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DALL'UMANESIMO ALLA CONTRORIFORMA [F301]
UMANESIMO
(l'uomo al centro delle cose)
Umanesimo significa
studio dell'humanitas, versus lo studio della divinitas esercitato dalla
scolastica. Nel secolo XV gli umanisti considerano la POESIA come la massima
espressione letteraria. Per individuare modelli di umanità
leggono e traducono le opere classiche (latine e greche) considerate come
opere che non hanno età, quindi sempre moderne. Primo centro di umanesimo è la
Firenze dei Medici: Coluccio SALUTATI traduce la "Repubblica" di
Platone, Poggio BRACCIOLINI ritrova e traduce il "De Rerum natura" di
Lucrezio. Per ricercare i testi classici originali gli umanisti usano il metodo
FILOLOGICO, che consiste nel confrontare più copie di uno stesso testo antico
per ricostruire l'originale: fu Lorenzo VALLA a proporre tale metodo di ricerca
e studio degli antichi testi. Egli era anche filosofo, e identificava la felicità
con il piacere (i beni terreni).
L'aristotelismo rinascimentale di tipo LAICO si concentra
nell'università di PADOVA, mentre la tradizione aristotelica più scolastica
(teologica) rimaneva a Parigi. Rappresentante dell'aristotelismo laico fu
POMPONAZZI (1462-1525) ritiene che la VIRTU' vada esercitata indipendentemente
dalla prospettiva di un premio o castigo, pensa che l'anima individuale sia mortale, non tanto sul piano della
fede (laddove la legge è dettata dalle sacre scritture, per cui è oggetto di
fede che l'anima sia immortale), ma sul piano scientifico: come molta parte
della scuola scientifico/aristotelica, sostiene la teoria della DOPPIA VERITA'
(una sul piano scientifico e una sul piano della fede).
L' opera
scientifico/naturalistica di Aristotele giunge in Italia attraverso la cultura
bizantina (gli studiosi greci emigrano da Bisanzio quando questa è conquista
dai Turchi 1453 e diventa Istanbul). Aristotele rimane per gli umanisti il
filosofo della natura, mentre Platone riflette soprattutto esigenze teologiche e
ricerche del sovrannaturale. Il terzo aspetto fondamentale del QUATTROCENTO
(dopo l'umanesimo e la tradizione filosofico-scientifica) fu appunto la cultura
bizantina.
Gli studia
humanitatis,
arti che rendono l'uomo libero, studi liberali sono costituiti dal trivio e e
dal quadrivio.Leon Battista ALBERTI interpreta la virtu' come strumento
dell'uomo contro la fortuna, non
come operosità nella politica bensì come operosità nella famiglia
(patriarcale): per lui ogni uomo si costruisce il proprio destino e non si
lascia trasportare dal fato.
Per Marsilio FICINO
l'espressione sensibile della derivazione di tutte le cose
da Dio è la luce, egli oltre che di filosofia si occupa anche di magia e
astrologia. Intendeva riprendere la tradizione neoplatonico-cristiana, come
Cusano. Quest'ultimo concepisce l'uomo come costruttore di conoscenze che sono
sempre in progresso. Secondo lui l' universo è infinito in senso negativo,
esplicazione (spiegazione) di Dio.
PICO della Mirandola
(come prima di lui Cusano e dopo di lui Erasmo) sosteneva l'ideale di una
conciliazione di tutte le filosofie e di tutte le religioni.
Egli è il tipico umanista italiano del '400. Secondo questo nobile la
vera filosofia ossia la SAPIENZA è contenuta nei testi di Aristotele, ma anche
la RELIGIONE è fonte di conoscenze: egli infatti attribuisce massimo
valore all'interpretazione della Bibbia secondo la
CABALA(=tradizione ebraica).
MAGIA e ASTROLOGIA (la
via non scientifica per la conoscenza della realtà)
La MAGIA (tentativo di
dominare le forze della natura mediante la partecipazione dell'uomo all'anima
del mondo) è tipica di molti umanisti, essa avrà meno seguito nel 600,
quando i filosofi si indirizzano verso la conoscenza scientifica della realtà.
