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CORSO VOLONTARI A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE E DEI PAZIENTI IN COMA

 Su indicazione della collega Oretta Testi, responsabile per il Liceo Cevolani delle attività di formazione e orientamento, ho partecipato lunedì 26 giugno 2000 al primo incontro del corso, presso il centro "Futura" a S. Pietro in Casale (BO). 

A TALE CORSO SONO ISCRITTE E PRESENTI UNA VENTINA DI STUDENTESSE DEL NOSTRO ISTITUTO (PROVENIENTI DALLE CLASSI TERZE DEGLI INDIRIZZI SOCIO-PSICO E LINGUISTICO)

NB. Tutte le sintesi che seguono sono il risultato di miei appunti,  di cui ovviamente i relatori - mi riferisco in particolare al dott.Piperno -  non hanno responsabilità.

 Introduce la sig.ra Lanzolin, responsabile del  settore socioassistenziale di "Futura" (certific. qualità ISO 9001), spa di comuni (SGP, S.Pietro in C.,+ 13 altri comuni) con obiettivo la FORMAZIONE. "Il settore socioassistenziale è partito 3 anni fa e al suo interno compriamo l'arco di formazione, progetti (corsi per assistenza di base ecc) ecc. sia su chi già lavora, sia per l'inserimento (avviamento alla qualifica prof.) sia per aggiornamento, sia di formazione continua e permanente (p.e. per volontari). Di questi ultimi, il presente di 90 ore  (h. 15-19)  è il più corposo. Abbiamo corsi anche con persone con handicap.  ll corso è approvato e finanziato integralmente dalla Prov. BO, noi ci occupiamo sotto l'aspetto organizzativo, in quanto gestori del corso."

La dott. Elena Vignocchi - coordinatrice del corso - distribuisce questionario identificativo (per assicurazione INAIL). Sui nominativi si costruirà un registro di frequenza. Si firma ogni giorno per la presenza. Il ritardo o l'uscita in anticipo di +15' viene segnato su registro. Bisogna totalizzare il 70% presenze (63 ore) . Il finanziamento viene dato sulla base di un 70% di presenze continuate da parte degli iscritti.

  Il sig. Fulvio De Nigris ( [email protected] ) presenta il progetto "Casa dei risvegli Luca de Nigris" (www.amicidiluca.it) Comune di BO [struttura extraresidenziale con appartamenti famiglia con laboratori di riabilitazione dedicati, spazi comuni, luogo del silenzio, luogo di teleconsulto e telemedicina su internet, che accolgono famiglia paziente in funzione terapeutica, riabilitativa, di condivisione del problema] . La Casa è in Hospital Today - ospedale virtuale su internet realizzato da Omega Generation. ( http://www-omega.it/ospedale/.).  Programma: problemi  cognitivi e complicanze cliniche tardive; situazione di crisi-lutto e sostegno psicologico; programma di stimolazione multisensoriale (anche con musicoterapia e in generale arteterapia), poi con Andrea Canevaro su funzione pedagogica in accordo con parenti e famiglie comatosi; Giulio Scarpelli su collaborazione famiglie; poi Di Nardo su gestione di gruppi operativi, e 19 luglio conclusione con Paioli e altro su riabilitazione e ritorno alla vita sociale. Fine I step. Nel II step si prevedono stages e testimonianze famiglie.  La funzione del volontario è determinante sia per sostegno che per condivisione problemi nelle situazioni di temporanea mancanza di comunicazione.

 RELAZIONE INTRODUTTIVA AL CORSO 
(dott. Piperno - primario medicina funzionale Osp. Maggiore BO - 

 Entra nel cuore del problema:  la cronaca punta sulle morti (stragi del sabato sera, incidenti sportivi, sul lavoro) per trauma cerebrale o arresto cardiaco o respiratorio [p.e. per overdose] ma il tema centrale riguarda chi sopravvive con problemi dominanti spesso per il resto della vita.

