Alessandro Grossato

 

Marca Boema all'italiana? Piuttosto 'Marca Gioiosa'

Dal Garda all'Istria, un'area che fin dall'Alto Medioevo presentava connotati specifici di tipo federalista

[testo pubblicato ne Il Gazzettino di Padova del 2/6/’96, p. xxvii]

 

Il gran dibattere di questi tempi sul tema del federalismo, ma soprattutto la diffusa sorpresa per il successo elettorale della Lega nelle Prealpi venete, ci ha stimolati a proporre di rivedere l'intera questione da un punto di vista forse insolito, e cioè alla luce di una disciplina troppo poco nota ai più, la geopolitica delle religioni, che da tempo studia la reciproca interazione dei fattori geografici, politici e religiosi. Cosa che potrebbe forse aiutare a rispondere, almeno in parte, all'interrogativo che i più acuti fra gli osservatori del fenomeno hanno sollevato. E cioè se ci sia al di sotto di esso, come ha suggerito a esempio il politologo Giacomo Sani, qualcosa di più profondo della semplice protesta o delle sole ragioni economiche, "qualcosa che pesca nell'identità", un vero e proprio "filone culturale latente nella popolazione".

Pochi sembrano oggi ricordare che, molti secoli prima del settecentesco Federalism americano, due - ma in definitiva una - furono le tradizioni storico-culturali del 'federalismo' in Europa. Già note da tempo agli specialisti, esse vanno sotto la denominazione 'tecnica' di Reichshistorie e di Helvetismus. la Reichshistorie, o 'storia dell'Impero', si riferisce precisamente alla tradizione storica e culturale della Confederazione imperiale germanica che - com'è noto - riuniva sotto un'unica corona imperiale una moltitudine di realtà politico-territoriali, ciascuna gelosa custode non solo della propria autonomia amministrativa, ma anche delle specifiche tradizioni e consuetudini che contribuivano a distinguerla da tutte le altre.

Condizione ideale è quella di un'umanità unita sì dall'Impero, ma suddivisa in tanti piccoli Stati, la cui stessa piccolezza rende meno conflittuali i rapporti con la Chiesa. Si tratta in definitiva di quel famoso 'principio di sussidiarietà' dello Stato, mai abbandonato dalla Chiesa cattolica, nemica di qualunque 'Stato etico', e da cui deriva fra l'altro anche il 'federalismo solidale' recentemente concepito dal cardinale Martini.

Ovviamente, anche l'attuale territorio svizzero fece parte integrante della Reichshistorie, fino a quando non ebbe inizio la lunga notte che contrappose, dalla fine del XIII secolo, la dinastia degli Asburgo a quella Lega, che gradualmente riunì i diversi Cantoni. Così, per farla molto breve, nacque la Confederazione Elvetica, la cui indipendenza fu definitivamente riconosciuta solo nel 1499. L'esperienza e la teorizzazione da parte svizzera del proprio particolare 'federalismo' anti-imperiale, doveva generare una tradizione politica, detta appunto l'Helvetismus, che sarà significativamente influenzata nel Cinquecento dalla scuola calvinista dei 'monarcomachi'.

Alla tradizione dell'Helvetismus si riconnette ancora oggi dottrinalmente - sia pure col 'salto' d'un secolo - l'ideologia federalista della Lega Lombarda, nella quale - sia pur con debite eccezioni, come Irene Pivetti - è fra l'altro chiaramente riconoscibile, a esempio in molte dichiarazioni dello stesso leader, una tendenza neo-protestante. Tale riconnessione è stata esplicitamente dichiarata da Gianfranco Miglio.

Con varie denominazioni e configurazioni, il cattolicissimo Nordest italiano fu invece storicamente e territorialmente legato alla concreta esperienza federalista ante litteram della Reichshistorie. Basta consultare qualunque atlante storico per vedere come quest'area, dal Garda fino all'Istria, sin dall'Alto Medioevo fosse indicata col nome di 'Marca', il tipico territorio di confine dell'Impero. Non a caso dunque è qui che è nato il primo movimento federalista, la Liga Veneta, all'interno della 'Società Filologica Veneta'.

Quando Bossi paragona oggi il 'caso' italiano a quello cecoslovacco, stabilisce un paragone abbastanza pertinente fra quello che è stato, qualche anno fa, il rientro della 'Marca Boema' nell'orbita economica tedesca, e quello ch'egli prospetta quale futuro destino dell'intera 'Padania'. Ma che, con molta più probabilità geopolitica, potrebbe esser quello della sola antica 'Marca Gioiosa'.

 

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