NON ABBIAMO FATTO SCHIFO!

di Tito Livio

Uno degli ultimi film di Mastroianni si intitolava "Stanno tutti bene". Marcello interpretava il ruolo dell'anziano padre siciliano che, parlando idealmente con la moglie defunta, decide di fare per la prima volta un viaggio nel Continente, ove abitano i suoi quattro figli, per rendersi personalmente conto del successo che questi hanno raggiunto. Tutti e quattro infatti "stanno bene", avendo raggiunto alti traguardi sociali, chi onorevole, chi nell'orchestra della Scala, chi professore, chi top-model, almeno stando a quello che hanno sempre sostenuto.

In realtà, non ostante i tentativi di mascherare al padre le loro vere situazioni, questi si rende conto alla fine della verità: sono tutti dei falliti, uno addirittura si è suicidato, gli altri conducono una vita di stenti e di umiliazioni. Ma Marcello fa buon viso a cattiva sorte, finge di stare al gioco e, tornato sulla tomba della moglie, la rassicura: "Stanno tutti bene, proprio bene, dovresti vedere...!"

Questo film malinconico ci è tornato in mente ascoltando il Presidente del Consiglio Giuliano Amato, che la settimana scorsa ha esclamato in una pubblica manifestazione: "Non abbiamo fatto schifo!". Con questa frase Amato intendeva esprimere la sua accorata meraviglia per il fatto che più d'uno nel Gotha del centrosinistra pensi di sbarazzarsi di lui nella scelta del candidato premier alle prossime elezioni.

"Come possono -deve aver pensato- mettermi da parte dopo i successi ottenuti da me e dal mio Governo? Mica abbiamo fatto schifo!?"

In effetti deve essere dura, poveretto, essere trattato come un Burlando qualsiasi, o un Prodi, una Turco, una Jervolino, un D'Alema, una Bindi, un Berlinguer qualsiasi (e ci scusiamo con quelli non citati), messi da parte dalla sera alla mattina, non ostante i "successi" da essi stessi ripetutamente conclamati.

Evidentemente il prof. Amato ritiene (giustamente) che l'azione di Governo dei suddetti colleghi abbia fatto parecchio schifo, e che debba considerarsi una fortuna per l'Italia poter disporre ora di lui, novello Cincinnato, sempre disponibile a raddrizzare le sorti della Patria per poi mettersi da parte. Almeno fin'ora, perché adesso deve essersi stancato di mettersi da parte e vorrebbe essere ricompensato per i suoi successi, rimanendo sulla scena.

Ora, fare una carrellata dei successi del professore è impresa quanto mai ardua, almeno quanto quella del vecchio padre del film che, in vecchiaia, per la prima volta intraprende un viaggio in treno, per toccare con mano i successi dei figli.

L'ultimo successo, in ordine di tempo, riguarda la bilancia commerciale italiana, andata in negativo dopo tempi immemorabili, a testimoniare come l'export italiano, cioé la competitività delle nostre aziende, sia colata a picco. Il che rende giustizia anche all'altro grande successo economico, enfatizzato nel corso dell'estate, quello dell'aumento, anzi del boom, dei ricavi dell'industria: dietro l'apparente successo si nascondeva non un aumento delle vendite, ma semplicemente una riduzione delle spese dovuta al drammatico stop degli investimenti per mancanza di ordini.

Un altro successo (dipende dai punti di vista) per Amato è sicuramente quello di continuare a lucrare sugli aumenti del prezzo della benzina ove -perdonate la nostra ingenuità- non riusciamo a capire perché lo Stato debba aggiungere le sue imposte agli aumenti degli Arabi. Italiani cornuti (dagli sceicchi) e mazziati (dal Governo), insomma, tanto per cambiare.

E mazziati pure da quell'illustre predecessore che è il prof. Prodi, che ritiene inopportuno che i Governi europei riducano le tasse sulla benzina perché, così facendo "se ne favorirebbe il consumo, facendo il gioco dei produttori"! Sentenza storica, ben inserita nel filone di quelle formulate nelle dorate consulenze di Nomisma alle Ferrovie ("La gente prende più volentieri il treno se abita vicino alla stazione").

Altro capolavoro di finezza -non per niente lo chiamano il "dottor Sottile"- è stata la distinzione tra "licenza" e "concessione", con la quale il Governo ha violato la Legge Maccanico, quella che impedisce concentrazioni tra emittenza televisiva e telefonia, fatta su misura e promulgata a suo tempo per limitare, come al solito, le attività imprenditoriali della Fininvest. Questa volta (acquisizione SEAT-Tin.it-Telemontecarlo), trattandosi di "amici" necessari per mantenersi a galla, il Premier ed il suo Governo non hanno avuto imbarazzi: "Se la legge è di ostacolo, la cambiamo!".

