ORIGINI FILOSOFIA OCCIDENTALE ARCHE' come ricerca di principi materiali La filosofia (amore per la sapienza) NON nasce e si sviluppa solo in Occidente, il pensiero e la riflessione sulla realtà è proprio di ogni popolo. In particolare si collocano prima della filosofia greca (origini VIII-VI sec. a. C.) la filosofia cinese e indiana. Data la nostra collocazione europea, iniziamo lo studio dalla filosofia greca. Nella storia del pensiero occidentale, come di ogni pensiero socialmente condiviso, viene prima il MITO (mythos = la narrazione fantastica), la credenza popolare (in occidente tale concezione mitica è rappresentata dai poemi omerici): solo in un secondo momento viene la riflessione razionale, la FILOSOFIA. Fu un filosofo del 300 a. C., Aristotele. a chiamare TEOLOGI i poeti e i narratori di miti, vale a dire coloro che rappresentano la natura e la realtà attraverso l'invenzione di divinità (dei): per lui (come per Platone) l'origine della filosofia è dovuta alla meraviglia, allo stupore che gli uomini provano di fronte alle cose. E lo stupore cresce, man mano che si penetra nella realtà e si comprende il perché quella tale cosa, quel tale fatto è così. E infine,quando si possiede la conoscenza del principio della cosa, del fatto, ci si meraviglia di essercisi inizialmente meravigliati. Nel pensiero occidentale TALETE, ANASSIMANDR0, ANASSIMENE (scuola ionica) sono i primi filosofi della fisica, cioè della natura (greco physis): secondo Talete il principio (greco arché) di tutte le cose naturali è l'ACQUA, . l'aria è principio di tutte le cose e della vita per Anassimene, per il quale anche l'essenza dell'uomo, cioè l'anima (gr. psyché), è fatta d'aria. Principio della realtà è invece l'infinito, 1'indeterminato, illimitato (gr. a-peiron = a-senza + peras-limite) per Anassimandro. Alla scuola PITAGORICA (nel Metaponto in Magna a Grecia) sono attribuite le seguenti teorie: -l'universo ha struttura sferica, - terra/sole/pianeti hanno movimento rotatorio - 'anima deve liberarsi dell'impurità corporea, - ad ogni morte corporale l'anima assume altre sembianze (metempsicosi). Punto fondamentale della teoria pitagorica è costituito dall'assoluta convinzione che la conoscenza della realtà sia possibile attraverso il costante riferimento ai NUMERI per identificare ogni particolare realtà. Di più: essi NON sono uno strumento dell'uomo per conoscere la realtà, ma sono la realtà (indipendentemente dall'interazione delle cose con l'uomo). GLI ULTIMI RAPPRESENTANTI DELLA SCUOLA FISICA Per Anassagora lo sviluppo del tempo rettilineo, ed è descrivibile nella Historìa (narrazione: gli infiniti elementi che costituiscono la realtà, cioè i SEMI contengono (ognuno al suo interno) le parti costitutive del tutto: ogni parte ha in sé (in scala ridotta) il modello dell'universo. Per gli ATOMISTI Leucippo/Democrito) la realtà non è costituita né dall'àpeiron (indeterminato), nè dall' archè (principio) tipo aria o fuoco bensì da elementi primi materiali, gli atomi, che riunendosi danno forma a tutte le cose. IL CASO sarebbe alla base del continuo aggregarsi e disgregarsi degli atomi. Tutto è dovuto comunque a NECESSITA' e non esiste per l'uomo modo si sottrarsi alle leggi della natura: l'anima umana non è che una parte del corpo, fata di atomi più leggeri, ed essa si disgregherà come il resto del corpo ed essa si disgregherà con il resto del corpo nel momento della morte individuale. Resteranno invece gli atomi, nel loro eterno movimento. Per il medico greco Ippacrate la MALATTIA è dovuta ad uno squilibrio dei quattro umori presenti nell'uomo: sangue (primaverile), bile nera (=melanconia, autunnale) e gialla (estiva, biliosità), flemma o catarro (invernale). Di conseguenza gli uomini si dividono, per quanto riguarda il comportamento, in sanguigni, biliosi, melanconici e flemmatici. ESSERE o DIVENIRE Il primo dei quattro elementi fisici è per Eraclìto il fuoco, che alimenta il movimento, che è al centro di tutte le attività. Il movimento è universale ("tutto scorre"). Nella dimensione umana, il movimento è diretto dalla guerra (polemos). Con esso si identifica l'elemento che accomuna tutti gli uomini, cioè la ragione o lògos. Viceversa, per la scuola eleatica (città della Magna Grecia a sud di Napoli poi chiamata dai latini Velia), fondata da Senofane, il movimento è illusione:gli uomini hanno solo opinioni (ed è opinione sostenere che c'è il movimento), mentre esiste un solo ESSERE o dio, che si identifica col mondo (panteismo). La