VACANZE 2001 - IL GIORNO CHE HO BEVUTO
(Fichissmo reportage in sette tappe di un ferragosto finalese - a cura del Giorgione)


Il primo segno avuto, lieve come un saluto, fu che mi ritrovai a Finale Ligure (SV - Signoria Vostra) in pieno baby boom, ovvero proprio nel mentre in cui ero pieno di bimbi da accudire: terminata un'estenuante settimana a Pietragavina in colonia con 20 minorenni terroristi a causa del servizio civile, a ferragosto decisi di dedicarmi un po' a quello incivile: puntatina nella solita Finale, con il solito finale. Durante il viaggio formulai il seguente teorema: se civile è il contrario di militare, ma civile è anche il contrario di incivile, se ne evince che militare è uguale a incivile? Mah... All'arrivo, dopo avere inutilmente atteso un'ora davanti ai bagni, chiamo il Dome per farmi dare il numero di Cava; Dome mi risponde con un brassiano "W il culo" che lascia ben poche speranze. Finalmente si fa vivo (e bolso) Coltella, che m'invita a scarpinare ancora per quei sei-settecento chilometri fino a casa di Roxanna, dove il sunnominato bolso amico campeggiava assieme a quel lulone di Dede, la persona più alta che io conosca. Dopo un lauto pasto non consumato, allo stesso modo Dede prese il pane arrivederciegrazie. Pomeriggio trascorso in canonica spiaggia, nonché in canonica della chiesa e in canoa. Keanu Reeves. Onde più alte di Dede mi ricordano che mi piace farmi schiaffeggiare e sballottare dalle sunnominate, è il mio lavoro, l'ho scelto io, lo faccio con passioAMARO MONTENEGRO. Tutto questo mentre a Voghera Foffee era appena tornato dopo avere trainato muli in giro per Parigi, Maio continuava a ingrassare a perdita d'occhio, Ciano beveva uno dei 136 Montenegro della giornata, Dome cercava invano di convincere Marianna a lavare Dylan (Dog, che è appunto il cane della sunnominata), Roby e Monica nonmiricordopiùdovecazzeranofiniti, la Lilli lavorava in uno qualunque dei suoi 28 posti di lavoro, Lele serviva caffè macchiati e macchie di caffè al bar della stazione e Riky cercava invano un ingaggio come portiere in qualche campetto di Voghera. Eh, le onde... come ci dilavano di ricordi, a noi ggiòvani, e come la risacca ci asciuga lasciandoci smunti e asfittici. E siccome io ho molte cose da dimenticare ma non riesco a buttare a mare il passato perché appunto c'è la sunnominata risacca che me lo riporta indietro, decido di provare un metodo completamente nuovo: bere. Verso il tardo pomeriggio, il sottoscritto e il sunnominato amico Dede si recano anzitempo a casa di Roxanna per togliersi la putredine dal corpo ed evitare ingorghi in bagno. Mezz'ora dopo arriva il bolso Coltella, che fa appena il tempo a denudarsi quand'ecco che sopraggiunge Roby, la sorella maggiore di Roxanna, nonché il padre delle due Rovere Sisters nella persona di Dede: Coltella cade nell'astuto tranello come un salamino (intero) di Varzi finisce in bocca a Maio. Qualche scena isterica dopo siamo tutti belli pronti puliti & profumati, portatori sani della malattia più ccontaggiòsa per noi ggiòvani: l'allegria! Mi piace 1 kaS/N Sre giovane, x' tipo stase sxo ke C bekkiamo in giro, cioè, cmq nn so, veram., + si è meglio è, stase siamo 1 cas8! (132 karatteri! Ke figata gli essemmesse, nn T limitano x 1 czz, sembra di scrivere il codice fiscale). Sintomo successivo, cercavo un palliativo alla notizia datami da Dede che tale Tamarindo (applausi. Oscuro soprannome in luogo di un nome ancora più oscuro), ignoto e ignobile personaggio ivi conosciuto ma non autoctono bensì balneante, si era clamorosamente autoinvitato a cena: "ah, mi raccomando, non sa che lo chiamiamo Tamarindo, anche se forse se l'è data, visto che sono due giorni che ogni volta che compare salta su qualcuno che dice 'tamarindo'.". Pronti. Aperitivo, ore 20.05: Coltella bianchini 2, Dede medie 2, Giorgio Skrew Driver 1 e media 1 ("stasera non mischio", dichiarò mezz'ora prima). Roxanna finisce di prepararsi e ci raggiunge astemiando, e bestemmiando per l'arrivo di Tamarindo. Non appena il losco figuro si siede io ordino a voce alta un sorbetto al tamarindo, che non c'è. Indi si gioca a indovinare il nome della cameriera, ufficialmente eletta "Ragazza Canotto 2001", e sempre il sottoscritto butta lì un "Tamarinda!"; al che lei sgrana tanto d'occhi e ribatte: "quasi! Natascia". Ci allontaniamo dal bar quando Cava, Vale e