile allo studio della parte di piano racchiusa in un cerchio. Se dunque la geometria non si fonda su postulati necessariamente veri, si possono costruire più geometrie: l'importante è che siano al loro interno formalmente=logicamente coerenti. Nell'800 Boole era riuscito a ridurre la LOGICA a formule matematiche (simboli) e FREGE aveva dimostrato che i numeri matematici non sono altro che combinazioni di concetti logici.Non-assolutezza della fisica classica (newtoniana). Sempre a fine '800 era stata dimostrato che l'energia meccanica era completamente riducibile ad energia termica (termodinamica-primo principio), ma che NON era possibile il processo inverso, vale a dire la trasformazione completa di quest'ultima energia in energia meccanica (termodinamica-2° principio). L'inglese Kelvin notò che mentre per gli animali poteva valere la legge dell'evoluzione, valeva la legge dell'involuzione (entropia) per i fenomeni fisici, i quali tendono a realizzare un equilibrio di sempre minore trasformabilità.   PRAGMATISMO La reazione al positivismo portò in Italia allo sviluppo del neoidealismo (Croce riduce Hegel in senso storicistico; -Gentile sviluppa Fichte ed Hegel in senso attualistico). Il neoidealismo allontanò l'Italia dal percorso europeo delle scienze umane. Invece nel mondo anglosassone la crisi del positivismo portò al sorgere di filosofie che facevano dipendere tutti i valori, compresa la stessa verità, dall'efficacia pratica, cioè dall'utilità nell'azione concreta, dei valori stessi (pragmatismo di Peirce- strumentalismo di Dewey). Peirce individuò tre livelli possibili di studio della realtà concettuale: il livello del SEGNO (idea-concetto-pensiero); il livello del SIGNIFICATO (=l'insieme di tutti i possibili effetti pratici del segno) e infine il livello dell'INTERPREAZIONE del segno (dipende dal soggetto interpretante). Fu il primo a porre il problema dell'analisi dei segni del pensiero (semeiotica).   FENOMENOLOGIA-ESISTENZIALISMO-ERMENEUTICA In Europa le scienze umane registrano degli avanzamenti per merito di Husserl, secondo il quale la logica si deve fondare sull'analisi della vita della coscienza, vale a dire dell'intenzione e dell'intuizione che caratterizzano ogni fenomeno psichico. Il positivismo - e successivamente tutta la scienza occidentale - era in crisi perché aveva colto solo l'aspetto oggettivo dei fenomeni, rinunciando a cogliere l'aspetto del significato per la vita che ogni soggetto-cosciente pone nell'oggetto. Il filosofo, funzionario dell'umanità, doveva compiere tale unificazione. Sul suo 'insegnamento si sviluppa l'esistenzialismo ateo di Sartre in Francia, e quello di Heidegger in Germania. Per quest'ultimo solo l'uomo è unità di coscienza che vive in una situazione e che si pone il problema dell'essere, è cioè un esser-ci (Dasein), aperto al mondo esterno ed interno. E' dunque un essere-nel-mondo. Tale essere è caratterizzato dall'esistere, cioè dall'essere-per-la-morte, essere autentico se sceglie di esistere in tale dimensione, l'uomo si annulla e si oggettivizza invece nell'ente, cioè in realtà estraniate in cui di volta in volta si trova a vivere, se si allontana dalla coscienza dell'essere-per-la-morte. Tutta la storia della metafisica come ricerca dell’essere oggettivo (IDEA platonica, energheia per Aristotele, ens creatum per Tommaso, poi res cogitans, poi monade, poi spirito, poi volontà di potenza) si è risolta nella tecnica. All'uomo non rimane - se sceglie di non identificarsi con la tecnica - che il pensiero non violato dalla tecnica, vale a dire la poesia. La filosofia autentica è poesia, parola che si sottrae all'oggettività. Egli non accetta l'analisi del linguaggio portata avanti contemporaneamente a lui dai neopositivisti, ritenendo che questi ultimi riducano la parola solo al suo valore pratico-utilitaristico. Un filone che parte da Heidegger e giunge fino a noi è quello di Gadamer e di altri (Paul Ricoeur), che sviluppano la filosofia come interpretazione del linguaggio (pre-testo, testo, con-testo).  