realtà è l'UNO, l'eterno, l'Essere. Questo è il tema affrontato dal principale filosofo di Elea), Parmenide, per il quale l'Essere è concreto, finito (cioè avente un limite=pèras), sferico. elearica, fondata in Magna. Grecia da Senofane. Secondo l'eleatico ZENONE il movimento non può esistere, è illusione, in quanto il movimento dovrebbe essere passaggio da un punto all'altro: ma questo presuppone che ci siano punti intermedi, il che significherebbe andare all'infinito. Il punto di partenza e di arrivo di una freccia sono in realtà (nel medesimo istante) uno stesso punto; sono i SENSI che conducono la ragione all'inganno, cioè all'illusione del movimento, mentre la realtà è costituita dall'Essere. L'infinitamente piccolo a cui porta la ricerca logica del punto intermedio non è altro che il NULLA, il NON essere. Non esiste. Con gli eleati si intravede qualcosa ch va oltre i principi fisici: l'Essere. Lo studio di ciò che va oltre la fisica, dell'universale eterno, sarà chiamatao dopo Aristotele METAFISICa (=che va oltre la fisica). Mentre vi sarà con Platone e Aristotele un approfondimento sull'Essere [per quest'ultimo la metafisica si identifica con la filosofia, cioè con la scienza (epistème) delle cause prime], vi sono nell'Atene democratica i SOFISTI, filosofi che non accettano un pensiero stabile, che rifiutano quindi la ricerca metafisica. Secondo il sofista Gorgia, per esempio, l'Essere non solo NON è, ma anche se fosse non sarebbe pensabile, e pure se fosse pensabile non potrebbe essere comunicato. Per sofisti infatti l'elemento base del pensiero è il comunicare. Empedocle di Agxigento pone come elementi materiali acqua aria fuoco terra, ma assorbe anche l'esigenza del pensiero eleatico (Parmennide) di unificare la realtà nell'Essere, perché alla base del rnovimento degli elementi pone altri due principi: arnore e odio. Egli concepisce il divenire come un ciclo di eventi con fasi alterne. L'odio è forza che disgrega gli elementi, quindi subentra la forza dell'amore che li riunisce. I SOFISTI: UNA SCUOLA MODERNA Si può dire che la sofistica sia il risultato del clima democratico dell'Atene del V- IV secolo a. C.. Essi amavano distinguere e porre a confronto tutte le parole che affrontano lo stesso oggetto, per esempio virtù e bontà. Per loro tutto è insegnabile, compresa la virtù (principio etico, cioè di cornportamento, vale a dire pratica del bene). I sofisti furono i primi "professori" dell'antichità classica. IL loro insegnamento non riguardava tanto i contenuti, o il LOGOS (ragionamento per raggiunger la verità), quanto il metodo costituito dalla DIALETTICA (arte di controbattere in un dialogo) e dalla RETORICA (arte di persuadere). PROTAGORA (come molti altri sofisti) crebbe nel clima democratico di Atene: è infatti con la partecipazione popolare, con le assemblee dei cittadini liberi, che si evidenzia la necessità di usare la parola per convincere. Egli era uno dei massimi sofisti, e sosteneva che di tutte le cose è misura l'uomo, e che quindi la verità non è nelle cose ma nell'uomo, che può articolare tale verità in modo a lui utile. Per esempio, alcuni sofisti sostenevano che gli dei non esistono, ma molti sofisti erano disposti a costruire anche un discorso che dimostrasse il contrario. In questo cambiamento di idee, unica cosa certa era la realtà dell'uomo in quanto essere che gestisce tale cambiamento logico. Anche nell'epoca moderna ritorna la considerazione che sia l'uomo al centro delle cose, cioè della conoscenza, così come torna la tesi che la lingua sia una convenzione di segni, e non un sistema con regole presenti in modo innato nell'uomo. Vi è anche una modernità nel dare poca importanza ai contenuti e molta ai messaggi (non a caso oggi si studia la retorica della comunicazione ipertestuale, e l'arte di convincere, al di là dei contenuti, è alla base della società dei consumi sostenuta dalla pubblicità). Per i sofisti tutto è utilizzabile, strumentalizzabile, convenzionale. Per esempio linguaggio, giustizia, leggi sono da seguire nella misura in cui servono all'uomo, alla sua felicita. La massima beatitudine è quella dei potente che - usando le leggi nel suo interesse anche se provoca ingiustizia nei sottoposti - trae i massimi piaceri senza soffrirne la minima pena Il sofista CRIZIA (prozio di Platone) sostiene che gli dei non esistono: furono inventati da coloro che avevano il potere nella società, per convincere gli uomini ad obbedire alle leggi anche quando i potenti erano assenti (il