Cap. I
 

In questo primo (e purtroppo unico, N.d.R.) estratto dal quaderno delle meraviglie impariamo a conoscere un degno rappresentante della nostra variegata fauna: IL DOME. Caratteristiche di questo peloso e pelato vertebrato sono la fine ironia condita con una demenza quasi senile a 360°.
 
Sono le 21.00 del 31/7/96: finalmente ci siamo insediati. Personalmente mi sono anche lavato e perciò mi sento pulito e giocoso. Oggi è stata una giornata molto faticosa: abbiamo fatto il bagno, fatto il bagno e dopo aver fatto il bagno siamo andati a casa, abbiamo scaricato la macchina e abbiamo fatto la doccia. Tutto senza mangiare un solo boccone. Tanto per vivere bastano i liquidi e anche le carte di credito.
Oggi ho conosciuto Sara di Milano, Sara di Torino, Sara di Varese, Sara di Calcutta, Sarà un fiore e Sarà l’aurora e se sereno non sarà si rasserenerà. Forse adesso andiamo al "Baquito" a guardare gli altri che mangiano la pizza. Poi torneremo a casa.
Sono le 0,35 del 1/8/96: siamo rientrati dopo aver trascorso una piacevole serata all’aperto. Dormirò unto dopo essermi spalmato d’olio. La notte sarà più scorrevole e sgusciante.
Ho mangiato una bella pizza, anche buona a tratti, molto nutriente. Adesso ho solo bisogno di un bel caffè luuuungo. Dopo averlo bevuto andrò sicuramente in spiaggia a contare i gabbiani morti durante il giorno. E’ bello morire in spiaggia.
E’ scemo colui che passa le sue giornate qui. Meglio stare sul Golgota oppure in Zambia a cantare per la strada, ma senza chiedere la carità perché in Zambia tutti non hanno niente.
1 constatazione: Nei paesi del terzo Mondo non ci sono mendicanti.
Kiway,Kivuoi!

 
Roby sempre più in preda al suo delirio. Fra un po’ arriva la camionetta a prenderlo...UUUUEEEEEEH...UUUUEEEEH...Ciao Roby, a presto. Arrivederci e grazie.

Sono le 2:40, sto cagando, Davide è entrato in bagno e ha fatto una faccia schifata, sarà mica per la puzza?!

POTREI SRIVERE 1 DIARIO,
MA NON MI SEMBRA IL CASO.

LA FRASE DEL MESE

1) FOTTUTO BASTARDO
2) TIPICA PETTONA
3) IL NEON CONSUMA MENO ELETTRICITA’

...E’ ORA DI ANDARE (avranno forse tirato l’acqua?   Povero Roby...N.d.R.).
 

Il nostro impavido e generoso e senza macchia e senza paura e senza soldi ROBBBERTO ci regala un’altra perla di saggezza sapienziale riguardo a temi di scottante attualità come il buon e soprattutto vecchio Carol (NON è quella di "Genitori In Blugìns" N.d.R.) e Gigione Scalfaro. Leggere per credere!

Allora... C’è il Papa che va a casa di Scalfaro, suona il citofono... Chi è?...Sono Giovanni...Giovanni chi?... Giovanni Paolo?... Quale?...Secondo...
Gigi, sentendo l’accento strano dice, ma di dove sei?...Sono polacco risponde il sant’uomo.
Ce l’hai il visto?...Mah, veramente...no!
Vai via sporco polacco!!!
Adesso telefono al Ministro degli Interni...
C’è bisogno di una riforma!!
                                                       Roby ‘77

 
 


PREFAZIONE AL CAPITOLO 2°

Io (Giorgione) sono nel contempo uno dei più indicati e dei meno indicati per presentare l’estratto d'alta letteratura che vi appropinquate con mestizia ed un briciolo di sana curiosità a sviscerare in ogni suo aspetto tuttotondesco. Qui mi dicono che sto diventando prolisso, ma non me ne frega niente (taglia!!! ndCava).
Questo capitolo è stato concepito, curato, steso, amato e coccolato (nonché nutrito, riverito e rispettato) da me, ovverosia Giorgione, e da Dedone, detto Dede, detto Duca, due personaggi il cui livello di demenza raggiunge sporadicamente picchi inenarrabili.
Il suddetto capitolo (al cui confronto "Il nome della Rosa" diventa la lista degli ingredienti sui Krumiri) è stato redatto alla velocità del suono durante l’ultimo venerdì sera dei nostri affezionatissimi. 