Prima causa di COMA è il trauma. Questo tipico settore del coma è relativo ai giovani (15-35 anni). DATI USA: SU 1 MLN AB. 2000 TCE (traumatizzati cranio-encefalici) noti, cioè monitorati. Il 10% di tali TCE è grave (coma con min. 6 h), mentre un altro 10% muore prima di arrivare all'ospedale. Studi su Ravenna danno nr. casi più elevato (2500- prima dell'introduzione casco obbligatorio, che sicuramente ridurrà le morti per TCE).

Si devono poi aggiungere comi anossici (respiratori) sui quali non abbiamo statistiche.

Dopo 1 mese dall'incidente sono ancora nello stato vegetativo 10, altri 90 si sono svegliati.

Dopo 1 anno ce n'è ancora 1 in vegetativo, gli altri 9 si sono svegliati (post-vegetativi).

Nei comi traumatici di cui qui si parla la speranza di vita, che su indagini inglesi 1947 risultava quasi nulla, oggi è al 70% ed è passibile di ulteriore miglioramento se si affina l'assistenza.

Per i comi non traumatici la possibilità risveglio è più bassa (30 % ad un mese).

Statistiche su stato vegetativo per milione: 20-25 casi a BO (40 in USA, 25 in Giappone).

 

Le 3  fasi del TCE sono: IL COMA -. IL RISVEGLIO -  LE CONSEGUENZE

Coma  è condizione fisiologicamente anormale, il soggetto non sogna, non cambia posizione, non è risvegliabile, EEG senza le alternanze tipiche dello stato di veglia e  stato sonno, reagisce al dolore con schemi poveri di movimento, stato non durevole (coma prolungato dura più di 2 settimane, raramente più di un mese) prima o poi gli occhi si aprono e compare l'alternanza sonno-veglia) occhi chiusi, incapace di rispondere a qualsiasi stimolo esterno, tendenzialmente immobile.

Altrimenti subentra lo stato vegetativo: non comunica con l'ambiente, nessun contatto, anche se ha attività legata alla vista (rilevabile tramite EEG, nel senso che il canale visivo può risultare funzionante, ma questo non significa veder se con tale termine indichiamo il dare un senso a ciò che si vede). Possono presentare movimenti spontanei, gemiti (mai parlare): tali attività - anche se volontarie - non sono però in relazione con modifiche dell'ambiente.

Poi subentrano degli elementi di consapevolezza: questo è lo stato post-vegetativo (sindrome apallica, di bassa consapevolezza). La persona comincia a produrre risposte correlabili all'ambiente esterno-interno (disagio vescicale, presenza persona affettivamente importante, stimolo doloroso o fastidioso)

 

Nel trauma cranico-encefalico succede questo:  si tratta di un contenitore rigido (scatola cranica) che trasmette un impatto all'interno che è molle: per cui le zone che si ledono sono 1. nel punto impatto, 2. nelle porzioni simmetriche dall'altro alto (per movimento oscillatorio). Durante il tempo di oscillazione il cervello viene spinto in alto per rimbalzo con stiramento del peduncolo. I danni sono di natura vascolare  e di afflusso ossigeno : raccolta di sangue, rigonfiamento cervello (ogni parte urtata trattiene liquido e quindi tende a rigonfiarsi e a impoverire di conseguenza l'afflusso di sangue), raccolte ematiche. E' come se si spegnesse un interruttore: la parte che funziona da interruttore è alla base (tronco cerebrale che comanda vigilanza, respirazione, equilibrio vestibolare, ritmo veglia sonno, vigilanza, ritmo cardiaco etc.): mancando tale funzionamento il paziente va in coma. Il passaggio allo stato vegetativo è una ripresa di funzionamento del tronco cerebrale, cioè della vigilanza, ma il cervello rimane ancora senza coscienza (pensiero, riconoscimento, dolore, intenzione, desiderio, tutte cose che presuppongono ma non si innescano con il solo stato di vigilanza).