dio vede sempre e ovunque) SOCR ATE (oggi non è di attualità) Visse ed insegnò ad Atene (usò sempre la parola orale, come i sofisti, e quindi anche la dialettica, ma a differenza di questi ultimi non si fece mai pagare per il suo insegnamento in pi azza (agorà) né usò la Retorica - cioè l'arte di costruire il discorso a prescindere dai contenuti. Sosteneva di non voler insegnare niente a nessuno, utilizzava come metodo di elaborazione del pensiero il DIALOGO MAIEUTICO, che parte dal sapere di non sapere per stimolare l'interlocutore ad esprimere, a "levare fuori" (maieutica=arte della levatrice, dell'assistenza al parto) le proprie idee. Fa parte di questo metodo dialogico l'IRONIA, cioè il fingere all'inizio del dialogo di sottovalutarsi per stimolare l'interlocutore a parlare. Presso i greci il termine VIRTU' era utilizzato per significare il giusto modo di comportarsi negli imprevisti. Si trattava di un principio di comportamento (principio etico) diretto al bene della propria anima (felicità) I sofisti ne avevano fatto oggetto sistematico di insegnamento. In polemica con questi ultimi Socrate sostiene che la virtù NON è insegnabile. Essa sta infatti SOPRA la conoscenza del vero, cioè la scienza, la quale è insegnabile. La virtù NON è conoscenza, bensì pratica morale, pratica del bene. La pratica non dipende dalla conoscenza ma dalla volontà, e la volontà sta sopra la conoscenza, non produce come quest'ultima oggetti "trasmissibili", bensì comportamenti individuali - che nel caso della virtù attraverso l'agire che viene dal proprio "demone"(coscienza) tendono alla "eudaimonìa" = felicità del soggetto. La virtù non "si sa", NON è un dato di informazione neutro, da passare da una persona all'altra., bensì uno "stile di vita": se si intende il "sapere" come il "desiderare" (e ogni "demone" esprime desiderio", allora come saputo-desiderato la virtù risulta l'unico vero sapere, ma non è un sapere conosciuto, piuttosto un sapere "agito". Gli oracoli greci (=previsioni sul futuro emesse dai sacerdoti dediti al culto di un particolare dio) raccomandavano "CONOSCI TE STESSO". Ora secondo Socrate il "se stesso" in cui consiste l'uomo non è il suo corpo, bensì la sua anima. Aristotele dice che Socrate si interessò in fondo solo della vita etica, solo cioè dei principi di vita, del comportamento morale. Socrate, contro i sofisti, mostra che è chi fa ingiustizia (i cittadini ateniesi che lo condannano a morte) ad essere più infelice di chi - come lui - riceve l'ingiustizia. Ed infelice più di tutti è chi della sua ingiustizia non riceve la debita punizione. Socrate scegliendo di morire per obbedire alla legge mostra che è più felice colui che obbedisce alla legge - per quanto ingiusta - rispetto a colui che disubbidisce alla legge. EDUCAZIONE CLASSICA (paideia) Prima fase e primo ideale educativo in Grecia è quello espresso dall'aristocrazia che governa: VIRTU'(aretè) in tale modello (espresso nei poemi di OMERO - ottavo sec. a. C.- ) significa comportamento che consente di superare gli imprevisti. Ni miti omerici il virtuoso è l'uomo "buon dicitore di consigli e facitore di imprese". Gli eroi omerici rappresentano un ideale educativo ARISTOCRATICO. Nella seconda fase, nel secondo modello educativo, espresso per esempio da Atene nel V-IV secolo a. C., l'educazione assume un nuovo significato. Atene fu la prima città greca a prevedere un'istruzione di base. L'educazione in tale Polis (città che si governa da sola) era estesa a tutti i cittadini liberi e fondata sullo studio del bello, delle arti e sulla cura del corpo (jalos kai agathos, bellezza e vitalità), mentre quella di Sparta (sempre per la sola classe dirigente) era dura, rigida, molto severa, di tipo militaresco. Secondo l'ateniese Pericle la KALOKAGAZIA è appunto l'ideale di una crescita armonica della personalità, fiorente sia nell'anima che nel corpo. In questo senso Atene fu la prima città a definire una suola dove si acquisissero le "abilità di base" necessarie a creare il buon cittadino. Virtù veniva ad essere la capacità di realizzarsi come cittadino della polis: finalità dell'arte, dell' istruzione era dunque partecipare alla vita della città-polis, cioè alla politica. Nella polis greca il pedotroba, il grammatista e il citarista insegnavano rispettivamente atletica musica (intesa come l'insieme delle arti rappresentate dalle nove muse), lettere e scrittura. ------------------------------f201r.rtf------------------------------------------ F201r 1/2 16/10/01