25 APRILE - 8 MAGGIO

di Monello

Il 25 aprile del 1945 viene ricordato in Italia come il giorno della Liberazione. L' 8 maggio 1945 viene ricordato in Europa come il giorno in cui con la firma della resa delle Germania termina la guerra in Europa.

Fra il 25 aprile e l'8 maggio altri paesi vennero liberati, mentre per altri, come l'Inghilterra quei giorni significarono la fine di una guerra vittoriosa.

Per l'Italia si trattava di una guerra perduta che avrebbe anche sancito la fine dell'Impero coloniale, e la perdita dell'Istria, della Dalmazia e di parte della Venezia Giulia e del Friuli.

Era la fine di una guerra combattuta dalla parte sbagliata, con un alleato piu` nemico che amico che si macchio` di crimini incredibili. Partita male, finita peggio, con un cambio di alleanze giustificato da un cambio di regime e da una scelta di liberta` e democrazia, anche se allora erano pochi quelli che capivano veramente il significato di queste due parole.

Nel resto d'Europa si trattava della fine di un incubo per popoli che erano stati invasi anche quando avevano dichiarato la propria neutralita`. Nei Paesi d'Europa che questa guerra l'avevano subita, quei giorni vengono ricordati con il rintocco cadenzato delle campane e la bandiera a mezz'asta, si ricordano i morti. Lo stesso cerimoniale si svolge nei Paesi che la guerra l'hanno vinta avendo combattuto contro i nazisti sin dal primo giorno, come in Gran Bretagna.

Da noi, a piu` di 55 anni da quel giorno, si fa festa.

Il 25 Aprile in Italia i massacri non finirono, la guerra civile che aveva insanguinato l'Italia durante gli ultimi due anni, ando` avanti con le vendette dei vincitori. Un esercito sconfitto quale quello della RSI non pote`, ne puo` tuttora, piangere i propri morti, come dovrebbero poter fare tutti, vincitori e vinti.

In quei giorni inizio` la pulizia etnica a Trieste e dintorni, invasa dai massacratori titini con la benedizione di Togliatti, fedele esecutore degli ordini di Stalin. Migliaia di Italiani furono gettati nelle foibe, anche vivi. C'e` un posto a Trieste, la Risiera di San Saba, dove la popolazione ebrea venne massacrata dai criminali nazisti in nome di un'altra pulizia etnica.

Forse c'e` poco da festeggiare il 25 aprile, e molto da meditare.

Forse anche noi che siamo stati vittime, complici ed anche esecutori di incredibili massacri, quel giorno potremmo non mettere gli abiti della festa e limitarci ad ascoltare le campane che ricordano i morti, tutti i morti, come fanno quelle nazioni che piu` di noi avrebbero il diritto di festeggiare.

A cinquant'anni dalla vittoria nella Prima Guerra Mondiale, ultima guerra di liberazione risorgimentale, si decise di non festeggiare piu` l'anniversario della Vittoria, che venne sostituito con la Festa delle Forze Armate.

Oggi, a piu` di 55 anni da quel 25 Aprile, questo giorno potrebbe essere il giorno dedicato al ricordo di tutte la vittime, il giorno dedicato agli orrori derivanti da ideologie totalitarie, potrebbe anche essere il giorno della pacificazione e del perdono fra gli Italiani.

Abbiamo perdonato gli Europei che ci hanno massacrato per secoli a regolari intervalli, fremiamo commossi per la nuova Europa che ci rendera` tutti fratelli, siamo il Paese del perdonismo a tutto campo, potremmo forse provare a perdonare i protagonisti di quei lontani giorni.

San Saba e le Foibe, due pulizie etniche, due episodi che ricordano due ideologie criminali, forse piu` simili di quanto si possa immaginare, e troppi distinguo.

Forse il Presidente della Repubblica ha ragione, eppure questa volta abbiamo grosse difficolta` a capirlo.

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