Un esempio di teoria magica è
costituito dallo svizzero PARACELSO (1493-1541), il quale sosteneva che la
natura è composta di anima e di corpo e che l'uomo può entrare in contatto con
l'essenza della natura.
Per capire la spinta
di Pico e di altri umanisti verso la magia, bisogna riandare all'epoca del '400:
non erano ancora aperti i varchi verso l'esplorazione scientifica della realtà,
ma già si operavano tentativi di conoscere la realtà attraverso le sole forze
dell'uomo, senza ricorrere in modo esclusivo al potere di Dio. Si cerca la
conoscenza negli astri (astrologia), nella pietra filosofale, o nel quinto
elemento (vale a dire nelle forze della natura, che il mago dovrebbe riuscire a
dominare). Solo nel '600 si arriva a costruire un metodo scientifico di indagine
della realtà. Parallelamente ai tentativi magici/astrologici (questi ultimi non
condivisi da Pico), assume vigore la tradizione scientifica aristotelica, che
indaga sulla realtà ma partendo da presupposti FINALISTICI: i 4 elementi si
strutturerebbero su piani diversi perché ogni elemento TENDE a raggiungere il
proprio luogo naturale (p.e. l'aria
verso l'alto, l'acqua verso il basso).
In sostanza L'UMANESIMO NON studia gli aspetti scientifici della natura, ma pone in filosofia l'esigenza di dare spazio all'uomo nella conoscenza della realtà, la quale resta comunque conosciuta in modo integrale solo dal suo creatore [Dio è per Cusano co-implicato nella realtà conosciamo Dio solo in modo negativo per progressiva approssimazione, ma la nostra è comunque la massima conoscenza possibile (docta ignorantia)].
RINASCIMENTO
Il RINASCIMENTO è il
movimento culturale di rinascita della cultura classica antica, nelle corti
principesche e reali dell'Europa del'500. Tipico rappresentante è ERASMO da
ROTTERDAM. Scrive l' 'Elogio della pazzia', dove sostiene che la conoscenza
disinteressata e creativa è
l'autentica pazzia. Nell' 'Utopia' Thomas MORE (1478-1535) l'educazione è per
tutti, per tutte le età, in lingua volgare. In tale opera egli descrive una
società ideale basata sulla PROPRIETA' COLLETTIVA.
La 'Città del Sole'
di Campanella presenta un'utopia sociale di
tipo non democratico, in quanto la
classe dei dirigenti (sacerdoti, filosofi) è completamente separata rispetto
alle classi dei lavoratori e dei commercianti. Si tratta quindi di due diverse
utopie, l'una democratica (More), l'altra elitaria (Campanella). Entrambe
esprimono tuttavia un fermento di idee che prepara l'epoca del rinnovamento
filosofico (espresso nel '600 dalla filosofia della scienza e nel '700
dall'Illuminismo).
Leonardo DA VINCI sosteneva
che rispetto allo studio della
filosofia è più importante lo studio della natura.
L'umanista MONTAIGNE (1533-92), pur rimanendo nell'ambito
della religione cattolica, ha un atteggiamento tollerante verso i non cattolici,
ed è aperto a tutte le conoscenze che riguardano sia l'uomo che l'universo.
