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SAN GIOVANNI DELLA CROCE

(Dottore della Chiesa)

 

 

"Due contrari non possono essere contenuti nel medesimo soggetto, come dicono i filosofi e come ho ripetuto anch'io nel capitolo quarto:l'affetto per Dio e quello per le creature sono contrari e quindi non possono essere contenuti nella stessa volontà. [...] A questo proposito è da sapere che tutte le creature sono briciole cadute dalla mensa di Dio. Giustamente quindi, vengono chiamati cani coloro che si vanno pascendo delle creature; ad essi viene tolto il pane dei figli perché non vogliono sollevarsi dalle briciole degli esseri creati alla mensa dello spirito increato del loro Padre."

 

Salita del Monte Carmelo, Libro I, cap.6, 1-3.

 

Se quelli che amano le persone sono cani, bisogna rammaricarsi che ci siano così pochi cani, in giro.

 

"Tali imperfezioni abituali sono, per esempio, l'abitudine comune di parlar molto, un piccolo attaccamento a qualcosa che l'anima non si decide mai a superare, come sarebbe l'affetto per una persona, per un vestito, per una cella, per un determinato genere di cibi, di conversazione, per certe piccole soddisfazioni, per il desiderio di sapere, di udire e simili."

 

Salita del Monte Carmelo, Libro I, Cap. 11, 4.

 

Guarda un po', si può diventare Dottore della Chiesa senza aver capito la differenza tra l'affetto per una persona e quello per un vestito, o certe altre "piccole soddisfazioni".

 

 

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