LA LEZIONE DELLE EUROPEE:
IL BIPOLARISMO NEI FATTI

di Eros Capostagno

L'esigenza di introdurre in Italia un sistema politico basato su due schieramenti, chiaramente identificabili da programmi e metodi diversi, nacque in taluni dalla constatazione dei danni provocati dalla pratica del "consociativismo" che aveva caratterizzato gli ultimi vent'anni del sistema.

Tutto cominci� quando i maggiorenti della DC, viste le ferite che una guerra perduta inevitabilmente lascia, decisero che non fosse pi� il caso di rischiare sconfitte in campo aperto, dopo quella subita nello scontro sul divorzio ( e pi� tardi sull'aborto). Pensarono quindi che l'unica soluzione per evitare futuri conflitti fosse quella di associare al Potere l'opposizione, il PCI. Ovviamente, per poter soddisfare gli appetiti ideologici e pratici di tutti, fu necessario creare Enti che fornissero non solo poltrone sufficienti alle chiappe sempre pi� numerose, ma soprattutto il paravento dietro il quale e tramite il quale, procurarsi i finanziamenti per le proprie attivit�.

Si svilupp� quindi il festival delle "leggi di spesa" che, approvate da tutto lo schieramento consociativo, hanno portato al colossale debito pubblico italiano, e la sagra delle tangenti. Scenario sul quale � inutile dilungarsi, essendo ormai tristemente noto (tranne che ad alcuni magistrati). Debito pubblico, disoccupazione, deindustrializzazione dell'Italia e del mezzogiorno in particolare, immoralit� della Pubblica Amministrazione, sbracamento del Paese e criminalit� dilagante, ne sono alcune delle odierne conseguenze.

Il desiderio della "gente comune" di rompere la cappa asfissiante di quel sistema, port� nel '94 al successo dei partiti e movimenti di rottura quali erano, o sembravano essere, la Lega, Forza Italia ed Alleanza Nazionale.

Quella esigenza non � affatto cambiata. Anzi, i colpi di coda dei vecchi notabili che hanno restaurato l'Ancien R�gime, con l'aggravante del giro di vite stalinista sulla societ� (limitazione della libert� di espressione, oppressione fiscale, uso politico della magistratura, occupazione dello Stato,...), hanno accentuato la nausea per tutto ci� che sappia di accondiscendenza, di compromesso, di "mollezza".

I risultati delle elezioni europee parlano chiaro. Sparisce la Lega, punita dai suoi elettori per aver portato, dal giorno del ribaltone in poi, il suo carico dirompente a sostegno della restaurazione di quel sistema che voleva, a parole, distruggere.

Sale Forza Italia, che vede premiata l'intransigenza dei suoi leaders, su una linea di precisa, chiara, indiscutibile (e responsabile) opposizione. Intransigenza manifestata nell'abbandonare senza esitazione la Bicamerale, pur con la prevedibile facile accusa di "sabotaggio delle riforme", appena resisi conto della malafede della maggioranza e dell'immagine di "inciucio" che ne emanava presso l'opinione pubblica. Intransigenza e chiarezza in difesa dell'istruzione privata, posta sotto tiro dalla maggioranza statalista. Intransigenza e chiarezza sulla Sanit�, con l'attacco aperto alla riforma del ministro Bindi. Intransigenza e chiare proposte alternative sulla dissennata politica fiscale condotta in questi anni dai vari Prodi, Ciampi & Visco, che ha fatto crescere il numero di disoccupati e nuovi poveri, riducendo l'Italia allo zimbello economico d'Europa.

Intransigenza sulla riforma del sistema pensionistico. Intransigenza e guerra aperta sull'uso distorto della Magistratura, resistendo alla tentazione di ogni compromesso che magari avrebbe potuto evitare qualcuno degli ignobili attacchi subiti. Chiarezza estrema infine, alla faccia del politically correct, nell'indicare certi politicanti per quello che sono: "buoni a nulla ma capaci di tutto", senza tanti giri di parole.

Viene punita Alleanza Nazionale, si dice a causa dell'intesa con Segni, non gradita e non capita dagli elettori, e delle oziose disquisizioni sulla leadership nel Polo. Elementi che hanno senza dubbio influito, ma che mascherano, a nostro avviso, il vero problema, quello della perdita di concretezza da parte di AN e quindi, come si dice, della sua identit�.

Forse per cancellare l'immagine tradizionale di estremismo del vecchio Movimento Sociale, il partito si � spinto sul terreno melmoso del "politically correct", dove tutti i toni vengono sfumati ed i problemi concreti della vita quotidiana, quelli che impongono di fare delle scelte e di creare la contrapposizione, vengono evitati, per lasciare spazio ad argomenti anche importanti ma che agli occhi della gente comune appaiono essenzialmente "di palazzo".

Eppure c'� una vastissima area sociale che non vede attualmente rappresentate le proprie istanze, un'area tradizionalmente contigua ad AN, quell'area che ritiene prioritaria la soluzione dei problemi sociali della criminalit�, dell'ordine pubblico, dell'immigrazione.