 
 Cap. II

Prendo in mano la penna, in questo giorno, Dede dice dieci ormai. Dieci agosto per essere precisi. e tornano alla mente tante troiate, tipo la prima entrata in cabina per cercare (ed eventualmente gonfiare) il CANOTTO.
Dede apre la porta e Gio’ esclama: "Sa’, dov’è il merdone?!" con fare molto scazzato. Il merdone poi è stato gonfiato ed utilizzato per andare al largo.
Tanto va la gatta al largo che ci scoppia il merdone.

Macchinine là in fondo. Con fare suadente appare ai nostri occhi di giovani virgulti una prosperosa fanciulla (due tette della madonna) a circa un metro di distanza.
Come descrivere questa ragazza-canotto in due parole?  LA TIPICA PETTONA (applausi N.d.R.). Al che, perché esclamato a 20000 decibel, lei si gira e sorride, orgogliosa dei suoi capezzoloni protuberanti modello Gina Lollofrigida. Anche lei è conscia del fatto di essere la ragazza-canotto dell’anno e pertanto ci mette la  lingua in bocca (Elio docet).

 

Sul medesimo luogo del misfatto un bambino tumefatto (assaggio di ars poetica N.d.R.) ormai dai logorroici giretti sulle macchinine mongoloidi viene richiamato con impazienza dai genitori. Metto quello che mi pare, mi suggerisce Dede. Quindi metto la tipica madre-puttana che gli dice, come per dire "bel mongolino coglionino, vieni qui che c’ho una sorpresa che la tua mente non può nemmeno concepire": "Vieni sulla giostrina, non indovinerai mai chi c’è". E lui, palesemente allibito, un po’ stupito e stupefacentemente rintronato, chiede: "Chi?"(con voce da bambino mongoloide). E repentinamente viene colpito a freddo nel suo orgoglio di bambino coglionino dalla abbacinante ma inevitabile verità di una madre basita (e anche un po’ puttana, che non fa mai male):   PARIDE (sigla A-Team da immaginare).
Oooooooooooooooooh!Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh!La
Madonna! D’un Signore!
Per dio, che culo che c’ha avuto!
L’allegra e briosa famiglia si dirige in massa verso il famigerato  PARIDE (voce fantozziana).

 

A tavola, tipica spaghettata delle 3:00. Silenzio, tutti dormono. TROM! Accendino per terra. Ciocco della Madonna. Gio’ alza gli occhi al cielo e dice, con voce ferma e convinta: "TUA NONNA E’ UNA PUTTANA".
 

Il meglio: Mignotta che ci riprova con Dede. Tipica atmosfera languida. Passeggiata in lungomare con atmosfera creata dalla penombra di alcuni lampioni bruciati (è orrendo ndDede). Torna alla mente Baglioni. Ella (‘A Mignotta) si avvicina sinuosamente all’emblematica figura del protagonista, timorosa preda, invano di sfuggirle, sulle note sfigate di un pianista ormai solo. Lei (‘A Puttana) avvicina la sua mano a lui e sputa il roast-beef: "Lo sai che mi sei proprio mancato durante questo lungo anno?"...
Cosa direbbe un uomo vero in questo momento, l’uomo che non deve chiedere mai, il duro dei duri? Direbbe:
"CHE SMARRONAMENTO. NON SCARAMELLARMI LA MINCHIA, IL PASSATO E’ PASSATO E IO NON RIALLACCIO." (Applausi)

 

