CLIMA
- MORFOSI
L’odore
della lana bagnata dalla pioggia i brividi della gente che non ti
guarda eppure loro no hanno quel freddo che ho e intanto devo
andare (non) sentite che vi chiamo?(Non) vedete che cammino? E
intanto devo andare
ILLUSIONE
E DELUSIONE
Briciole
di spirito su pavimenti aridi ricordi di famiglia sopra i mobili
filosofie accessibili anche a moduli di gomma respingono frammenti
di ragione si può servirsi, mentendo, di un uomo e guardarlo
bruciare? Lo so, lo vedo e conosco il dolore che lui proverà!
Parole prepotenti camuffate da promesse dipingono sorrisi sulla
rabbia risposte ripetute 10, 100, 1000 volte ammazzano pensieri
potenziali I-LLU-SIO-NE DE-LU-SIO-NE
COME
ME
Così
disperato penso a ciò che amo così disperato credo nella fine il
cuore rimbomba impazzito nel petto non reggo neanche me stesso in
piedi non reggo neanche me stesso in piedi così addolorato guardo
cosa ho così addolorato… ma io non cederò il cuore rimbomba
impazzito nel petto non vedo nessuna meno tesa verso me non vedo
nessuna mano tesa verso me vedo il falso, sento il vero credo un
Dio-assassino come me fiumi d’odio, scuro e amaro divorati da
qualcosa come me
MASTICE
Le
gambe, le braccia e la testa fasciate e la bocca riempita da un
urlo la nebbia avvolge i lampioni coprendo il percorso che sto
camminando il freddo mi punta i suoi aghi sul viso. Ice – bergs
di fiato davanti… ai miei occhi che lacrimano perle ghiacciate
ad ogni passo i piedi e le mani insensibili sembrano gomma ogni
rumore risuona lontano alle mie orecchie spaccate persino il
fischiare del vento mi sembra un ricordo inghiottito dal grigio
posso palparne lo spessore, saggiare il suo sapore mastice sulla
mia pelle tra le dita dentro gli occhi solo mastice, dentro me
ACRE
SAPORE DI...
Amara
vibrazione riapre la ferita folle – paura di… e ancora quel
sapore duro da deglutire denso – è qui con me come in
quell’occasione torna per soffocarmi corpo – estraneo che
ricopre la mia gola, mi avvolge le interiora acre sapore di…
vorrei finire qui panico, oppressione, il sangue nelle mie vene
scorre – come non mai con gli occhi spalancati non riesco a
respirare quando mi – lascerai? Comincio a collegare sapore a
sensazione scopro - il tuo perché ora posso capire, cronica
apparizione quando – tremo di più vorrei finire qui
CONDANNATO
AL CONTATTO
(Falsi)
alibi creano barriere tra diverse versioni dei fatti medesimo,
invece, è il delitto condannato al contatto l’innocenza mi
rende felice odio tutti, amo tutti, odio tutti vi odio ma rido
libero da questo mondo le catene mi fanno gioire assaporerò il
colpo fatale mi sublima il dolore la mia colpa è di avere
confidato odio tutti, amo tutti, odio tutti vi odio ma rido nei
corridoi con le porte chiuse mani sopra le sbarre occhi accesi nel
buio volti allungati, deformati dall’ombra dietro al vetro la
fine con la porta già aperta condannato al contatto da sentenza
incosciente condannato al contatto
SIPARIO
Auto
– vittima livido, madido inciampi negli ostacoli che tu stesso
hai creato ti cade addosso il mondo che ti sei costruito e cominci
a sudare e cominci a tremare inginocchiato davanti ai tuoi
castelli di sabbia rotti ed è finita la fiaba che ti piaceva
giocare auto – vittima livido, madido infondo tu lo sai che la
colpa è solo tua ma è duro mandar giù e fare finta di niente e
continui a tremare lo potevi evitare ci potevi pensare e cominci a
gridare io ti resto a guardare
2
FEBBRAIO '95
Com’eri
bella quando eri morta e gli occhi degli altri ti detestavano con
quanta energia bruciavi il mio volto! E la gente sapeva (che)
sarei tornato e quante mani mi avresti inchiodato! Tenuta distante
dal resto del mondo sussurri gridati da voci nascoste accolgono,
mesti, lo sguardo tuo fitto ci avresti creduto? Ora
E-10
Questo
sonno.. come lo odio! Mi chiude gli occhi e mi sbriciola i nervi
la fronte bagnata e le mani di "colla" e ho visto mio
padre tornare spezzato gli ho dato la mano, donato la notte se
guardo il suo collo, mi accorgo la vita non dormirò! Gli anni
passati a cercare qualcosa finiti nel nulla con tutti quei volti e
un sacco di libri tenuti con cura di fronte allo specchio mi mordo
le labbra si annebbia la vista, mi manca la forza ho 22 anni non
sono finito
ORMAI
NON HO PIU' NIENTE DA DARVI
Giorni
vissuti all’insegna di un credo che si è rivelato, poi, falso
menti impegnati in tediose ricerche , statistiche di preferenza è
come morire flagellato questa sensazione è come venire deflagrato
da una bomba d’odio atti dettati da lampi di geio intrisi di
pura follia gabbie di carne imprigionano vite e tra quelle c’è
anche la mia il orbo s’insinua attraverso la pelle lo seno e lo
lascio passare fin dentro le ossa, mi blocca le braccia e adesso
mi artiglia la schiena ormai non ho più niente da darvi |