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Schelling pedagogia

 

1775 - 1854

Sintesi da www.ilgiardinodeipensieri.com/storiafil/pancaldi-2.htm

 

L'istituzione dell'università di Berlino costituisce il punto di arrivo di un acceso dibattito all'interno del movimento romantico sull'indirizzo e l'organizzazione degli studi universitari più rispondente alle esigenze culturali del nuovo clima storico. A questo dibattito parteciparono molti intellettuali di diverso orientamento teoretico e sensibilità culturale e politica. Nel 1802 l'ancor giovane filosofo idealista F.W. Schelling (1775-1854), che aveva già composto alcune delle sue opere principali ed era subentrato a Fichte sulla cattedre di filosofia a Jena, scrisse le "Lezioni sul metodo dello studio accademico", che costituiscono uno dei contributi più sistematici e sostanziali alle discussioni di quegli anni. A differenza di altre posizioni filosofiche che conservano un'impronta più metafisica e umanistica, quella schellinghiana si caratterizza per il maggior valore attribuito alle scienze della natura. Infatti nei suoi primi scritti ("Primo abbozzo di un sistema di filosofia della natura" del 1799, "Sistema di idealismo trascendentale" del 1800), si delinea una concezione in cui, attraverso la rielaborazione e reinterpretazione dei risultati ottenuti nell'ambito della chimica, dell'elettrologia e del magnetismo, si tende ad un superamento del modello meccanicistico e deterministico newtoniano sostituito con una visione di tipo organicistico e finalistico. La natura non sarebbe quindi una sfera di realtà estranea allo spirito, o ridotta come in Fichte a strumento dell'attività morale in quanto limite da superare con uno sforzo continuo per tendere alla libertà e all'infinito, ma, romanticamente, un organismo vivente, spirito, sia pure ancora allo stato preistorico e inconscio. Di conseguenza l'Io è solo il momento in cui la natura diviene consapevole di sé, cosicché il primo non può riconoscersi e divenire autocosciente se non rispecchiandosi nella seconda. Alla filosofia pertanto incombe l'obbligo di mostrare come natura e spirito costituiscano un'unità indifferenziata in cui circolarmente si possa passare senza soluzione di continuità da una sfera all'altra; ad essa, in quanto scienza del sapere assoluto, tocca di garantire l'unità della conoscenza pur salvando la pluralità delle sue branche. Questa concezione filosofica, dai tratti fortemente monistici, non può non riflettersi anche sul modo di intendere il curriculum universitario. Schelling si mostra molto sensibile al problema dell'unità del sapere nell'organizzazione degli studi accademici: in un'epoca in cui le scienze esatte e fisiche e anche quelle filosofiche sono soggette ad una crescente specializzazione, l'organizzazione degli studi deve curare che ciascuna disciplina non sia fine a sé stessa ma serva ad elaborare un aspetto particolare del sapere che la filosofia ricondurrà ad unità nella sintesi finale del sapere assoluto che è di sua competenza esclusiva. Nell'università si provvederà pertanto all'insegnamento delle scienze, al cui apice sta la filosofia, addestrando alla ricerca e alla libertà di giudizio che non potranno essere condizionati dall'intervento dello Stato. Il metodo attivo risulta così il più idoneo per questo tipo di apprendimento che richiede di conseguenza che venga impartito da un corpo docente ben preparato per guidare lo studente da un sapere (quello ricevuto durante gli studi superiori) propedeuticamente nozionistico ad uno improntato alla maturità intellettuale e all'indagine personale.

 

FONTI

SCHELLING, Aforismi sulla filosofia della natura (1806), tr. it. MI:Egea 1992

GRIMM-SCHELLING 1991 J. Grimm-F.W.J. Schelling, Sull'origine del linguaggio, tr. it. FE:Gallio 1991

Multimedia (vhs)

Schelling (a c. H.G.Sandkuehler, Enc.Multimediale Sc.Filosofiche - Rai)

Linkografia

www.geocities.com/Athens/Delphi/4398/schellingbio.html breve biografia

http://idealismus.de/schelling.html testi originali e analisi del pensiero dell'autore (in tedesco).

 

 

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