Seratino etilico a casa del padrone di casa (italiano 4=: troppe ripetizioni, mentre Dede guarda una cartolina per Noto e dice: "che bei culi"). Come Dr. Jakill (colto da sonnone repentino l’autore commette un venale errore di stampa N.d.R.) e Mr. Hyde basta un bicchiere di Lemoncino e le suore diventano tipiche-puttane. Ma una fra tutte emerge (ed è merda): movimenti loschi e sospetti di chiavistelli into the Riformatorio e la stanza-prigione diviene bordello. Si odono voci incontrastate nelle altre stanze, che senza metafore e mezze misure si ribellano al FATTACCIO: "Mignotta, troia, puttana, bagascia, la dà via a tutti, và con tutti, c’ha una voglia di cazzo insaziabile, svodrona, baldracchina, ciucciacazzi, lesbica, vaccona, giovenca, scrofa, quanti se n’è presi oggi, mancava solo Biagio, bisognerebbe che qualcuno una volta o l’altra la riempisse etc. etc..." Consumato il pornofilm con Foffee (e Foffee ha dichiarato: "Che schifo, non mi è neanche venuto duro", con rispetto parlando, s’intende, è sempre una tr...una signora), il chiavistello riprende a girare (nel caso non si fosse capito QUESTA è una CHIARA metafora sessuale) ed ella (‘A Troia) esce con fare da... mmmh... cazzo, non c’ho più sinonimi. Ah, sì, con fare da ‘A Meretrice, s’avvicina forse spiando alla porta del cesso socchiusa nel mentre in cui Biagio-Foffee, sedotto (violentato) sboccava e cagava nello stesso tempo. In questo istante entra in gioco Dede, che rilassato e fantomatico fissa negli occhi il puttanone e dice ciò che solo Fonzie poteva dire: "Ah, tu sei una troia".
 

Scena precedente, atto secondo: sala, interno notte. Ciak si gira. Tre stanze più servizi, tel. all’agenzia PUTTANONI, proprio sotto la vecchia ciminiera. Dede e il Bello seduti l’uno di fronte all’altro. Il giovane del vivaio si alza, si lava, si rade, si mette il dopobarba e vive, felice, in mezzo agli altri con il suo assorbente esterno, che segue tutti i suoi movimenti e si affaccia felice al balcone e dice: "Sono nervoso", versandosi la bottiglia -ovviamente- di acqua S.Benedetto del Troiaio provincia di AN (Alleanza Nazionale) sulla testa. Bagnato, infreddolito, impaurito da una situazione che non lo vedeva tonico protagonista nè partecipe, dice: "E’ ora che mi metta a fumare". E’ da sottolineare lo sguardo del cristiano credente cattolico praticante ( e ogni tanto si infila anche 2 dita nel culo) verso quella zizza lontana dal suo mondo fatto di ingenuità fanciullesca imperniato su Burazzi, Buschi, videogiochi e Paperette Yè-Yè.
Primo tiro.
Secondo tiro.
Terzo tiro.
Ed è gol!
Butta la cenere con la finezza di un camionista e si spezza la siga in due con la sola imposizione dell’indice. Accenna ancora un paio di tiri, indi si blocca, diviene statico, pallido, quest’uomo ha un tumore.
Dede, diavoletto tentatore, dice: "Ne vuoi un’altra?" (con annesso ghigno satanico).
E quello: "NO. CONOSCO I MIEI LIMITI".

 

FLASHBACK. Capodanno ‘95/96. Finale. Hotel Riviera. Letto. Dede e Dome.
Dede, alla quarta siga di fila, estrae un delizioso aneddoto: famigliola media italiana, mamma, babbo e figlioletto scassaballe infilato nel baule socchiuso, cane, gatto e pulci varie sui sedili posteriori. In gita verso località ignota, questa autovettura coglie un dosso. L’urto è tale che le sospensioni non reggono e il baule d’un tratto si apre, come monito divino, ed il bambino, abbastantemente centrifugato e piuttosto scosso in verità si esibisce nel celeberrimo SALTO DEL BASTARDO, volando volando e successivamente planando, cadendo sfracellandosi contro un tipico paracarro-puttana, che da quando fu piantato in quel luogo non aspettava altro. Il bambino subisce le conseguenze dello statico segnale-prostituta che repentino e subdolo gli s’infila chissà  come nello stomaco. I genitori, ignari di ciò, vedono il popo un po’ strano, statico, pallido, di gusto pulito ma di carattere ancora forte (ha un tumore anche lui), con la flemma di un ramarro lo trasportano al pronto-soccorso, in cui si ebbe la tipica diagnosi-puttana del tipico medico bastardo: "Ma.... ma questo bambino... non è normale. Questo bambino ha un paracarro piantato nello stomaco. Io lo posso dire, sono un medico, è il lavoro che ho scelto io, lo faccio da anni, con passione. AMARO MONTENEGRO (pubblicità occulta ma neanche tanto). Secondo me... è morto".
Mamma e babbo: "E adesso?"
"Va’ be’, dài, glielo compro. Diecimila".