RIFORMA PROTESTANTE
Insofferente del
potere temporale della chiesa e della frammistione tra teologia e politica
tipica del cattolicesimo romano, l'abate agostiniano tedesco LUTERO sostiene che
ogni uomo deve saper leggere per poter LIBERAMENTE
INTERPRETARE la Bibbia, senza bisogno di consulenza da parte della Chiesa
e che i sacramenti NON sono necessari per guadagnarsi la salvezza eterna. In
tale modo si sottrae potere alla Chiesa (che per i cattolici è l'unica
interprete delle Sacre scritture ed i cui sacerdoti erano gli unici autorizzati
ad amministrare i sacramenti). Lutero sostiene la PREDESTINAZIONE dell'uomo, e
toglie ulteriore efficacia alla Chiesa, che attraverso gli strumenti della
confessione e dell'assoluzione cercava di vincolare a sè i credenti. Il LIBERO
ARBITRIO (libertà di scegliere tra il bene e il male) è sostenuto da Erasmo:
in polemica con quest'ultimo Lutero teorizza il SERVO ARBITRIO, in altre parole
l'impossibilità per l'uomo di cambiare le scelte divine sul destino eterno
delle vite degli uomini.
Per il protestante svizzero CALVINO (1509-1564) l'uomo deve lavorare in quanto deve lasciare un segno della potenza di Dio sulla terra, ma non è possibile per l'uomo conoscere o modificare il destino eterno fissato da Dio per ogni anima. Egli realizzò a Ginevra una repubblica (=stato) teocratica, cioè basata su principi religiosi. Da tale città erano esclusi i cattolici (alcuni dei quali furono bruciati vivi, come Michele Serveto).
LA CONTRORIFORMA
La CONTRORIFORMA
è la
riforma cattolica del culto e della fede attuata attraverso il Concilio di
TRENTO (1545-1563), con il quale grazia divina e libertà umana vengono fatte
convivere nell'uomo. Strumenti della Controriforma furono il catechismo(1564),
il rosario, e soprattutto gli ordini e le congregazioni religiose. L'ordine dei
Gesuiti è fondato da Ignazio di Loyola, ex generale spagnolo.
Per il Concilio di Trento la
Natura dell'uomo è fondamentalmente buona, mentre per Lutero vi è un male
radicale dentro ogni uomo, tale da non poter assicurare a nessuno la sicurezza
della salvezza eterna. Per sostenere la presenza reale di Cristo nell'Eucarestia
Il concilio di Trento usa le categorie aristoteliche di sostanza e accidente
(per dimostrare la transustanziazione, cioè il cambiamento di sostanza -
durante la messa - di pane e vino
in carne e sangue di Cristo).
MODELLI EDUCATIVI UMANISTICI E RINASCIMENTALI
L'umanista Pier Paolo
VERGERIO definisce STUDI LIBERALI gli studi che rendono libero l'uomo. Ne fanno
parte trivio e quadrivio (che per VITTORINO da FELTRE costituiscono il corso di
studi per i nobili). Tali studi costituiscono l'istruzione di base di un
principe colto, nell'umanesimo e nel Rinascimento. Nelle arti liberali Il TRIVIO
comprende lo studio di grammatica retorica logica. ERASMO afferma che è giusto
educare i fanciulli fin dall'età di 3 anni (più bassa è l'età più facile è
educare un fanciullo) e che nell'educazione si devono utilizzare
gioco/competizione/premi.
Nell'umanesimo (che
nel '500 si diffonde dall'Italia in Europa) vi sono segni di una insofferenza
verso la cultura scolastica e dogmatica, ripresi poi dal Rinascimento: nel
romanzo 'Gargantua e Pantagruel' l'umanista RABELAIS (1494-1553) mette al primo
posto l'educazione pratica, fisica, scientifica e mette in ridicolo l'educazione
scolastica basata su idee astratte.
