(OVVERO LA CRONACA DI UN’ALTRA PAZZA VACANZA A FINALE LIGURE)
 
Giorno: sabato 8 agosto 1998;
ore: 7 e qualcosa i due vacanzieri, cioè: DEDE & ROBY(io me), entravano nella "LEGGENDA" di diritto (senza dover affrontare il turno preliminare!) non appena varcavano quella fatidica sbarra del casello, della altrettanto fatidica, Casei Gerola ,
alzatasi al grido di : "Apriti sedano!"
lanciato dal sig. Telepass Family, che non aveva ancora le idee molto chiare, forse per il sonno o forse perché è proprio deficiente lui mah!
Il viaggio sembrava iniziare nel migliore dei modi, a parte il rischio di rimanere senza benza, ma tutto ciò non ci preoccupava minimamente, di altra natura erano i nostri timori.
Infatti, avevamo ancora impresso nella memoria il viaggio-record a Rimini (7 ore di puro asfalto tra la luna e l’alba) , ma ormai eravamo consapevoli di aver imparato molto da quella gita , niente poteva spaventarci, nemmeno il traffico dei milioni di milanesi il cui arrivo ci minacciava alle nostre spalle!
I primi 40 min. passavano tranquilli, e nelle nostre menti ci immaginavamo già tutti vonci di sabbia, ma purtroppo quei momenti  sarebbero arrivati molto più tardi di quanto potevamo immaginare.
Le prime curve esaltavano le mie doti di automobilista della domenica, in quegli attimi il traffico era praticamente inesistente, ma ben presto io e il mio collega avrebbe finalmente scoperto il significato di un noto proverbio che invento sul momento :la quiete prima della tempesta (mi ricorda qualcosa forse del Foscolo?).
All’improvviso comparivano le prime 4 frecce della giornata ed io, per poco, non me le fotocopiavo sul parabrezza.
Una sensazione di preoccupazione avvolgeva i miei muscoli , Dede manteneva la solita freddezza affermando :"è già finita!".
Questo primo rallentamento, tuttavia, non ci aveva impegnati più di tanto, così avevamo potuto prepararci psicologicamente per uno stop futuro che puntualmente si verificava in prossimità del bivio dimmerda! Genova-Ventimiglia.
Con molta calma e ancora fiduciosi di poter raggiungere la meta nel giro di una mezz’oretta, e dopo aver insultato un povero pirla che faceva segnali inutili divincolandosi come un lebbroso, riprendevamo il viaggio a velocità moderata ma comunque decente.
Ma ecco! già vedevamo il mare, già da molto, eravamo infatti a Varazze, o almeno quel che rimaneva di Varazze dopo gli incendi dei giorni precedenti, peccato faceva già cagare prima ! ora sembrava proprio non lo so è un posto di merda e sarà sempre un posto di merda, fa schifo, troppo schifo, la prossima volta non ci passo neanche perché mi viene da vomitare!
Mi scuso per la divagazione storico-culturale.
La colonna procedeva a ritmo di samba , cioè ,procedeva mooolto lentamente; con l’aria condizionata faceva freddo, senza si moriva di caldo, noi nel frattempo ci eravamo innamorati di una splendida bionda che, fiera, era alla guida di una FIAT 500 (New) color azzurro pastello ,dotata di vari spoiler e marmittona stile truzza ,che mi dava merda in folle.
Ella era rimasta la nostra unica ragione di vita , l'unica cosa per la quale potevamo andare avanti.
Dopo pochi attimi la bella ci aveva seminati e noi dovevamo continuare senza guida spirituale iniziavamo a sudare freddo e ci eravamo rotti i coglioni!
Così ci trovavamo di fronte alla prima grande decisione usciamo, facciamo l’Aurelia, tanto adesso, a parte i semafori non c’è in giro nessuno".
Come non detto: sull’Aurelia c’era il mondo!
Dopo qualche simpatico semaforo ci trovavamo già lungo mare, e giunti alla bellissima ed affascinante Savona, io mi impegnavo a "stirare" due poveri piccioni che, felici e pieni di entusiasmo, si stavano dirigendo in spiaggia per contare i gabbiani morti durante la notte(Dome docet); poveri illusi!! Beh, probabilmente uno dei due è sopravvissuto, l’altro invece ha avuto delle complicazioni cardiache e non ce l’ha fatta. E mentre io ero distrutto per la disgrazia, Dede rischiava dodici infarti per un attacco di riso, o forse stava piangendo?, è veramente un ragazzo sensibile!
Purtroppo si proseguiva a passo di lumaca, giunti nella famosissima Vado Ligure(dove vai?)eravamo addirittura fermi.
Così, altra decisione: "rientriamo in autostrada!" ci aveva suggerito il sig. Telepass Family.
Però la statale interna che ci stava conducendo all’autostrada mi ispirava decisamente, e soprattutto perché era praticamente deserta.
Con i cuori gonfi di fiducia nella nostra intuizione proseguivamo, la strada iniziava a stringersi e a salire.
Fortunatamente incontravamo un’anima viva: il burlone del paese; e dopo esserci assicurati che, in qualche modo, quella strada ci avrebbe portato alla nostra destinazione, ripartivamo ancora più caricati ed entusiasti.