 

Benvenuti a Radio Maria. Va ora in onda un programma di Gianni Boncompagni presentato da M’Arco Balestra e Valerio Merolone con Giggi Sabbani: DIO BONO, trasmissione di bestemmie in diretta.
Riceviamo ora la prima telefonata: "Dio sia con te, da dove chiami?"
"Sün Giuàn. Ciàmi dal tipico paese-pütana".
"Partono i cinque secondi. Ci dica la sua bestemmia".
"Perdio".
"Squalificato".

 
Gio arriva a Finale dopo un viaggio ai confini della realtà, sudato come una capra sudata. Arriva in stanza che vede vieppiù (oltremodo) la presenza di Dede, Bello e Ciano. Gio, in preda a un attacco di depressione acuta, si appresta a slacciarsi le scarpe. Piedazzi sul letto e Dede, dall’alto della sua potenza nasale, esclama basito e schifato: "E’ un buon odore.".

Cap III

Ed eccoci giunti (forse) al capito tre. In questo capitolo i nostri eroi Cava e Roby raccontano (narrano in esegesi)  la mitica serata della Toffa. Occorre precisare che in disco non c’era un cane malvagio fino all’una, ma l’80% del gruppo è rimasto unito compatto come gemelli siamesi, non si è scorato di fronte alla prima aria di deserto ed è rimasto, imperterrito e imperituro ei fu siccome immobile, squillino le trombe, fiato ai tamburi. Ho scoreggiato. Mentre invece Dede e Gio, visibilmente depressi, si ritiravano verso le materne coltri di casa, coltri che avrebbero ispirato loro il capitolo due di questo munifico libercolo. Ma ora bando alle ciance, non perdiamoci in minestroni di giuggiole e diamo il calcio d’inizio alle danze della vita.
Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, scordammuce ‘o passato, aggrappate a ‘o cesso e canta’iè "Nun son degno de te".

 

9-8-96 Toffa Reale.

