RACCONTI DAL MONDO VISTO CON GLI OCCHI SOCCHIUSI:
ESTATE '98


4 UOMINI E UNA PIOMBA
 

"La strada del bosco è lunga, è larga, è stretta...
è fatta a barchetta, è fatta per fare l'amor..."


Si parti con i migliori propositi, sapendo già di non poterli rispettare.
la meta era ovviamente Cegni, località poco balneare, per niente attraente, ma molto ospitale e alcolica.
La compagnia era ottima, il tempo bello, niente sole tutte accompagnate. Sulla prima vettura alloggiavano Lone, il Bollente e un Babo già fuori posto; sulla seconda vettura io, il Brigno e la Rossa che si era aggregata nei minuti di recupero. Sul muletto (di Alassio) un paio di scarpe fradice di gloria ed altre cose sgradevoli come la mia solitudine. Una volta al tavolo tutti si guardarono in faccia senza vedere niente di piacevole a parte il brufolo del week-end che si ergeva copioso sul volto di Babo emanando una luce potente ed un decreto legge.
la prima ordinazione comprendeva un piatto di affettato per 4 (astenuti Babo per via del brufolo e la Rossa in via di guarigione da una precedente sbronzazza) ed una (1!!!) bottiglia di Pinot nero che si esaltava al centro del tavolo come può esaltarsi un re sul suo trono, una aranciata ed un' altra bibita analcolica che per convenzione chiameremo chinotto. Dopo un rapido calcolo il Bollente sentenziò che era più conveniente prendere un piatto di affettato a testa, per spendere diecimila lire a testa e mangiare come i maiali.
Qualcuno obiettò che aggiungendo un 5 si poteva anche bere come oche. Tutti approvarono e dopo dieci minuti e 27 rutti liberi i 4 furono sbronzi. Arrivò il conto e tutti smisero di ridere: qualcuno pagò, qualcun altro pianse, altri ancora intonarono la Brunetta:  il Bollente brindò all'affare che si era fatto e pagò le sue 19000 stornando le mancanti 8000 con una fila di facili promesse mai mantenute e vendendo consigli sul fantacalcio e sui funghi porcini (consigli falsi). Il Lone fece un rapido calcolo e stabilì che avendo pagato mille lire a rutto si era già guadagnato qualcosa visto che il rutto era valutato sulle 1290 alla borsa dello schifo. Prima di pagare il conto si riuscì dopo un lungo discorso sulla cameriera e sulla sua bruttezza a far inserire come omaggio n formaggio valdostano invecchiato e stanco come un terzino a 34 anni. Il nome del formaggio era "Mousse Cauchet" più comunemente chiamato Marcione. Arrivò dopo 5 minuti sulle sue gambe e disse che per lui si poteva anche cominciare. La voracità dei 4 era tale quale quella di un bambino al quale a Natale mettono nel piatto l'uovo della passata Pasqua. Quando la quaterna si alzò dal tavolo orami ridotto ad ammasso (e non conciasso) di rifiuti organico-culinari il Marcione si alzò con lei perfettamente intatto, con meno crosta ma più felice , salutò tutti ed andò al Rive Gauche con una caciotta svedese visibilmente falsa (praticamente una puttana dei latticini).
I 4 si divisero dopo l'apparizione in scena di colei che chiameremo per rispetto Marianna, ma che di vero nome fa Marienne Cauchet (vedi albero genealogico del Marcione). Quando mi si presentò il suo nome mi evocò dolci ricordi e la mia bocca si riempì di Cuba Libre. Aveva un qualcosa che in una donna colpisce subito la mia indole ancora inesperta ed in via di formazione: non riuscivo a capire cosa. Scoprii che era il nome solo 15 giorni dopo durante un viaggio Voghera - Casei con supplemento piomba. Ella era una fiamma del caro amico Lone ed io mai e poi mai avrei potuto ghermirgli quel fiore delicato dai petali di metallo che con tanta pazienza, tanto amore e tanta acquaragia egli aveva coltivato. Lo feci dopo non più di due ore ma questa è un'altra storia.
Il Lone si fermò a dialogare con lei e qui sparì dalla serata: sparirono anche un posacenere ed un pacchetto di Chesterfield. Il Bollente si era messo a dialogare con tale Merlo Simone, ex Vogherese ed ex frequentatore del CSV e fidanzato della Iotti, nota gnoccolona di Casale. Li interruppi mentre il Bollente elencava tutti gli acquisti della Torrevillese, inserendo a bomba il discorso Boffelli al quale mi sembrò più interessato. Cordialmente grato mi offrì da bere mentre il Bollente accendeva l'ennesima Marlboro.
