"THE ECONOMIST": THE NEW PRAVDA

di Monello

A pochi giorni dalla fine della campagna elettorale non potevano mancare le solite calunnie contro Berlusconi, contro l'Italia e gli Italiani, da parte del solito settimanale inglese. Durante la campagna del 1994 il corrispondente da Roma con il compito di gettar fango sul nostro paese si chiamava Tana de Zulueta che oggi, guarda caso, e' deputata per il partito degli ex-comunisti.

E` probabile che anche oggi il calunniatore da Roma sia un altro italiano, o piu' semplicemente, per risparmiar soldi, il settimanale caro ai grossi finanzieri e speculatori internazionali della City avra` attinto direttamente da qualcuno dei vari libercoli antiberlusconiani. Quello che piu` colpisce e` il fatto che con tutto quello che c'e` da grufolare a casa loro, questi impenitenti ipocriti debbano venire a rovistare tra la spazzatura di casa nostra.

Ad esempio, per citare un fatto recente, il famoso settimanale avrebbe potuto aprire una bella inchiesta sul perche` ed il percome qualche loro connazionale sia riuscito ad infettare mezzo mondo con la carne avariata, giurando nel contempo che la " British beef is the best in the world". Sarebbe una bella inchiesta sull'eventuale faciloneria ed irresponsabilita` della sanita` inglese. Una bella inchiesta sul perche` per anni sono stati difesi i fabbricanti ed i commercianti di farine animali. Per chi non lo ricordasse, di mucca pazza in Inghilterra se n'e` cominciato a parlare nel lontano 1985.

Ma visto che stiamo parlando del paese che e' diventato grande praticando la pirateria, che fino a 150 anni fa discriminava fra cattolici e protestanti, praticava di fatto la schiavitu`, sfruttava mezzo mondo ed ancora oggi pratica la discriminazione ed il classismo nelle proprie scuole, nessuna meraviglia che il mestiere dove meglio eccelle sia quello di dare lezioni di democrazia.

Spero che mi si perdoni di aver voluto ricordare polemicamente alcune verita` storiche, visto anche che nessun paese europeo puo` vantare una storia limpida, ma e` pur vero che, fra tutti i popoli, solo gli inglesi cercano, ipocritamente, di convincere gli altri di essere gli unici giusti e democratici. E` comprensibile quindi che i giornali di una nazione cos� arrogante non riescano a sfuggire alla tentazione di ficcare il naso negli affari di un altro paese. Pero` ci possono essere anche altri motivi, considerando che si tratta sempre di un giornale dell'alta finanza e che l'impero economico di Berlusconi potrebbe essere sul punto di essere venduto. Infatti, con la scusa di voler difendere la democrazia italiana, il settimanale ha sferrato un pesantissimo attacco contro la Fininvest che infatti si e` trovata costretta a sporgere querela.

Qualunque sia il motivo resta il fatto che lo stile dei due articoli su Berlusconi non e` molto diverso da quello che usava la Pravda ("Verit�" in russo) per calunniare coloro che il partito aveva deciso di condannare: e` quindi piu` che appropriato parlare di spazzatura giornalistica. Nello stesso tempo dobbiamo pur dire che alla fine si tratta sempre del diritto di quel giornale come di qualsiasi altro di esprimere le proprie opinioni, anche se in questo caso si tratta di vere e proprie calunnie, che si spera vengano risolte in sede giudiziaria.

Qui vogliamo invece mettere in evidenza che si tratta di una pesante interferenza nelle elezioni di un altro paese, ne` si possono ignorare i soliti e beceri luoghi comuni sugli Italiani, che suonano oltremodo offensivi. Scrive infatti il settimanale che gli Italiani accettano Berlusconi perch�, come insegna la loro storia, sono abituati da tempo alla corruzione, cosiccome son abituati ad avere poco rispetto per la legge, le istituzioni e le corti di Giustizia. In altre parole un popolo di potenziali criminali puo` solo scegliere uno simile a loro come Capo di Governo.

La nostra condanna quindi non va all'Economist, di cui sinceramente non ce ne importa niente, va invece a quegli italiani (o antiitaliani) calabrache di fronte alle offese straniere, pronti a bere ogni frescaccia che viene d'oltralpe. Di fronte ad una tale ingerenza nei nostri affari, di fronte a cos� palesi offese nei confronti degli Italiani, ci saremmo aspettati un coro unanime di proteste contro la spazzatura di quel settimanale. Invece siamo stati costretti ad assistere al solito, direi storico, coro di ringraziamento per lo straniero che ci tira fango.

Ed ecco quindi la gara fra i vari Cretinetti e Maramaldi che formano le truppe ausiliarie della Grande Quercia, ad elogiare quel settimanale che finalmente apre gli occhi a quegli ingenui degli Italiani. Uniche voci libere in un coro di servi sono state quelle di Andreotti, del Presidente Cossiga, e del Presidente Violante. Quest'ultimo, va detto a suo onore, ha voluto sottolineare, come e` ovvio, che saranno gli Italiani ad eleggere il Capo del Governo e non "The Economist". Indubbiamente molti personaggi dell'Ulivo sono gli eredi morali di quegli Italiani che nel corso della storia fecero sistematicamente ricorso alle potenze straniere per risolvere le loro dispute.

Questi personaggi hanno finalmente ritrovato nel " The Economist", la Nuova Pravda, di cui indubbiamente sentivano terribilmente la mancanza.

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