Dopo la partita siamo andati a casa, cioè in mezzo al rusco, la puzza era tremenda, però abbiamo vinto. Meritatamente (12-11. reti: 5 Cava, 3 Ciano, 2 Roby, 2 Foffee).
A turno abbiamo fatto la doccia, e poi Foffee, senza dire niente a nessuno (‘sto fottuto bastardo N.d.R.) ha preso  armi e ritagli (sulla schiena) e se ne è andato a casa dalla sua bella famigliuola (tanti salutoni a Dante).
Lindi e puliti siamo poi andati a mangiare in canonici gruppi da tre: tre al Baquito (Cava, Roby e Dede), tre da Asterix (Gio, Ciano e Bello). Dopo aver gustato le pizze alpine e napoli (record di olive: 24 N.d.R.) (e chissenefrega ndGio. Anzi, no. Va’ anche affanculo, già che ci sei. Basta) i nostri eroi sono andati a recuperare le donne ei cadaveri sul ponte, ed infine si è partiti gioiosi e baldanzosi alla volta dell’Asterix, dove il gruppo si è riunito nella sua globale totalità. Nel mentre, il buon Roby è riuscito ancora una volta con grande destrezza a far perdere la proprie tracce, in compagnia della Sara. Dopo il canonico gelato, il fantastico 3etto formato dal Bello, Cava e Gio, si è lanciato verso il Baquito, alla volta della famigerata Tequila Bum-Bum, mentre il Dede si sorbiva le storie della Sarah gemella. All’alcolico terzetto si sono preso uniti il buon Pippo ed il buon Ciano, che però non è riuscito per motivi di tempo ad ingurgitare la sacra bevanda. Visto l’orario ormai tardo, l’allegra brigata si è diretta con fare spedito verso il pulmino che di lì a poco li avrebbe condotti verso la loro meta discotecara, lo Sportin’ Club.
Ma del buen vecchio e anche un po’ porco Roby nessuna traccia. Il bus parte, ma dello sventurato ragazzuolo nessuno traccia (W le ripetizioni! ndGio): conclusione molto ovvia: HA PERSO IL PULLMAN (bravo pirla)!!
Prima di proseguire il racconto, ecco la descrizione della serata del nostro Rob narrata dallo stesso protagonista:
Io, Rob, in quel mentre mi trovavo in spiaggia a contare i gabbiani morti durante il giorno. Ad un certo punto guardo il mio mitico e splendido orologio da tasca: le 11:02... PERDIO! Esclamo, seguito da un "Cazzo di Buddha" . Con fare calmo e sicuro mi dico... non partirà in orario, in fondo siamo sempre in Italia. Quatto, accompagnato dalla mia fida compagna, raggiungo il loco, ma il vedo il bus partire, e dico: "Ciao e buonanotte al Secchio!". ma deciso e impavido, decido di prendere quello delle 24:00. Tra le risate generali accompagno a casa la Sara, e inizio una nuova avventura. Sono le 11:30, che cazzo faccio? Vado in un bar a spararmi un caffè, e quello stronzo di barista malcagato figlio della merda mi dice che i biglietti del bus si prendono in cartoleria...o gli dico allora sei una merda! Il caffè faceva proprio schifo, mi ha rivoltato lo stomaco, ma qualche cosa ancora capisco. Salgo sul pulmino, e vengo informato da quel vecchio depravato di autista che il biglietto me lo fa lui, allora tutto tranquillo. Mi rompo i coglioni per mezz’ora ( Vai piano a dettare! Non sono Giovanna d’arco! ndGio.  Scrivilo per favore NdCava) ma alla fine arriva il momento di partire. Le 1ere  bus si imballa, così vengo trasferito nell’altro guidato da un panzone pure lui arrapato. Inizia il viaggio, e le prime curve, condite da un buon odore del ciccionazzo che mi trovo a fianco mi fanno entrare in coma semicosciente. Il viaggio si fa sempre più difficoltoso, ad ogni tornante un ingorgo...ogni 100 metri un rischio di ribaltamento. La crisi più mera arriva quando al cartello direzionale dello Sportingggg il pirla (parole grosse) svolta dalla parte opposta. A quel punto svengo.
Quando mi risveglio sono davanti allo Spo’tin’. Scendiamo solo in due su almeno 150 persone, io e un tamarro puzzone. Allora seguo le puzze, ma ‘sto pirla, invece di andare allo Spooortig si infila in una via buia, lo mando a cagare e vado alla ricerca dell’entrata. Dopo anni di ricerca vedo un gorilla e penso...Lì c’è sicuramente l’entrata...Avevo ragione. Entro e trovo un bordello di gente oooh. Passo la palla al mio amico qui a fianco...(Ebbasta! Cheppalle ‘sti tre puntini ‘emmerda...ooops... ibidem... etc... ... ...  [...] ndGio).
Facciamo un passo indietro e torniamo  al momento tragico  della salita allo s-p-o-r-t-i-n-g - -c-l-u-b-b-b-b-b-s-. Il ns. simpatico pulmino era condotto da un simpatico alcoolista che con grande difficoltà fra lo smadonnamento generale ed i toccaggi maschili ha condotto la nostra simpatica comitiva fin lassù. Giunti nel tempio della musica Dance (esagerato N.d.R.) lo sconforto ha assalito l’allegra brigata che si è trovata nel luogo più deserto del pianeta, così spopolato che al confronto il Sahara sembra una chiesa la notte di Natale.
Nella tristezza generale i nostri prodi hanno sparato fin verso le 12.05 che il locale si animasse, e nel mentre si distraevano assistendo alla storia dei cessi (RAIUNO N.d.R.), e pensando a cosa portare a casa come souvenirs di quel tetro luogo.
Mentre tutti si era in preda alle prime crisi è finalmente giunto nel loco il Roby che subito è stato condotto in pista dal Bello preso da crisi di nervi.
Poco prima dell’una Dede e Gio si sono arresi e sono tornati alla casa madre, e pochi attimi dopo, il Ciano con grande intuito coinvolge dapprima Cava e poi tutti gli altri nell’unica attività che può rianimare la serata: BBEERREE!!! (bravo, grande, bis N.d.R.).
In pochi attimini i 4 superstiti (CA,BE,CI,RO) ingurgitano litri di alcool che li trasformano in animali da Disco. A dire il vero Ciano rimane al palo, ovvero coricato su un tavolo fino al momento di uscire, vabbè sono cose che capitano, non facciamone un dramma!!
Con grande rammarico arriva il momento di andarsene. Specifichiamo: la tristezza deriva non dall’abbandono della disco, ma dalla difficoltà che incontrano i nostri a trovare il pulmino e soprattutto a salirvi e poi nel pericolo di sbocco nel tragitto tutto incurvato del ritorno.
Dopo le solite schifose patatine i 4 portano a casa le signore e si avviano al rifugio per godere del meritato riposo.