FILOSOFIA ANALITICA-FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO Nel primo Novecento Cantor (teoria degli insiemi), Frege e l'italiano Peano ridussero tutta la matematica alla logica, ma Kurt Goedel (m.1978) dimostrò che ogni sistema logico (e quindi anche ogni sistema matematico) non poteva essere completo se non a prezzo della propria incoerenza o contraddittorietà. Dunque ogni sistema che si dichiara completo non risulta utilizzabile in quanto contraddittorio.Il polacco TARSKI concluse che la corrispondenza di ogni sistema formale ("linguaggio") con la realtà oggettiva esterna può essere stabilita SOLO al di fuori di tale sistema, in un secondo sistema "al di là" del primo ("metalinguaggio"). RUSSELL riportò i classici paradossi logici ("il cretese dice che tutti i cretesi sono bugiardi") al paradosso delle classi. Tale paradosso consisteva nel fatto che risultavano contraddittorie - pur essendo entrambe logiche - le due possibili conclusioni relative all'insieme di tutti gli insiemi delle classi normali (che NON contengono se stesse -p.e. la classe di tutti gli uomini) e quelle relative a tutti gli insiemi delle classi non-normali (che contengono se stesse - p.e. la classe di tutti i concetti). Egli sostenne che bisognava distinguere tra un livello "tipo 0" (classe dove si inserivano tutti gli individui e tutte le relazioni tra individui, o denotazioni) e il livello "tipo 1" che era l'unico livello dove inserire le relazioni o proprietà (o connotazioni) relative agli elementi del sottostante tipo 0. Nella classe "tipo 2" andavano inserite infine le proprietà relative alle proprietà del tipo 1. In questo modo ogni sistema risulta completo (su 3 livelli) e non contraddittorio all'interno del singolo livello. Riprendendo idee positivistiche di James Stuart Mill e cercando di tradurre il linguaggio comune in linguaggio formalizzato, cioè analizzabile logicamente, Frege e Russell preparano la strada a Wittgenstein, il quale nel I periodo della sua vita teorizzava che le proposizioni sintetiche, basate sui fatti, erano le uniche verificabili nel loro significato, cioè nella corrispondenza empirica con l'oggetto (asserzioni o enunciati o proposizioni fattuali). Invece le proposizioni che si riferiscono alle condizioni di possibilità dei fatti (proposizioni analitiche, tipo quelle logiche e matematiche) sono tautologiche, cioè non hanno un significato (cioè un valore che Frege chiamava referenziale, una corrispondenza V/F con la realtà), bensì solamente un SENSO (cioè un valore puramente interno alla proposizione, non un valore di verità). Fuori dal linguaggio rimane l'inesprimibile soggettivo (il senso della vita, l'intuizione mistica) che non è oggetto di scienza e quindi neanche del linguaggio ("di ciò di cui non si può parlare si deve tacere”). In una seconda fase Wittgenstein, osservando il linguaggio dei bambini nella sua attività di maestro, concluse che il linguaggio non era solo raffigurazione della realtà, ma principalmente attività con regole assunte come le si assume nel gioco. Il criterio di significanza di ogni proposizione non sarebbe più la sua verificabilità fattuale, bensì la corrispondenza o meno con le regole d'uso di un determinato popolo parlante.  I NEOPOSITIVISTI si prefiggono di chiarificare ogni tipo di discorso (asserto), per questo assumono l'analisi logica come metodo per la dotazione di senso delle asserzioni. Attraverso un lavoro collettivo essi cercano di definire un sistema globale di concetti. Essi analizzano le questioni filosofiche tradizionali, smascherano le false questioni (metafisica) convertendole in questioni empiriche. Il CIRCOLO DI VIENNA (gruppo di filosofi e scienziati che 1929 scrisse il manifesto programmatico sulla "concezione scientifica del mondo", sostenendo la necessità della ricerca di gruppo e di unificare il sapere scientifico) sfruttando gli studi di Russell e Wittgenstein sul linguaggio, pose come oggetto della filosofia la scienza intesa come insieme di regole-condizioni