SCONCERTI

di Tito Livio

Ci siamo talmente tante volte occupati delle disfunzioni e delle stranezze della magistratura italiana, che siamo noi stessi increduli di come ci si possa ancora sorprendere di certi exploits.

Ci riferiamo alla recentissima decisione di far riesumare la salma di Roberto Calvi, a distanza di sedici anni dalla sua misteriosa morte sotto il ponte di non-sappiamo-quali Frati a Londra. Come si ricorder�, le perizie e controperizie fatte a suo tempo a cadavere caldo, non permisero di decidere tra l'ipotesi di suicidio e quella di omicidio.

Pare adesso che il magistrato di turno abbia rilevato incongruenze su quelle perizie, decidendo pertanto di farne effettuare una nuova. Il nostro magistrato avr� sicuramente dei validi motivi, non vogliamo dubitarne, cos� come siamo sicuri che i nuovi periti sapranno fare un'ottima perizia, magari servendosi di tecniche nuovissime.

Quello che ci lascia perplessi � per� l'oggetto stesso della perizia. Non siamo esperti necrofori (ci sia consentita una grattatina) ma..., quali nuove tracce il magistrato pensa di poter trovare su poveri resti dopo sedici anni, questo ce lo dovrebbe proprio spiegare. A meno che egli non pensi che il povero Calvi sia avviato verso la beatificazione, per la quale una delle condizioni � infatti la perfetta conservazione del corpo...

Sconcertati? Ma no, in fondo c'� stato di meglio, come il magistrato che quest'anno ha fatto fare una perizia sulle ossa polverose di Enrico Mattei, mitico presidente dell'ENI, pi� di trent'anni dopo la sua morte, per scoprire eventuali tracce di esplosivo. Non ricordiamo i risultati di questa perizia, ma sicuramente devono aver finalmente dischiuso illuminanti orizzonti nella storia del Paese.

Per non parlare dell'altro volume della stessa collana "Orizzonti d'Italia", quello di Lady Golpe, che riusc� a convincere il magistrato a far disseppellire in Spagna, mediante rogatoria internazionale, un ex terrorista italiano morto quindici anni prima in un incidente stradale: secondo l'avvenente signora, si sarebbe trattato di finta morte, per coprire un terrorista ricercato, in realt� vivo e vegeto in chiss� quale Paese.

Meno brillanti saranno probabilmente gli orizzonti di quei poveri cristi che si vedono rinviare di tre anni in tre anni, senza fine, le loro cause civili, perch� i magistrati incaricati sono oberati di lavoro.

Altro exploit dell'affare Calvi � lo scoprire che lo stesso magistrato ha finalmente ordinato una perizia sulla corda con la quale il banchiere � stato trovato impiccato, dal momento che all'epoca dei fatti pare che nessuno abbia ritenuto necessario farne una!

Possibile? Non sappiamo, vorremmo per� sapere se, tra tutti i magistrati che si sono occupati dell'affare, ci sono anche dei professionisti, degli incompetenti e dei "pierini", ed eventualmente vorremmo poter associare dei nomi e dei cognomi a questi aggettivi (sostantivati).

Sulla stessa buona strada siamo anche con l'omicidio della povera Marta Russo, non tanto per l'impressione di clima da operetta che si ricava nell'ascoltare le registrazioni delle sedute del tribunale, trasmesse da radio RAI, quanto per la storia della palma.

E s�, nelle scorse settimane � venuta fuori la notizia che, durante l'ennesimo sopralluogo sui luoghi del delitto, due anni dopo, qualcuno ha notato un buco su una foglia della palma che si trova da quelle parti. Inutile dire che il magistrato di turno ha ordinato il "sequestro" di quella foglia per vedere (a due anni di distanza) se il foro pu� essere stato causato dal proiettile assassino.

Se qualche lettore pensa che stiamo per ironizzare sulle perizie e sopralluoghi svolti in questi due anni, si tranquillizzi. Ci turba solo, in questo caso, l'idea che la foglia di una pianta conservi inalterato un foro, a disposizione di futuri magistrati inquirenti: per saperne di pi�, chiederemo a nostra moglie come funziona la cosa con le foglie dei gerani sul balcone, sforacchiate ogni tanto dalle coccinelle.

Se non andiamo errati, sino a qualche decina di anni fa, le indagini erano effettuate dagli esperti della polizia giudiziaria, che ne presentava poi al magistrato incaricato i risultati finali. Venne poi, ci sembra, una qualche riforma che, nell'ottica di modernizzazione, di migliore efficienza, di Perry Maisonismo, di bla bla bla vari, sottrasse la guida delle indagini alla polizia giudiziaria per affidarla al magistrato, ritenuto evidentemente competente "per definizione", qualunque ne fosse l'et�, la competenza, l'esperienza, e da allora si va avanti cos�.

Ci si perdoni l'ardire (o l'impudenza, o l'ingenuit�): visto che si parla oggi di riformare nuovamente la Giustizia italiana (e Dio solo sa se ce n'� bisogno), non � che si potrebbe... magari... ?

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