La 'Ratio studiorum'
dei Gesuiti (1559, costituita da programmi dettagliati di insegnamento, metodi e
regole di studio, che gli aspiranti all'ordine dovevano seguire in modo
puntuale) pone come base dell'insegnamento non la lingua nazionale (come fa la
Riforma) bensì il latino: se da un lato questa scelta favorice l'univeralità
(il latino era usato come lingua degli umanisti, delle classi colte
europee) del messaggio cattolico, dall'altra
esclude drasticamente ogni possibilità di estensione della cultura
popolare, di scolarizzazione. Al popolo la Controriforma assegna solo funzione
di opere e di preghiera; essa crea d'altra parte degli ordini religiosi diretti
all'istruzione , ma soprattutto mira al recupero sociale degli emarginati, ha
funzione assistenziale e di coesione sociale più che di elevazione culturale
diffusa. Altri ordini si dedicano alla lotta contro le eresia
e all'assistenza spirituale e alla formazione dei figli delle classi
dirigenti [il Corso di studi della Controriforma prevedeva nei primi due livelli
(5 e 3 anni) lo studio di
grammatica retorica e filosofia]. Non è necessario che tutta la popolazione
debba imparare a leggere la Bibbia: questa idea è propria della Controriforma;
viceversa per la Riforma ognuno essendo ministro-sacerdote di se stesso, è
necessario che la conoscenza del leggere e dello scrivere sia diffusa in
tutto il popolo. Si deve saper legger la Bibbia per interpretare la volontà
divina.
NASCITA DELLA POLITICA
COME SCIENZA
Si deve a Machiavelli
l'idea di uno STATO come luogo del POTERE diviso dalla popolazione -la quale si
identifica con i PRIVATI cioè gli esclusi dal potere. Per lui la virtù non è
la capacità dell'uomo di saper utilizzare gli eventi naturali, bensì è
l'intelligenza, la capacità di
prevedere e gestire le forze espresse dalla società (come cultura, tecnica,
come esigenze di classi sociali diverse). La storia è fatta sempre di
situazioni che in larga parte possono essere previste, in quanto l'esperienza e
la storia ci mostrano che alcune variabili del comportamento politico si
ripetono. Viceversa per GUICCIARDINI la storia è fatta sempre di situazioni
nuove e imprevedibili. Viceversa Jean Bodin teorizza l'assolutismo politico
(=nel capo dello stato si concentrano tutti i
poteri senza controllo), mentre il gesuita BOTERO (1544-1617) usa il
termine RAGION DI STATO per definire tutte le attività del governante che
servono per mantenere sicuro ed autosufficiente LO STATO di fronte a situazioni
di conflitto tra politica e morale.
CRISI DELLA TEORIA TOLEMAICA
Da esigenze concrete e pratiche, non risolvibili sulla base
della teoria tolemaica-aristotelica relativa
alla centralità della terra nel sistema solare, nascono nuove ipotesi sul moto
terrestre. Il polacco COPERNICO (1473-1543) sostenne tra i primi in epoca
moderna la centralità del sole rispetto ai pianeti, tuttavia la sua non era una
convinzione dettata da prove scientifiche (esse verranno invece con Galileo),
bensì veniva dalla semplice esigenza di una miglior compilazione dei calendari.
Alla stessa ipotesi pervenne il danese Tycho BRAHE (1549-1596) che - rilevando i
moti degli astri e di alcune comete (tra le altre la stessa cometa - oggi
chiamata Hale-Bopp - che è ripassata vicino alla terra nel 1997) ipotizzò per
primo l'inesistenza delle sfere celesti.
FILOSOFI CHE PRECORRONO
IL PENSIERO MODERNO
Il napoletano Giordano
Bruno (1548-1600) porta in tutta Europa la sua idea che l'universo e Dio NON
sono due entità distinte, ma esprimono un'unità, un'unica energia: i mondi
sono infiniti e la terra non può essere un esclusivo luogo animato. Per Bruno
era più importante la libertà di pensiero rispetto anche alla fede in Dio. Con
tale convinzione sostenne anche la condanna per eresia e fu arso vivo a Roma.
Per il frate domenicano
calabrese Tommaso CAMPANELLA (1568-1639) esiste una religione naturale propria
di tutti gli uomini ed essa consiste nella spinta al divino, l'uomo è è dotato
di una parte inconscia chiamata sensus abditus.
Per Bernardino TELESIO
(1509-1588) la natura va studiata "secondo i propri principi", cioè
su basi fisiche: vi è un'unica materia, movimentata dalle forze del caldo e del
freddo.
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