logiche e linguistiche per l'osservazione dei fatti. Si richiama al positivismo per il punto di partenza dato dai fatti, ma si definisce anche filosofia analitica o del linguaggio per l'importanza che dà alla trattazione linguistica dei fatti. Al suo interno per primo Schlick formulò il principio di verificabilità, secondo il quale "il significato di una proposizione è il metodo della sua verifica". Tale metodo era costituito sia dall'ipotesi (esito - per induzione - di varie osservazioni empiriche) che dalla deduzione secondo regole matematiche. Contemporaneamente a Cambridge e a Oxford si compiono analisi del linguaggio ordinario. Austin distingue l'enunciato descrittivo-constatativo ("il re battezza la nave Queen Mary", dall’enunciato performativo-esecutivo ("battezzo questa nave Queen Mary "). In base al contesto uno stesso enunciato può avere funzioni diverse : è atto locutorio (semplice parlare) se si compie "saying something", è atto illocutorio (esprimere intenzione) se si compie "in saying something", è atto perlocutorio se "by saying something" modifica il comportamento di chi ascolta.Negli USA il neopositivismo è rappresentato da Charles W. Morris, che riprende lo studio dei segni (semiotica) come scienza del linguaggio che ha sempre tre dimensioni: la sintattica (rapporti tra i segni), semantica (rapporti tra i segni e l'oggetto significato), e la pragmatica (rapporto tra il segno e il soggetto che lo usa).   EPISTEMOLOGIA Con Einstein (1879-1955) anche la massa, come già il tempo e spazio negli scienziati di fine '800, non è più una proprietà costante dei corpi, non assume cioè caratteri assoluti: tutto viene riferito alla velocità della luce (E=mc2); con Planck si teorizza che l'energia non è emessa in modo continuo con l'aumentare della temperatura, ma in modo discontinuo e in quantità determinate (quanta, cioè quantità di energia) in funzione delle frequenza della radiazione. La teoria quantistica fu usata per spiegare la struttura dell'atomo. Si arriva così ad unificare l'ipotesi newtoniana del carattere corpuscolare dell'energia, con quella ondulatoria ipotizzata da Huygens. Infine Werner Heisenberg (1901-1976) fece crollare un altro dogma della fisica classica, quello del determinismo della materia, dimostrando l'esistenza di un margine di indeterminatezza in tutti i fenomeni: l'energia trasmessa per quanti non è determinabile contemporaneamente per più di una grandezza fra quelle prese in esame (o si misura la posizione di una particella nello spazio, o la sua velocità, o la sua energia). La sintesi della nuova situazione in cui si trovano le scienze può essere indicata da Popper, esponente della filosofia della scienza (epistemologia): lo scienziato non può basarsi sul principio di verificabilità praticato dai neopositivisti (secondo il quale dal fenomeno si arriva alla legge in base alla sperimentabilità del fenomeno stesso). Ogni teoria si mostra utile in una determinata fase di conoscenze dell'umanità, poi viene abbandonata perché subentra una teoria più adatta alla nuova situazione. Allora è più utile e meno pretenzioso basarsi non sul passato (gli esperimenti che convalidano la legge) ma sul prevedere quali esperimenti potrebbero falsificare in futuro la teoria-legge in questione. L'induzione (la somma di esperienze passate) è meno utile della falsificazione (la previsione di casi i n cui la teoria può essere smentita). E' dalla falsificazione (tentativi per prove ed errori, per ipotesi, congetture e confutazioni) che si traggono maggiori informazioni sulla realtà. Paul Feyerabend (vivente) arriva alla completa liberalizzazione della scienza: ogni legge-teoria non è confrontabile con un'altra in quanto rappresenta una visione storicamente determinata. Non c'è differenza, estremizzando, tra teoria scientifica e teoria artistica,nel senso che "qualsiasi cosa va bene" (anarchismo metodologico). -------------- f404-scienza e filosofia nel ‘900 – 2003----------------------------------- home page | documenti di scuola