L'UMBERTO E I COMPAGNI DI MERENDE

di Monello

Oggi 14 settembre manca un sol giorno alla fatidica data. In realta’ la cosa in se’ non m’ interessa molto, ma non posso negare di provare un certo fastidio.
Primo perche’ e’ un’ altra occasione data ai nostri amici stranieri di ridere sulle nostre disgrazie, e anche perche’ ho letto che due fra le regioni italiane che piu’ amo sono state incluse nella Padania, ovvero l’Umbria e le Marche, terre di valorosi popoli italici ed etruschi che con i loro guerrieri tanto contribuirono alla conquista dell’ Impero, il primo per intenderci.
Forse il nostro si sara’ confuso pensando alla citta’ di Sena Gallica, avra’ pensato che in origine le Marche siano state popolate dai Galli.
Per l’ Umbria il discorso e’ ancora meno chiaro. L’ unica cosa che viene in mente e’ il Ducato di Spoleto, che comunque era longobardo, etnia ormai ignorata dai leghisti doc.

Perche’ i leghisti abbiano scelto i Celti poi non e’ molto chiaro. Forse qualcuno ha detto loro che anche in Irpinia c’erano i Lombardi, e allora, inorriditi all’idea di dover considerare dei loro eventualmente anche De Mita, che ha un cognome d’origine tipicamente nordeuropea, hanno preferito optare per l’etnia celta. In tempi remotissimi puo’ darsi che il Nord sia stato abitato da Celti o meglio dai Celti-Liguri.
Ma gia’ in epoca storica diciamo intorno al mille a.c., l’ Italia era abitata tutta da popoli italici ed etruschi, anche i Veneti essendo una popolazione italica. I Celti o Galli scendono da conquistatori stranieri solo intorno al 400 a.c., cacciano gli Etruschi dalla valle padana, alcuni di questi fuggono nelle valli alpine e dolomitiche, da cui piu’ tardi i Reto-Romani, oggi Ladini, e arrivano anche a conquistare Roma. Piu’ tardi, mentre Etruschi ed Italici, sentendosi affini a questa, aiutano Roma contro Annibale, i Galli invece si alleano con i Cartaginesi. 200 anni circa dopo la calata in Italia, i Galli cisalpini passano sotto Roma, e da questa vengono completamente romanizzati, tanto che i soldati di Cesare che conquistarono le Gallie, vennero quasi tutti reclutati nel Nord d’Italia.

Scusate il piccolo inciso sul mistero , che rimane quindi, della scelta dei Celti come progenitori dei popoli transpadani di Bossi.
Anzi a proposito del nome Padano, almeno i leghisti avrebbero potuto scegliere un nome celtico, se l’ avessero trovato, e non un nome di chiara invenzione latina.

Chiuso l’inciso, definitivamente. Un’ altra cosa che mi ha dato leggermente fastidio, e’ l’ essere additato come "los italianos ". Il nostro e’ riuscito ad offendere contemporaneamente con un sol colpo spagnoli ed italiani. Non c’e’ male, non per niente l’ Economist di oggi gli dedica un articolo dal titolo "The clever clown", articolo interessante ma sul cui titolo sono d’accordo solo a meta’.

Comunque io in realta’ non volevo parlare di costui ma piuttosto dei suoi compagni di merende.

I nostri bravi clerico-stalinisti per 50 anni si sono esercitati in una forsennata campagna anti-italiana, avendo il cuore, e la mente, un po’ a Mosca, un po’ nel terzo mondo, un po’ a Washington, ed un po’ oltre Tevere. Anzi per molti di loro, da un punto di vista ideologico s’ intende, la campagna antinazionale e’ iniziata il secolo scorso, se non addirittura molti secoli addietro. Adesso tutt’ insieme scoprono la Patria, ed i suoi valori.

La cosa a dire il vero puzza un po’. Infatti non gli crediamo.