Nel frattempo il Brigno era sceso a rincorrere la brugna trovando invece la prugna nel senso della grappa: arrivai io al volo di destro su calcio d'angolo e ne ordinai una ai frutti di bosco scatenando una reazione a catena che in 12 minuti e mezzo esatti prosciugò le nostre finanze ed i nostri sensi di colpa.
In quel momento entrò il Marti detto anche Roberto Baggio per via di una certa somiglianza a Giannichedda: la Rossa si sbilanciò dicendo che era carino ma che non ci sarebbe mai uscita. Brindammo tutti ad una nuova unione.
Il Marti puzzava di birra e per questo fu dei nostri. disse subito "Ho speso tutto" e tornò relegato al ruolo di merda. Babo durante tutto ciò mangiava un ghiacciolo e pertanto venne squalificato dalla storia. Anche la Rossa mangiava un ghiacciolo ma è più figa di Babo. P.S.: Babo vaffanculo.
Fuori si cantava che era un piacere canzoni di Guccini, De Gregori, De Andrè, de Roma, da chiesa e anche da casa intonata da una massaia che ci spiava ubriaca ma comunque bigotta.
Il Brigno dopo aver detto e ripetuto detto e ripetuto detto e ripetuto e detto... (abbundandis ad abbundandum) che la settimana prima era a Dorno con Socrates a bere una birra (media) si addormentò sulle tette di Lorena di Cegni da non confondere nè con Morena di Cegni nè con la balena di Fego. Elenco i nomi degli invidiosi:
- Dome
- Merlo Simone
- Marcione
- Don Pietro
- Poldo: uomo grasso e lardoso, ovviamente antipatico con alcune rotondità attinenti a Toldo
- Uomo ombra: uomo ovunque e ovunque inutile e inopportuno
Io e il Bollente avevamo intanto elemosinato una grappa extra cantando a sei voci "Picchia picchia la porticella".
Dopodiché lo persi di vista rivedendolo e riverendo solo svariati minuti più tardi mentre dichiarava a Psycho il suo amore parlando in terza persona chiamandosi Riccardo. Ricordava vagamente Ravanelli (freddo bastardo).
Psycho lo respingeva urlando ed io ormai solo brindavo ad una nuova unione.
Ci fa piacere sapere che ancora oggi il Bollente è convinto che fu l'esibizione canora pro-grappa a far capitolare psycho. Beata gioventù - Giochi della gioventù -
Il Lone se ne era andato non so dove ne mi interessava: ciò che contava era che ero rimasto solo con Marianna.
Dopo aver tentato Ivano di convincerla che Lone era l'uomo per lei e aver cercato di venderle una sigaretta già fumante avvertii una certa fame. Fummo inseparabili per tutto il resto della serata ed in quei dieci minuti scarsi lei probabilmente si invaghì di me. Arrivarono nel frattempo alcune notizie:
- Babo ha il diabete (73 ghiaccioli)
- Stefania la biondona nonché tettona vuole uscire con me
- Stefania la biondona ha la mononucleosi e quindi non è consigliabile prenderla (che culo!)
- Il Brigno non può e non vuole guidare
Furono queste novelle a indurmi a rovinare la fanciullezza della fanciulla fannullona fanculo di 16 anni e di 5 figli venuti al mondo come conigli e dai denti d'acciaio cromato: le diedi un bacio che sapeva di frutti di bosco e le giurai amore per tutto il viaggio di ritorno. Lei mi guardò assieme a tutti gli altri che avevano visto la scena con sguardo da sonno pieno d'amore. Io caricai la rossa e il Brigno sulla macchina, il Bollente caricò il telefonino ed un toro da castrare caricò la macchina del Lone che era rossa.
Partimmo e arrivammo (ricordi nebulosi del viaggio).
Il Brigno disse che stava bene e noi tutti brindammo ad una felice fontana.
Il Lone dopo aver gridato per tutto Cegni che ero ricchione nonché suo ex, cantando YMCA piombò in casa senza passare dal via.
Il Bollente attaccò l'ultima delle Marlboro (37esima) ed una canzonaccia sui preti ed andò a dormire.
Dopo aver tumulato il Brigno me ne andai anche io lasciando Babo che la batteva alla Rossa e la Rossa che dormiva già da un pezzo.
Una volta a letto mi accorsi che ormai ero imprigionato nella Fossa delle Marianne ma non mi scomposi.

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