CATTIVI PENSIERI

di Monello

La Giustizia Italiana e' lenta ed inefficiente. Sono infatti sei anni che tentano d'incastrare il Capo dell'Opposizione e ancora non ci sono riusciti. Dovrebbero prendere esempio dall'Inquisizione o dalla Giustizia Sovietica. Sotto quei regimi per i rappresentanti dell'opposizione non c'era scampo.

Data l'inefficienza e la lentezza della macchina della Giustizia, con le conseguenti sempre piu' numerose censure da parte della Corte Europea di Giustizia, alcuni hanno proposto di rendere esecutiva la sentenza (ovvero mandare in galera, nei casi piu' gravi), dopo il primo grado.

Le statistiche dicono che in piu' del 50% dei casi, l'appello va a modificare la sentenza di primo grado. Per non parlare poi del giudizio della Cassazione, anch'esso molte volte in contrapposizione ai primi due. Insomma, avere a che fare con la Giustizia in Italia e' un po' come giocare a dadi. Allora mi permetto di presentare una proposta piu' semplice, che e' anche in linea con lo spirito lotteristico che gli stimatissimi governi dell'Ulivo & C. hanno imposto al paese.

In pratica, invece di perder tempo in inutili indagini, una volta che il PM si sia formato, sulla base delle sue intuizioni o convizioni politiche o sociali o anche della sua educazione, un giudizio sull'indagato, si procederebbe immediatamnte, in presenza di un collegio giudicante togato, al lancio di una monetina, dopo essersi assicurati, naturalmente, dell'assenza dell'onorevole Castagnetti. Croce in galera, testa libero.

Probabilmente, statisticamente si arriverebbe allo stesso risultato che si sarebbe ottenuto con il ricorso ai tre gradi di giudizio, ma con un notevole risparmio in termini di tempo e denaro. Inoltre nel caso di personaggi politici scomodi, ma solo in casi eccezionali, dovrebbe essere anche lecito, previo accordo con i massimi vertici dell'apparato industriale e finanziario, e sempre per il Bene Supremo del Paese, il ricorso a monetine truccate. In generale poi, il lancio delle monetine, sempre da effettuare rigorosamente in assenza di parlamentari del PPI, potrebbe anche essere abbinato ad una lotteria nazionale, con notevole ulteriore beneficio per le casse dello Stato.

Non e' serio? Ma perche' e' forse serio, nelle attuali condizioni della Giustizia, proporre di mandare qualcuno in galera dopo una sentenza di primo grado?

Sembra che per fare il processo a Craxi siano stati impiegati pochi mesi fra primo, secondo e terzo grado. Anche per rifarne uno allo stesso, che era stato annullato dalla Cassazione, ci sono voluti pochi giorni. Invece per fare un processo d'appello ad un gruppo di mafiosi pluriomicidi, gia' pesantemente condannati, si impiegano vari anni, fino a far scadere i termini con conseguente liberazione degli imputati. Nessuno mette in dubbio che alcuni politici scomodi siano ben piu' pericolosi di alcuni criminali pluriomicidi.

Pur comprendendo, ben interpretando lo spirito buonista veltronianulivista, che il piu' delle volte un povero criminale possa essere spinto a compiere delle nefandezze suo malgrado, da una societa' borghese fascista, iniqua ed egoista, ciononostante, secondo noi, il caso meriterebbe lo stesso una piu' attenta analisi da parte degli organi di stampa, il cui compito, dovrebbe essere quello di difendere la liberta' e denunciare le insufficienze della societa' o del governo. I media invece, dopo aver gridato per un giorno allo scandalo, preferiscono dimenticare il tutto, senza indagare troppo a fondo..

In generale i media sono molto piu' interessati al conflitto d'interessi e a rendersi benemeriti verso chi conta, promuovendo l'eliminazione politica, magari per via giudiziaria, degli avversari del sistema.

Quando la lira era debole e correva frequenti pericoli di svalutazione, i nostri economisti, almeno quelli progressisti catto-azionisti-social-terzomondisti, insomma in generale quelli al servizio dei Grandi Padroni, si stracciavano le vesti e, lanciando strazianti lai, si cospargevano il capo di ceneri. Siamo voluti entrare in Europa a prezzo di enormi sacrifici, che ancora continuano, ed al prezzo di aver ridotto in mutande la nostra, gia' debole, struttura economica. Cosi' la lira non avrebbe piu' svalutato e sarebbe diventata forte come il marco, ce l'hanno promesso ed assicurato Prodi, Ciampi e D'Alema.

Il marco forte, ci avevano anche detto, era segno della serieta' e dell'apprezzamento di cui godeva il sistema tedesco, cosiccome la debolezza della lira era il segno della leggerezza italica. Una volta entrati in Europa finalmente anche noi saremmo diventati virtuosi e un po' tedeschi.

Ora si da' il caso che l'Euro, in rapporto al valore che aveva alla sua nascita, sia gia' svalutato nei confronti del dollaro, fra il 15 ed il 20%. Ma Prodi da Bruxelles ci fa sapere che lui non si preoccupa, e' tranquillo. E se lui e' tranquillo noi possiamo dormire fra due guanciali. Quello che non capiamo e' perche' se la lira od il marco svalutano e' una tragedia, mentre e' un bene se la stessa cosa accade all'Euro.

Ci dicono che per per il mercato interno europeo non cambia nulla. Il che non e' vero, non fosse altro per l'aumento dell'inflazione, considerando che meta' del commercio europeo avviene in dollari e che le materie prime sono pagate in dollari. Quando l'Italia non era nell' Euro, si svalutava nei confronti del marco ed era stabile nei confronti del dollaro, ed il risultato grosso modo si bilanciava. Eppure in quei tempi si piangeva per la debolezza della lira. Oggi ci dicono che possiamo dormire tranquilli, tutto e' sotto controllo, bastera' eventualmente aumentare un po' il tasso di sconto che, quando era alto e l'Italia non era nell'Euro, provocava terribili mal di pancia ai nostri Sommi Professori. Ora sembra che un tasso alto sia un toccasana miracoloso.

Vacci a capire qualcosa. Ma questa e' l'economia, una scienza misterica che solo alcuni possono capire. Per fortuna noi abbiamo Prodi, Ciampi ed Amato.

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