Ricordo gli anni della Programmazione. Bisognava assolutamente programmare l'economia almeno su scala quinquennale. I cinque fatidici anni erano di derivazione realsocialista perche' nei paesi del socialismo reale (o irreale in quanto paesi dell'assurdo) la Mostruosa ( e gioiosa) Macchina dell'Economia Socialista marciava verso l'Avvenire (radioso) a forza di piani quinquennali. Da noi i soliti santoni custodi del Pensiero Unico esaltavano le meraviglie della programmazione e facevano risalire tutti i mali della nazione alla mancanza di una seria programmazione economica.
Mentre noi ci trastullavamo con queste facezie, fermi alle discussioni pseudo-accademiche, costretti a leggere continuamente articoli di fondo dove si spiegava in termini assolutamente scientifici ed inoppugnabili la ineluttabilita' della Programmazione (con la P maiuscola), il mondo andava avanti, le nuove tecnologie progredivano inesorabilmente, nuovi modi di lavorare e produrre si andavano affermando, e l'Unione Sovietica marciava verso la sua dissoluzione.
Oggi gli stessi sacerdoti che si strappavano i capelli e le vesti perche' il mondo stupidamente si ostinava a non voler adeguarsi alla realta' virtuale del Pensiero unico, dimenticata la Programmazione hanno scoperto l' Euro e la Finanza mondiale, e impenitenti, propagandano con la stessa sicumera ed arroganza di allora la nuova Religione.
Davanti ad un fallimento in genere ci si dovrebbe fermare un attimo e riflettere. Non i nostri santoni: chi e' illuminato dalla Verita', al massimo pensa che sia la Verita' a sbagliare.