ELOGIO DELLA PAZIENZA

di Tito Livio

La pazienza � la qualit� di chi sopporta serenamente avversit�, molestie, contrattempi spiacevoli.

La Storia ce ne mostra esempi illuminanti. A cominciare dal biblico Giobbe, che della pazienza � diventato il simbolo per antonomasia.

Ricco cinquantenne, timorato del Signore, con una numerosa e affettuosa famiglia, servito e riverito, era l'immagine dell'uomo sereno e felice. Incrollabilmente fermo nella fede del Signore, fu messo da Questi alla prova con una serie spaventosa di disgrazie, tra cui la morte di tutti i sette figli, la distruzione di tutti i suoi beni, piaghe e malattie orribili.

Non ostante tutto ci�, la sua fede rimase immutata e mai si lasci� andare a reazioni inconsulte contro il Signore o coloro che gli suggerivano di farlo. La suapazienza fu naturalmente premiata: visse fino a centoquaranta anni, ebbe altri sette figli e ricostitu� tutta la perduta agiatezza.

Altro celebre esempio di pazienza ci � stato tramandato da Cicerone, che nel 63 a.C. pronunci� l'imperituro "Usque tandem, Catilinae, abutere patientia nostra?".

Si trattava, come noto, dell'invettiva pronunciata in Senato dal console Cicerone contro Lucio Sergio Catilina, accusato di aver organizzato una congiura per impadronirsi del Governo di Roma, dopo essere stato battuto nell'elezione a Console. Non potendo negare la realt�, Catilina si vide costretto a lasciare precipitosamente Roma, mentre gli altri congiurati -non sostenuti, come speravano, dal popolo- finirono arrestati e strangolati nel carcere Mamertino.

Non ancora soddisfatto della "pazienza" dei Romani, Catilina prov� dall'estero ad organizzare un esercito per ribaltare con la forza le Istituzioni della Repubblica e, manco a dirlo, si rifugi� in Francia (che gi� allora evidentemente, anche se si chiamava solo Gallia Transalpina, costituiva il punto d'approdo degli esuli italiani), chiedendo aiuto allo straniero (nella circostanza i Galli Allobrogi).

Purtroppo per lui, la pazienza di Cicerone e dei Romani era giunta al fatidico limite e la storia di Catilina fin� miseramente a fil di spada.

Pazienza per pazienza, occorre forse aggiungere che Catilina continua ancora oggi a mettere a dura prova la pazienza di tanti studenti di Latino, ma questa � un'altra storia.

Molta pazienza aveva gi� dimostrato il Senato romano dieci anni prima, quando la rivolta degli schiavi nel 78 a.C., guidata da Spartacus, port� alla costituzione di una banda di settantamila uomini nella zona del Vesuvio.

Forse perch� Spartacus intendeva inizialmente portare i suoi oltre le Alpi per riacquisire una definitiva libert�, forse perch� ne sottovalutava la consistenza, fatto sta che il Senato lasci� fare questi uomini per diversi anni, mandando contro di loro piccole milizie che venivano regolarmente sconfitte.

Imbaldanziti da questa libert� d'azione, i settantamila ex-schiavi iniziarono a compiere saccheggi anche in territori pi� direttamente controllati da Roma, non rendendosi conto di passare, cos� facendo, quel limite che tradizionalmente si associa alla pazienza. Infatti, avendone le scatole piene, il Senato si decise alla fine ad approntare un esercito di quarantamila uomini che, nel 71 a.C. pose fine all'avventura uccidendo in battaglia quasi tutti i ribelli. Se ne salvarono (purtroppo per loro) solo seimila, che furono uno dopo l'altro crocefissi e bruciati vivi lungo la Via Appia, tanto da illuminarla a giorno per vari mesi.

Facendo un salto di duemila anni, giungiamo finalmente ai nostri giorni, per scoprire come curiosamente certi esempi attuali di pazienza ci ricordino tanto da vicino quelli di allora.

Prendete Andreotti. Politico di chiara fama, rispettato in Italia e all'estero, un pezzo di Storia italiana (indipendentemente dal fatto che avremmo personalmente preferito una Storia diversa), improvvisamente viene messo sotto tortura -siamo nel '92- da magistrati che si ergono a Giudici Supremi, con tutta una serie di prove (prove?) che avrebbero stroncato tutto e tutti, ridicolo compreso.

Eppure lui, zio Giulio, rinuncia alle invettive, si arma di pazienza, dichiara la sua fede totale nella Giustizia, sia divina che umana, brucia dieci anni della sua vita, ma ne esce vittorioso (e siamo curiosi di vedere, anche nel nostro interesse, se sar� compensato anche lui, come Giobbe, con 140 anni di vita).

Quanto ai giovani magistrati che tignosamente chiedono di riaprire il tormentone, con un nuovo processo d'appello, beh, anche il Senato romano, nel 71 a.C. alla fine ne ebbe le scatole piene...

Se al nome di Andreotti sostituite quello di Berlusconi, l'equazione, come noto, non cambia.

Prendete poi la Sinistra italiana. Avendo perduto il Potere con le elezioni del 2001, invece di partecipare al normale gioco democratico, non si d� per vinta e cerca di organizzare ogni possibile congiura per scalzare il legittimo Governo di Roma.

Per arrivare ad un ipotetico ribaltone, ogni mezzo sembra buono, dall'uso delle solite toghe (un po' sdrucite per la verit� dal troppo uso), alle manifestazioni di piazza, agli scioperi dei pensionati, all'attivit� di agit-pop massmediatici e... ai girotondi!

In tutto questo fervore anti-istituzionale, i "congiurati" godono della pi� ampia libert�, visto che le Istituzioni stanno mostrando una tolleranza ed una pazienza difficili da riscontrare in altri Paesi, siano essi democrazie o, a fortiori, regimi tirannici.

Purtroppo per loro, il seguito popolare che hanno non � sufficiente a scardinare le Istituzioni liberamente elette, e cos� vanno a cercare aiuti esterni: indovinate dove? Ma in Francia naturalmente, dove trombe, tromboni, trombette e trombati italiani si danno convegno per sputare sul Bel Paese e arruolare truppe mercenarie per un'improbabile riscossa.

Contando magari anche sull'appoggio di congiurati interni alle Istituzioni, come certi direttori della RAI o certi direttori di Istituti Italiani di Cultura all'estero, che si vantano di spernacchiare le Istituzioni che essi stessi rappresentano, e da cui sono stipendiati.

Naturalmente i tempi sono cambiati, e non ci sar� nessun Cicerone a gridare un "Usque tandem...", ma non crediamo che i congiurati possano illudersi sulla possibilit� di allungare a dismisura i pur elastici limiti della "patientia nostra", come si dedurrebbe dal fatto che finalmente i suddetti direttori sono stati chiamati a rendere conto di certe loro attivit�.

Ovviamente non verranno strangolati nel carcere Mamertino, come i congiurati di Catilina: ci baster� che vadano fuori dalle scatole, magari a fare i girotondi intorno alle Sedi che furono teatro delle loro epiche gesta, purch� lo facciano a spese loro e non con i 300.000 euro annui dello stipendio statale.

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