La strada, diventava sempre più stretta e irta di pericoli e trappole micidiali, era diventata praticamente un sentiero.
Io ripetevo a Dede di controllare il cielo per timore di qualche incendio, era infatti noto che in quei giorni la Liguria era un unico grande falò.
Si saliva sempre di più, e dopo avere fatto conoscenza con uno Yeti, eravamo giunti ad un altro bivio decisivo.
Come il burlone ci aveva indicato, imboccavamo una stradina in discesa(finalmente) sterrata, o meglio interrata (Burlone docet), con dei saltini da motocross che erano una vera goduria per le sospensioni del mio Caccia ala-X Corsa 1.4 Swing.
Anche la cartina stradale ci confortava sulla nostra posizione: in linea d’aria eravamo sopra a Spotorno, e quella strada ci portava direttamente a Finale.
Allegria!! Viva noi! Ma l’entusiasmo sarebbe durato poco, pochissimo, forse ancora meno.
Radio: RTL 102.5 giornale orario: "Attenzione un grande incendio divampa sulle colline all altezza di Spotorno".
Noi ci eravamo dentro! I nostri occhi rivolti al cielo non credevano ai loro occhi: un fungo atomico si levava sopra le nostre teste di cazzo!
Inversione ad U in 5 metri di spazio, le sirene di sfollamento avevano ghiacciato i nostri nervi, personalmente mi stavo cagando addosso!
Dede voleva la mamma, io volevo un cesso, ma di quelli belli, di marmo.
Sapevamo che la fuga ci avrebbe portato in salvo, però a quel punto un’altra preoccupazione mi punzecchiava la mente.
Pensavo che se ci avesse avvistato un elicottero di soccorso a pochi chilometri dal disastro, avremmo passato la nostra vacanza a fuggire perché  braccati dalla legge. Per questo mi cagavo addosso per la seconda volta in pochi attimi.
Spaventatissimi dopo poche centinaia di metri incontravamo uno stolto ragazzo con una bimba, al quale, molto ironicamente, abbiamo chiesto se andavamo bene per Finale. Lui ci faceva notare che dovevamo tornare indietro, ed io gli facevo notare di andare a farsi fottere perché la Liguria stava andando a fuoco! E dopo averlo avvertito del pericolo gli sgommavo in faccia e ripartivamo a razzo.
Ritornati sulla strada maestra da cui eravamo venuti, Dede , con occhio vigile, riparato con gli occhiali da sole del Tony da 200 mila, controllava la situazione bollente dell’incendio eravamo quasi in salvo.
Il tempo passava lento e inesorabile, ma la situazione era ormai sotto controllo: le fiamme stavano distruggendo miglia di ettari di bosco, ma due vite umane erano in salvo.
Ora volevamo più bene alla nostra vita, però il nostro orgoglio era ridotto in frantumi, non avevamo più stima di noi stessi.
Mentre ringraziavamo il Signore il sig.Telepass Family diceva: "sono io che ringrazio voi".
Erano ormai passate tre ore dalla nostra partenza ed era già record.
Fame! Era il momento OK per una buona colazione. Eravamo ancora a Vado(dove vai?) e dopo un cappuccio e una brioche enorme eravamo ancora a Vado, appunto, ma ormai eravamo pronti per riprendere il viaggio.
Mentre Dede staccava i piccioni morti dal mio parabrezza, io cercavo di contattare il buon Cava che però era irraggiungibile. Aveva avuto nostre notizie un’ora prima quando eravamo a Vado ed ora eravamo ancora Vado(dove vai?): menomale che era irraggiungibile!
Tornavamo sull’Aurelia che era diventata scorrevole come un tavolo da bigliardo:
c’era veramente un casino di gente in giro, ma, come  diceva Dede, erano tutti weekendisti, noi , invece, dovevamo iniziare una lunga vacanza che si sarebbe rivelata veramente straordinaria(e non solo perché eravamo ancora vivi).
Nell’ultimo tratto di strada eravamo riusciti a costruirci un alibi veramente credibile per giustificare alle masse il nostro immenso ritardo.
Praticamente, avendo trovato tutto bloccato a causa dell’incendio, ci eravamo fermati un’oretta a Vado(dove vai?) per fare colazione e intanto avevamo visitato il caratteristico paese, ed infine, avevamo fatto il bagno nella spiaggia pubblica del luogo.
Il nostro alibi avrebbe retto sicuramente, almeno fino a quando Dede non si fosse ubriacato e non ci avesse sputtanato al buon Cava e alla sua dolce Vale(cosa che si è puntualmente verificata).
Alle 11.30 circa eravamo finalmente alle porte di Finale dove ci aspettavano tutti per dare il via alle danze!
Riepilogo:
· ore di viaggio: 4
· piccioni uccisi: 1
· piccioni feriti: 1
· decisioni decisive prese: 2
· decisioni decisive sbagliate: 2
· persone in viaggio incontrate: 1000000000000000000000003
· ragazze di cui ci siamo innamorati: 1
· bestemmie: 1
· preghiere: 465
Fine.

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