 

Ora il buon Ciano tenterà di spiegarci con parole, idee e stronzate tutte inventate da lui come visse questa famigerata serata in discoteca.

Cioè, io non ero proprio in toffa, era come una sensazione di ... assorbimento, cioè io riuscivo a vedere doppio, come sempre, parlavo a vanvera come sempre, insomma ero proprio in toffa. Mi ricordo che appena toccavo la pista (speriamo che l’autore intenda quella da ballo, N.d.R.) sudavo, anzi sudavo parecchio, allora per non sudare mi sono fermato, ma non ero fermo perché tutto girava, mi sono girate anche quando mi è venuta vicino Veronica parlandomi di questo e di quello ma, questo lo capivo, era quello che non avevo inteso (Mah ?).Sul bus tutto era bello, oddio... mi viene da sboccare. Meno male che stranamente la mia quasi dolce metà X20; 3 era "normale" ed ha potuto accompagnarmi fino a casa sua. Dopo una bella foto. Un letto e tutto un divertimento. Buona notte.
 

Ora il Roby ci spiega cos’è la tanto famigerata Toffa Reale. Leggiamo con interesse.

The day after. The point of no return.
Dopo la nottata allegra e giocosa, il risveglio difficoltoso e abbastanza merdoso, ci fa presagire una giornata di toffa reale. Approfitto dell’occasione unica e irripetibile per spiegare il significato tecnico di tale famigerato termine ormai inserito ufficialmente nel vocabolario personale.
La TOFFA REALE è quella sensazione di smarrimento ufficiale (da non capirci un cazzo) I cui sintomi si provano il giorno seguente ad una bella ciocca da superalcolici.
La suddetta toffa raggiunge il suo culmine verso la metà della mattina e soprattutto se ci si trova sotto il sole cuocente di una torrida spiaggia ligure.

 

Durante la toffa, Roby e Cava sono sdraiati inermi sulla sabbia e non accennano a muovere nemmeno un muscolo. Cava colpito da una folgorazione esclama : "Andiamo su a bere, offro io !" (ovviamente alla fontanella, N.d.R.) e Roby risponde spavaldo : "Non mi alzo neanche se passa Pertini fischiettando l’inno nazionale !"
 
Ed ora anche Noto, giunto fresco fresco da Sutera offre il suo contributo alla causa.

E venne il dì un cui io, ardito suterese piombai arrivando in dolce armonia con Gravazza e Robbeito qui a Finale. Atterrato in spiaggia la prima visione fu Pippo e subito fui tentato di tornare indietro ma vedendo dopo mesi d'esilio il dolce figuro di Cava un’ondata di giovane orgoglio mi attraversò dai piedi fin sulla mia testa nuova e allibito esclamai :" EHOHHUHAH come va ! che bello ! rive !derti ! dopo tanti mesi d'esilio ! a Sutera !"
 

Anche gli ultimi giorni di vacanza riservano grosse avventure ai nostri eroi che qui ci raccontano, ancora una volta grazie al Roby, la loro serata a Loano.