Roxanna ci hanno ormai raggiunti, mentre io canticchio "Tamarindo alè alè". La cena fila via lissia, se escludiamo il bolso Coltella attaccato alla gola da uno scampo che (lo dice il nome stesso) l'aveva scampata alla padella del sugo della pasta del sunnominato (e bolso) Coltella, e Vale che cerca di uccidere ulteriormente il coniglio nel suo piatto vergandolo a bottigliate. A tal proposito: Coltella bottiglia di bianco ½, Roxanna, Cava e Vale l'altra ½, Dede birre in bottiglia 3, Giorgio birre in bottiglia 3, entrambi aggravati dall'aggravaghi che trattavasi di birra Vàiching (pron. Viking), l'intruglione più hardscontato sul mercato. Nel terzo dei miei mali, dopocena, ci rechiamo allegrotti verso un misconosciuto locale del lungomare dove il giorno prima il lulone Dede e il bolso Coltella avevano bevuto birre medie 3 a cranio come aperitivo, e si erano talmente aperti che avevano fatto amicizia on il barman, un armadio vestito da uomo pelato con la faccia di Billy Corgan (già Jamie Lawson) coi baffi. Cava e Vale cedono sulla media distanza ed ordinano analcolicame vario, mentre Dede grappa 1, Roxanna Montenegro liscio 1, Giorgio Montenegro con ghiaccio 1, Coltella Montenegro bolso con ghiaccio 1. Depressione: la sunnominata montagna afroamericana ci viene servita nella quantità di dita 1 in un bicchiere largo ditali 1. Non mi do comunque per vinto, nientepopodimeno (cioè l'esatta quantità di popò): berrò 20 ditali, mi dico; e per sveltire le manovre ne ordino subito un altro, doppio. Coltella, un po' bolso, rinunzia. Tempo zebra, mi arriva un bicchiere da whisky con dita 4 - diconsi q-u-a-t-t-r-o- di amaro, alla visione del quale Coltella si disbolsisce e agitandosi e gesticolando come un deficiente richiama l'attenzione del cameriere urlando frasi sconnesse del tipo "anch'io! Eeeh! Come lui! Anch'io! Io!...", additando il mio bicchierone. La colossale differenza, che richiamava un po' alla memoria le note del magnifico brano "L'elefante e la farfalla" di quell'ibrido umano che risponde al nome di Michele Zarrillone, resta inspiegabile: misteri che si celano dietro i banconi dei bar. Il quarto cambiamento si deve al movimento verso un altro locale del lungomare, il "Bikini": Cava sembra avere un moto di etilico orgoglio e infila Black Russian 1. Dede Gin Tonic 1 (se c'è la goccia è gin), Giorgio White Russian 1, Coltella Bolso Russian 1. Le donne non so, non mi ricordo, a quel punto il lato misogino si era ormai completamente impadronito di me. Decisamente brillotti, passiamo alla fase cinque, davanti alle quinte dello "Sporting Club". Due sono gli offuscati ricordi che mi restano: musicaccia hardcore a 200 di metronomo da me ballata come una tarantella e il bolso-un-po'-meno-bolso Coltella che mi guarda lascivo e mi dice: "fai Eddie Vedder"; tempo zebra mi ero già inerpicato su un'impalcatura di metallo a 4 metri da terra. Totale: Coltella Vodka Bolso 3, Dede Gin Tonic 2, Giorgio Vodka Lemon 2 e ½ scroccato non so a chi. Dopo aver detto al lulone che è alto, il sesto passo era attendere l'alba sulla via del ritorno: dopo avere seppellito Tamarindo sotto una colata di cemento e dopo esserci accomiatati da Cava e Valeria, il magico trio, all'erta e pieno di brio, si concede una pausa non etilica con briòsc e una bottiglia di articoli determinativi maschili singolari inglesi (the) al limone, consumando il tutto nei giardini per bambini scassaballe dirimpetto alla casa di Roxanna. Dede era talmente alto che non ha nemmeno potuto provare l'ebbrezza, la brezza e le brezza dello scivolo, visto che non appena allungava i gamboni toccava terra. Il settimo momento, di certo il più violento, potrà sembrar banale ma consistette nell'abbandonarsi alle molli braccia di Morfeo (nel senso del calciatore) dopo aver finalmente visto la Madonna (nel senso della cantante). Coricandomi, ripensavo con insistenza a un gruppo heavy metal formato da Turi Ferro, Tito Stagno, Piero Ottone, Dario Argento e Franca Rame, mentre ingrifavo Dede, mio lulonico compare di giaciglio, lambendogli dolcemente l'ormai folta chioma da drugà. Sinistre risa riecheggiarono a lungo nella casa delle Rovere Sisters, mentre un ormai barzotto Coltella si addormentava beato nel lettuccio di fianco al nostro con la bavetta bianca che lenta scendeva dalle sue labbra.

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