VERSO IL REGIME

di Ruggero Nazareno

E' fuor di dubbio che l'Italia stia procedendo a grandi passi verso un regime illiberale. Quel che rimane da valutare e' il tipo di regime. Oltre a dover tralasciare impossibili colpi di mano militare, dobbiamo escludere anche la possibilita' di un regime totalitario basato su fondamenti espressamente ideologici. Oggi gli unici fondamenti ideologici possibili sembrano essere quelli a carattere nazional-religioso e non mi sembra proprio che l'Italia possa cadere vittima di un tale regime.

Rimane da valutare l'ipotesi di un regime che chiamero' di democrazia anticostituzionale. Un regime di democrazia anticostituzionale e' un regime che formalmente mantiene tutti gli attributi di una moderna democrazia occidentale, quali 1)libere elezioni, 2) una costituzione scritta che assicura i diritti naturali dei cittadini, quali le varie liberta', 3) una magistratura indipendente in grado di far rispettare le leggi.

Di fatto una democrazia anticostituzionale si fondera' solo su libere elezioni, tanto chiunque venga eletto la situazione non cambiera'. Per assicurare l'avvento di una democrazia anticostituzionale sara' necessario un grande conformismo dei cittadini, assicurato attraverso un' informazione conformista ed al servizio di fatto dell'�lite al potere, e una cultura delle classi dirigenti essenzialmente anti democratica.

Vorrei chiarire cosa intendo per una cultura antidemocratica. Antidemocratica e' una cultura di natura ideologica ovvero una cultura che si fonda su delle verita' indimostrabili ma credute per vere per un atto di fede. Questo e' vero sempre per i seguaci di una Chiesa quando questa non si limita ad interventi nel puro campo religioso, ma e' vero anche per i seguaci di dottrine economico sociali che si ritengono scientifiche ovvero scientificamente dimostrabili come vere.

E' chiaro che per i seguaci di tali dottrine la democrazia elettorale rimane un fatto puramente formale in quanto le decisioni di natura politico-economica non saranno piu' una conseguenza della libera scelta della maggioranza bensi saranno dettati dalla logica della dottrina. Il volere insistere su una convergenza al centro delle forze politiche e sulla piccola o nulla differenza dei programmi, significa anche voler dire che le scelte saranno obbligate.

Anche l'insistere ricorrentemente sui governi dei tecnici ha lo stesso significato, cosi' come lo screditamento delle forze piu' genuinamente politiche. Nei fatti le scelte saranno guidate da quelle elite economico-finanziare che hanno la forza ed i mezzi per controllare l'opinione pubblica ed una parte della classe politica.

A questo punto la Costituzione, che dovrebbe assicurare che le decisioni che riguardano la comunita' vengano prese nel rispetto delle liberta' fondamentali e che siano una libera scelta della volonta' della maggioranza dei cittadini, diventera' un libro vuoto. Questo sara' possibile, come abbiamo detto, grazie al conformismo dei cittadini, ma anche grazie alla complicita' di coloro che sono chiamati a controllare che la forma e lo spirito della costituzione siano rispettati.

Ma abbiamo detto che non si trattera' di un regime esplicitamente ideologico, formalmente tutto rimarra' come prima. A questo punto rimane da verificare il grado d'incostituzionalita' della realta' italiana.

In Italia le scelte economiche sono obbligate e dettate da Maastricht, o meglio da coloro che hanno interesse a seguire questa strada, le scelte sociali dipendono da una interpretazione ideologica e a senso unico del principio di solidarieta', le scelte di politica internazionale le abbiamo affidate ai nostri alleati piu' potenti.

Oltre a questo vediamo in questi giorni che la libera volonta' del Parlamento nel campo delle riforme viene esplicitamente contestata dai proclami delle associazioni dei magistrati con l'appoggio esplicito della piu' alta carica dello Stato. Allora ci si chiede come si fa a non sentirsi derubati del diritto di farsi governare dai propri rappresentanti liberamente eletti?

Come pu� un'associazione di impiegati dello stato pagati con i nostri soldi e pagati perche' facciano rispettare la legge, arrogarsi il privilegio di decidere anche quali siano le leggi buone e quali no? Come si fa a non capire che un principio fondamentale della democrazia � la separazione fra chi fa le leggi e chi le deve far rispettare?

Obbiettivamente se dobbiamo farci governare da Maastricht, dagli alleati, dalla Chiesa, dai magistrati, dalle categorie forti, dai poteri forti, e da un Capo dello Stato di parte, vien da domandarsi a cosa serve andare a votare. A questo punto lo strano e' che ci sia ancora qualcuno che possa negare che in Italia non ci sia un regime.

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