Sabato 24 agosto 1996. Ore 3 e qualcosa. Il tridente dei sogni (Noce, Gravazza e Robbie) alquanto stremati con i muscoli rintizziti (ardito neologismo N.d.Robbie), dopo aver dato aria all’anguilla, escono dalla stupenda disco "Ai Pozzi" di Loano, salutati da incogniti vogheresi che soltanto l’amico Fabbry conosceva, grazie ai suoi notevoli agganci negli alti ranghi della borghesia vogherese.
I tre "imbecilli" con andatura scazzata si apprestavano a sostenere una durissima marcia verso la stazione della sopracitata località.
Ma dopo un paio di metri il "biondo" prende una fatidica e inaspettata decisione : "faccio l’autostop, che cazzo se né frega, a Sutera lo facevo sempre, a Sutera sono troppo bravi, se Sutera fosse al Nord non ve n'accorgereste nemmeno !" "Va bene"
così il "biondo", dopo aver scaldato il pollicione gonfio e sudato, si lancia all’assalto. Non si ferma nessuno. Allora subentra il bel Roby e al primo tentativo (questa è la mia versione dei fatti, ed è la verità) (dubitiamo fortemente, N.d.R.) si ferma una bionda tettona con una Corvette rossa fiammante. Lei s’innamora, ma io no, allora scendo e ritorno dai miei amici.
I nostri sforzi vengono premiati ; si ferma uno sfigatone  in giacca e cravatta, con la puzza sotto il naso, e anche un poco ubriaco. Dede rimane appena fuori dalla portiera, io sto molto bene ! Il tipo parla :"Va bene Ligabue ?" "certo" Sorpassa un apecar  che andava più lento di un &%$%&/ (il manoscritto in questo punto risulta veramente incomprensibile, e pertanto ce ne scusiamo con i lettori, N.d.R.) in carrozzella e spara : "Paura ?", I tre gringos in coro :"OOOH ! mi sto cagando addosso !" cioè volevo dire :"No, vai tranquillo !" e il pirla :"Aspettate a dirlo !".
A quel punto silenzio di tomba, la paura si diffonde nell’abitacolo I cui finestrini non si chiudono. Il pilota con una mano guida e con l’altra si tiene i capelli. Con gran culo ci porta fino a finale. Noi dopo aver gentilmente ringraziato quel sant’uomo e torniamo nel nostro splendido s splendente garage a 4 letti.

 

E concludiamo con l’ultimo racconto di Roby che rievoca i primi giorni di villeggiatura e i primi contatti con le ragazze della compagnia.

Fresca serata d’Agosto, I primi giorni di residenza a Finale Ligure Marina, tipica località marina costruita alla fine dell’800 dopo una tortuosa storia medioevale d'amore e odio tra le 3 principali fazioni costituenti : Finalborgo, Finalpia e l’altra non so e non me ne frega un cazzo !!!
Lo sconforto aveva colpito il mio cuore e quello del mio caro amico e compagno di mille cagate : il rag. Gravaghi, perché le simpatiche e bellissime ragazze che compongono la nostra allegra compagnia, non capivano le nostre esilaranti battute e il nostro linguaggio tutto particolare da tipici fottuti bastardi di provincia.
Ma io indomito non avevo perso la fiducia e senza timidezza cercavo di integrarmi al meglio nel gruppo fino a quando...... sui 2 Km lanciati del lungomare c’imbattemmo in una cartomante che stava leggendo le mani ad uno sfigato mercenario, ma non dalla parte del manico...hem...volevo dire, del palmo, ma sul dorso. Io feci presente alle amiche vicine il mio dubbio sul perché quella povera donna stava leggendo le mani in quel modo mai visto. Nessuno era in grado di darmi una risposta, allora mi sono ingegnato e l’ho sparata grossa, ma veramente grossa, una chicca che entrerà sicuramente negli annali, un gol da 50 metri, la pioggia sul bagnato, la ciliegia sulla torta, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco, la guerra del golfo... etc, etc...
"SI VEDE CHE HA GIRATO PAGINA !!!"
E la Sara vitt. (gioconda) senza un minimo d'ironia risponde :"Si, hai ragione !"
Io mi giro, cerco lo sguardo di Dede, non lo trovo, mi sento perso, non ho più amici, scoppio in lacrime e mi butto sotto un treno merci che trasportava letame...ma purtroppo avevo sbagliato binario.
...Ma alla fine ce l’ho fatta (non ad andare sotto al treno, ma un’altra cosa).
               Roby ‘77

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