 

IMPLICAZIONI STATO VEGETATIVO:

Alta percentuale muore entro 6 mesi SE NON ASSISTITA CORRETTAMENTE. In Inghilterra la legislazione è ultimamente passata da legalizzazione dell'eutanasia passiva (distacco dalle macchine) a quella dell'eutanasia attiva (fine del cibo acqua etc.).  L'accanimento terapeutico non è - per me - riferibile ai TCE, mentre lo è in caso neoplasie (speranza di vita di settimane-mesi). Nei TCE la speranze di vita sono anche di 15 anni. Ciò significa che è lo stato di assistenza che è perfettibile. (ci sono casi di 50 anni di vita biologica, che ha diritto di essere priva di dolore e mantenuta nel benessere). Dopo 3 mesi di SV si parla di non possibilità di recupero significativo: io considero però che la letteratura riporta dati bassi ma non assolutamente negativi (si va da un 4% a un 15% di casi di Sv dopo i 3 mesi).

E' molto alto il rischio di errata diagnosi, nel campo dello SV. P.e. la  locked-in syndrome (infarto e blocco del tronco cerebrale) è spesso trattata come SV, ma c'è invece coscienza anche se la comunicazione avviene solo p.e. attraverso gli occhi. La diagnosi di SV è soggetta a forte variabile soggettiva, trattandosi di descrivere condizioni cliniche, che non sempre sono monitorizzabili (p.e. consapevolezza interna non rilevabile da richieste verbali o di dolore perché estremamente embrionale, crepuscolare, o perché può apparire sul medio periodo). Le madri dei ragazzi mi hanno sempre anticipato di un mese, un mese e mezzo (rispetto al contatto rilevato dall'equipe sanitaria)  che  nel figlio c'era qualche reazione, qualche  tipo di contatto. Il risveglio è sempre un processo lentissimo, con impersistenza delle risposte, arretramenti, fluttuazioni nell'arco nella giornata e anche nell'arco di settimane e mesi.  Ecco perché vi deve essere un'alleanza di ferro tra equipe e familiari, nello scambio di comunicazioni.

  I SEGNI DEL RISVEGLIO  

Il passaggio allo stato post-vegetativo (cioè di contatti con l'ambiente) è indiziabile da:

-movimenti oculari: primo segno (da non confondere con movimenti erratici, senza focalizzazione dello sguardo;le condizioni sono 2: gli occhi devono seguire uno stimolo visivo, e l'oggetto è messo a fuoco). Che tipo di stimolo utilizzare? (specchio, foto, persone con legame affettivo, estranei con potenzialità empatica). L'orientamento visivo può attivarsi non in presenza di un semplice stimolo, ma in contesto socialmente significativo (visita di amici). Ecco perché necessita raccolta di informazioni da tutte le fonti attorno al paziente (staff, familiari, amici etc.).

La seconda classe di risposte da tenere in considerazione riguarda le risposte emozionali (dall'aumento di agitazione a cambiamenti di espressione: significano che il p. discrimina, ha una base di consapevolezza cognitiva, ovviamente se in relazione ad un preciso stimolo (di solito persone presenti attorno al p.).

Levels of Cognitive Functioning (LCF - non tutti i passaggi sono obbligatori):

1 - nessuna risposta

2- risp. generalizzata

3- risp. localizzata (ma non coerente)

4- confuso-agitato

5- confuso-non appropriato, non agitato, distraibile

6- confuso- appropriato (consapevolezza ma con memoria debole)

7- automatico appropriato

8-orientato appropriato (ma con deficit tolleranza stress, cognizioni astratte  ed emozionali)

Possono rimanere deficit motori, sensoriali, neuropsicologici (funzioni corticali superiori: memoria, attenzione, linguaggio), relazionali (primari o secondari cioè di adattamento: ci possono essere cambiamenti radicali di personalità anche con aspetti psicopatologici).

 

OBIETTIVI DELLA TERAPIA SV

1 - migliorare benessere fisico persona (macchina biologica)

2 - prevenire le complicanze secondarie (deformazioni articolari, ulcerazioni della pelle, riduzione capacità respiratorie)

3 - assicurare l'ambiente clinico e fisico migliore (programma riabil. sensoriale, assist. farmacologica corretta)

4 - fornire un aiuto alla famiglia affinché la famiglia aiuti.

Se i 4 punti sono garantiti,  o vi è un certo un recupero, e allora bisogna favorire in rientro in società, o non c'è recupero e allora bisogna favorire il rientro in famiglia.