Incidente di percorso? Piccolo neo in una politica cristallina? Neanche per sogno. E' solo una delle manifestazioni del sovietico disprezzo in cui questa classe dirigente tiene la legalità democratica. Infatti: temono di perdere le elezioni alla scadenza normale della legislatura? Nessun imbarazzo, si allunga la durata della stessa, cosa mai pensata in cinquant'anni di democrazia (cristiana).

Cincinnato fermò gli Equi che marciavano su Roma. Degno emulo, il prof. Amato (col suo Ministro degli Esteri, Dini) ha tentato di fermare gli Austriaci, invitando per iscritto il loro Governo ad impedire le discese di Haider nel Triveneto. La nota diplomatica è finita sui giornali ed il Governo Italiano ha fatto l'ennesima figura da peracottaro (degno emulo, più che di Cincinnato, del solito prof. Prodi, che fu ridicolizzato quando tentò di convincere Aznar a boicottare insieme l'Euro -detto tra noi, magari per l'Italia se ci fosse riuscito-).

Sul fronte dell'immigrazione clandestina e della criminalità, purtroppo il prof. Amato non può vantare altrettanti successi. Lo splendore dei successi dei suoi predecessori è tale che, obiettivamente, non si potrebbe fare di meglio, ed egli infatti non ci prova nemmeno, lasciando che tutto proceda come prima. In compenso, dalle segrete stanze del Viminale (Ministero dell'Interno) escono estemporanee e vanitose dichiarazioni sulle azioni investigative di polizia e magistrati, vanificando anni di inchieste proprio mentre queste stanno per concludersi.

Quella della vanagloria e del chiacchiericcio sembra essere peraltro una caratteristica di questo Governo e del suo leader, a cominciare dalle inutili ed inconcludenti affermazioni sul "Gay Pride" a Roma, che hanno scontentato sia i gay che i papisti, per finire con il fantomatico rimborso fiscale, che sta provocando l'ennesima guerra di dichiarazioni, fondate sull'aria fritta. Per non parlare delle ultimissime sconclusionate esternazioni sul favoreggiamento della prostituzione.

Conoscendo l'alta considerazione che il prof. Amato ha di se stesso, riteniamo comunque che l'elogio della sua opera non si limitasse al presente, ma si riferisse anche al suo illustre passato.

Non vogliamo ricordare infatti il brillante risanamento di un "improvviso" buco da 30.000 miliardi nelle casse dello Stato, effettuato nel giro di una sola notte estiva, col prelievo forzoso del 6 per mille dai risparmi degli italiani? O la difesa della lira, inutilmente costata decine di migliaia di miliardi, e per i cui dettagli rimandiamo all'interessante libro di Geronimo "Strettamente confidenziale" (Mondadori, 2000)?

Tuttavia il successo più eclatante del prof. Amato è stato senza dubbio l'essere uscito completamente vergine, indenne e pulito (anzi, non esserci mai entrato) dalle tante inchieste giudiziarie che, col fatto delle mani pulite, hanno distrutto il Partito Socialista Italiano e portato Craxi a morire in esilio. Successo di cui non possiamo non dargli atto, anche se resta, per la verità, un piccolo dilemma.

Se i socialisti erano così corrotti da prendere tangenti a destra e a manca per il partito, per sé, per le proprie campagne elettorali, come mai il N.2 del partito e braccio destro di Craxi per tanti anni, nonché autorevole esponente dei governi socialisti di allora, non si è mai accorto di niente e, unico nel suo genere, si è autofinanziato le campagne elettorali?

Oppure non è vero quello che ci hanno fatto credere in questi anni su Craxi ed i socialisti, ed allora ci sorprende che il nostro professore non abbia mai fatto sentire la sua voce in difesa del passato suo e del suo leader, il cui "puzzo" doveva evidentemente essere tale da tenerlo lontano anche il giorno dei funerali ad Hammamet.

Lasciamo comunque questi futili dubbi, ben poca cosa di fronte ai successi a tutto campo del professore e del suo Governo, e guardiamo avanti.

"Stanno tutti bene, proprio bene...", riferisce Mastrioianni alla moglie al termine del film, di ritorno dal viaggio di verifica delle condizioni di vita dei figli, per non disilluderla con la ben più triste verità, e lasciarla riposare in pace.

E anche noi Italiani stiamo bene, proprio bene. "Non abbiamo fatto schifo!" ci ha detto infatti il Presidente del Consiglio, al termine della ricognizione sulle sue recenti brillanti attività. E noi ne prendiamo atto, gli rinnoviamo la nostra (cieca) fiducia, e riposiamo in pace.

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