Sapere che "ogni due minuti c'� un appartamento svaligiato", come ci ricordano certi spot pubblicitari in TV, nella pi� totale impunit�; oppure che a Napoli sentinelle dei clan camorristici presidiano i confini del territorio di loro pertinenza, aprendo il fuoco tra i passanti ed uccidendo gli appartenenti a cosche rivali non appena questi si azzardino a "sconfinare"; oppure che l'immigrazione selvaggia � stata di fatto liberalizzata dal ministro Jervolino, senza che alcuno ci dica come si mantengono tutti gli immigrati, una volta dispersi nel territorio, in un Paese di due milioni e mezzo di disoccupati e di otto milioni di poveri; oppure sapere che in due notti sono sbarcati 500 profughi di "etnia rom" (che significa "zingari", ma guai ad usare questo termine) e che altri 10.000 stanno per fare altrettanto, senza che nel frattempo alcuno si preoccupi di eliminare la cronica piaga degli zingari che infestano tante citt� con la loro precisa ripartizione di compiti (bambini/borseggio, donne/accattonaggio e furti negli appartamenti, uomini/sorveglianza a distanza e colpi pi� importanti); sapere che quelli che la TV ci propone come "volontari" nei centri di accoglienza dei profughi, spesso altri non sono che impiegati della Pubblica Amministrazione, autorizzati a lasciare le loro scrivanie (& pratiche ammucchiate), per andare a fare qualche cosa "di diverso" dalla polverosa routine...

Ecco, questo scampolo di problemi angoscia l'esistenza quotidiana del popolo italiano, buona parte del quale vorrebbe veder rappresentate le sue sacrosante richieste di soluzioni urgenti ed adeguate. Eppure nessuno nel Polo ha il coraggio di schierarsi, di affrontare concretamente questi argomenti proponendo soluzioni, anche drastiche se occorre. E' ovvio che chi lo facesse si troverebbe contro i soliti ambienti del cattocomunismo, del pauperismo, dell'emarginazione centrosociale, del sindacalismo..., ma siamo proprio sicuri che non convenga (anche elettoralmente) schierarsi "contro" questi ambienti?

O non sar� che si teme, nell'affrontare questi argomenti, di farsi dare del "politically incorrect" da un Mussi o da un Veltroni...?

Non incalzare la maggioranza su questi temi, � un po' come lasciarsi andare al consociativismo d'antan: meglio accordarsi tacitamente piuttosto che imbarcarsi in una guerra dove si pu� vincere s�, ma si pu� rischiare anche di lasciarci le penne. Le conseguenze di questo modo di fare le abbiamo gi� ricordate. Oltretutto non sono neanche valse a salvare la DC ed il PSI|

Cos� come avremmo voluto che il Polo sostenesse Antonio Martino, invece di emarginarlo con malcelato imbarazzo nel suo (Euro)scetticismo, mentre Prodi, Ciampi & Visco distruggevano l'economia italiana pur di entrare nel primo gruppo dell'Euro, unicamente per motivi di immagine personale. Cosa significasse (e purtroppo significa) entrare nella moneta unica con un'economia ed un'industria a pezzi, lo abbiamo detto e ripetuto tante volte su questa rivista, ed � ovvio che anche i dirigenti del Polo se ne rendessero bene conto. Oltretutto c'era l'esempio della Gran Bretagna che, pur rispettando i criteri di Maastricht e con una crescita economica oltre il 5% annuo, si riservava di entrare nell'EURO solo quando le condizioni globali del Paese garantissero l'assenza di contraccolpi.

Eppure, la paura di remare controcorrente, contro l'euforica propaganda mass-mediatica dell'Ulivo, la paura di restare dalla parte degli emarginati "se la cosa avesse poi funzionato davvero (non si sa mai...)", impedirono al Polo di prendere una posizione critica, creando di fatto una situazione di dannoso (per il paese) consociativismo col Governo di allora, e mancando una buona occasione di identificazione politica.

Comunque, quello che � stato, � stato, pensiamo al futuro. La situazione politica � cambiata. I post-comunisti al potere hanno fatto le loro prove fallimentari e si avviano anche in Italia al loro inevitabile declino, i gruppuscoli che compongono questa specie di Governicchio sono allo sbaraglio: non c'� (pi�) motivo per le forze del Polo di rinunciare alla propria identit� ed al coraggio delle proprie idee per pavidit� o per opportunismo politico, tanto pi� che gli Italiani sembrano finalmente premiare la sostanza pi� che l'ideologia o il clientelismo.

Con FI, CCD ed AN, ognuno chiaramente collocato nel proprio settore di competenza, questa volta il Polo ha davvero la possibilit� storica di dar vita alla Seconda Repubblica, facendo quello che riusc� a Reagan negli USA ed alla Tatcher in Gran Bretagna. Occorre per� pensare da statisti e non da funzionari di partito.

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