 

Struttura di un centro USA:

-soluzioni di vita transizionale (specialisti nell'inserimento sociale, per il ritorno a casa, con una serie di specialisti)

-servizi di educazione e orientamento lavorativo (bilancio di competenze-abilità, reinserimento, training)

-servizi di supporto a lungo termine (per livelli di supervisione a casa, da 24 su 24 ore a 1-2h al giorno)

-gestione problemi comportamentali (specialisti sul campo neurologico, etc.)

-piano di  trattamento individualizzato per ogni paziente (oltre alla fisicoterapia, inserimento, telesoccorso, consulenza individuale o di gruppo, avvio all'utilizzo risorse sociali disponibili: dalla capacità di uso strumenti pubblici, patente, budgeting personale, segretariato sociale).

 

SCHEMA INTERVENTO A BOLOGNA

118 -> Rianimazione ->Riabilitazione acuta (stabilizzazione clinica del p., in ospedale) -> Riabilitazione post-acuta (CASA RISVEGLI da 1-2 mesi a 1 anno, per recupero coscienza) ->strutture protette (casi di non miglioramento e di mancanza assist. famigliare), oppure ->riabilitaz. e assistenza domiciliare  oppure servizi sociali. Un altro percorso dal post acuto può essere direttamente il passaggio a ->Centri riabilitativi e DH estensivi, o ->servizi per inserimento lavorativo-sociale (finanziamenti CEE).

PROPOSTE ed ESPERIENZE di Maria Vaccari:

1)all'ingresso rianimazione dare ai familiari l'idea esatta del percorso di intervento previsto istituzionalmente 

  2)chiedere la collaborazione e l'aggancio della famiglia con l'equipe per cogliere tutti i segni possibili dal p. (p.e. movim. dita)

 3)usare un linguaggio che accompagni la terminologia tecnica con una semplificazione della comunicazione di base che esalti appunto la necessita della terminologia scientifica laddove il linguaggio comune non potrebbe rendere lo stato esatto delle cose.

 4)nel passaggio al reparto post-intensivo vincolare i familiari ad un referente sanitario, per evitare che cessi soprattutto l'ambientazione affettiva e relazionale, proprio laddove ce ne sarebbe più bisogno (respiro indipendente...) nel momento in cui si prospetta un cammino di autonomia almeno rispetto alle macchine). L'ambiente ospedaliero va personalizzato (voci amiche, videoregistratore, oggetti transizionali, mobilizzazione passiva per evitare piaghe da decubito, pc con periferiche mobili), idem il passaggio alla carrozzina.  I fisioterapisti devono essere in grado di condividere il percorso di terapia con la famiglia, in modo da rendere i familiari consapevoli delle finalità dei vari esercizi.

VICENDE LEGATE AL POST-COMA di LUCA DE NIGRIS 

La prima risposta significativa  -dopo  vari mesi di terapia sia fisica che farmacologica - è stato il messaggio su tavoletta alfabetica (potendo Luca usare le dita mano dx)  "Luca è stupido" (in relazione alla domanda "Che film ti piacerebbe vedere"). Poi con PC usando la madre come tastierista riusciva ad organizzare brevi messaggi. Vi è stato dopo un mese di rientro a casa un blocco respiratorio irreversibile. L'ambiente familiare stimola il p., d'altro canto l'organizzazione dell'assistenza a casa è molto impegnativa.

  CONSIDERAZIONI PERSONALI

Ritengo che vada appoggiata e pubblicizzata questa iniziativa di professionalizzazione delle tecniche di assistenza post trauma. Sul tema dell'accanimento terapeutico, pur rispettando l'opinione del dott. Piperno, penso che non sia oggi tempo di condanne o di ricorsi a principi assoluti di comportamento. Si tratta di percorrere un terreno tutto da studiare ad ogni livello (dalla ricerca alla terapia all'etica). Così come rispetto l'atteggiamento del medico contrario allo "staccare la spina", rispetto anche quei genitori che hanno il coraggio di sollevare pubblicamente il tema della vita o non-vita allo stato vegetativo. Non credo che si possa rimanere sempre alla situazione attuale, in cui spesso l'ospedale si sottrae alla scelta, consigliando "in via privata" i familiari di risolvere la situazione "a domicilio".

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