Come sappiamo benissimo la Lega e’ un loro pargoletto, forse non ne sono i padri, ma di certo l’ hanno adottata. E per essere piu’ chiari, visto che ai nostri, tipo Pagliarini e Gnutti, piacciono i fatti, allora i fatti sono chiari: la Lega e’ stata fatta crescere e prosperare perche’ funzionale al sistema. La Lega di fatto ha impedito che lo scontento del Paese si potesse coagulare per dar luogo ad una seria opposizione al sistema che effettivamente avrebbe potuto causare problemi ai nostri merendari.
Presi in contropiede dalla nascita del Polo, la prima volta si son dovuti salvare mettendo in essere uno dei piu’ grossi imbrogli perpetrati ai danni del popolo italiano, un imbroglio che non sarebbe stato permesso, almeno moralmente, in un serio paese democratico, ci riferiamo chiaramente a quel ribaltone che e’ stata la prova generale di un governo stile Ulivo.
A questo proposito e’ bene chiarire fin d’ ora che l’Ulivo in realta e’ al governo da almeno un anno e 9 mesi.
La seconda volta impedendo al Polo di vincere alla grande le ultime elezioni.

Oggi ancora il sistema usa la Lega per distogliere l’attenzione degli Italiani da quelli che sono i veri problemi del Paese, tentando cosi’ di coinvolgere, come gia’ in passato, l’opposizione nella responsabilita’ di un’ ennesima gestione fallimentare della cosa pubblica, in nome questa volta della difesa dell’ unita’ nazionale: altre emergenze ben note, utilizzate in passato, furono quella terroristica, quella mafiosa, etc. etc.

Tutto questo e’ anche evidente da tutto il battage pubblicitario che i giornali stanno dedicando a qualche migliaio di buontemponi che si radunano per una sana scampagnata sul Po. Nei paesi di tradizione democratica contano i numeri, e nessuno pretenderebbe di parlare a nome di tutti, rappresentandone solo qualche percento. Inoltre paesi piu’ seri del nostro, di fronte a minacce di secessione, e di fronte ad offese disgustose, come quelle che i parlamentari leghisti usano rivolgere al popolo italiano, applicherebbero semplicemente la legge. Forse ci siamo dimenticati anche che l’ articolo 67 della nostra Costituzione dice espressamente che ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione e non una parte di essa (contro l’ altra).

Forse i nostri non vengono perseguiti legalmente anche a causa d’ incoffessabili complicita’. A proposito di complicita’ , ed anche perche’ e’ un’ altra conferma della tragica situazione cui ci hanno portato 30 anni di regime, due parole sul caso De Rita ( anche lui lombardo?) . Sempre in un paese serio nei confronti di questo signore si sarebbero adottate solo due misure, o il licenziamento immediato per turbamento dell’ordine pubblico o l’ immediata convocazione di una commisione parlamentare d’inchiesta onde verificare quanto dichiarato da De Rita ed eventualmente per tranquillizzare i cittadini.
Da noi tutto forse si risolvera’ in qualche polemica e poi il silenzio ed eventualmente una promozione.
E se la Direzione Generale del sistema penitenziario, o come altro si chiama, non fosse stata gia’ assegnata a Coiro, sapremmo pure il tipo di promozione.

Per finire una parola in difesa della dignita’ dei popoli del Nord: smettiamola di farli passare per dei poveri martiri, i veri uomini sanno bene assumersi le proprie responsabilita’, e gli Italiani del Nord, sono senza ombra di dubbio dei veri uomini.
Ed allora riconosciamo che il parlamento di Roma ladrona, parole di Bossi, non mie, era ed e’ composto per piu’ della meta’ da parlamentari eletti al Nord, e che tutti insieme quindi portiamo la responsabilita’ di aver permesso che un tale regime potesse prosperare.

Ed allora che non sia piu’ come alla fine della seconda guerra mondiale, quando tutte le colpe furono attribuite ad alcuni abitanti di Marte che si facevano chiamare fascisti, ed il povero popolo italiano non solo era incolpevole ma anche martire: questa volta prendiamocele le responsabilita’ e le colpe, correggiamo gli errori, e tutti insieme finalmente, dal Nord al Sud, operiamo per mandare a casa i compagni di merende ed i loro falsi avversari, e tutti insieme a costruire la Nuova Italia.

Oggi il monello e’ tutto patriottardo.

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