IL MOVIMENTO OPERAIO

di Tito Livio

Ci è capitato tra le mani un testo di "Letture e ricerche per la scuola media" edito dalla nota casa editrice "LA SCUOLA" nel 1977 e ristampato nel 1979, dall'illuminante titolo di "Il movimento operaio", autore tal Piero Riccabone.

Al capitolo "La resistenza al Fascismo", l'autore così scrive:
"I lavoratori non potevano riconoscersi nel regime fascista, che colpiva le più elementari libertà del cittadino...Le masse operaie fremevano e tentativi di rivolta si segnalarono anche durante gli anni dell'autoritarismo più ferreo. Tuttavia, nel clima di intimidazione e di autentico terrore che la repressione fascista aveva creato, solo alcuni riuscirono a manifestare il loro aperto dissenso, sfidando il Tribunale Speciale, istituito per la difesa dello Stato pagando spesso con la vita e l'esilio la loro testimonianza di libertà".

Ohibò! Eravamo rimasti sconvolti la settimana scorsa dall'episodio della transazione con cui si è chiuso l'affare delle trentasei querele per diffamazione presentate da DiPietro contro Il Giornale ed il suo Direttore, ed indirettamente contro l'Editore Paolo Berlusconi.
Come noto, gli avvocati di Paolo Berlusconi avevano prospettato al loro assistito la fatale realtà: o accettare la pubblicazione di un mega-articolo, teoricamente riabilitante la figura dell'ex magistrato, il giorno prima delle elezioni che lo vedevano coinvolto, e pagare altresì oltre 300 milioni di danni, oppure farsi condannare dal Tribunale a cifre da fallimento, esponendo inoltre i singoli redattori degli articoli incriminati a pene non solo pecuniarie.

Nella sconfortante situazione della giustizia italiana, è confortante sapere che ci sono sentenze già scritte: sarà per questo che è inutile separare le carriere dei PM da quelle dei giudici.

Comunque, con tutta evidenza Paolo Berlusconi non ha la stoffa di quei lavoratori dissidenti che "osarono sfidare il Tribunale Speciale", ed ha pensato bene di cedere al ricatto (chiamatelo come vi pare, se la parola non vi garba, ma sempre di quello si tratta).

Eravamo rimasti ancor più sconvolti dalla vicenda di Forattini, condannato da un Tribunale (ordinario) a 360 milioni di risarcimento al PDS, avendo affermato in una vignetta che i comunisti italiani prendevano soldi dal PCUS. Avendo poi presentato in Appello delle dichiarazioni di ex funzionari sovietici che indipendentemente confermavano l'asserito, si è visto... aumentare la pena a quasi quattrocento milioni!

Era già stato rilevato su questa rivista come il tentativo di instaurazione di un regime filocomunista nel Cile di Allende passò inizialmente per la soppressione della libertà di stampa, con la chiusura dei giornali accusati di "attività antigovernativa" e delle sedi della DC, il partito degli oppositori. Ebbene...

Ed ancora più sconvolgente, ma per il ribrezzo, ci risulta l'appiattimento della maggioranza dei giornalisti sulle veline di regime e sulla corsa alla lusinga del potente di turno: passi per i piccoli (i clientes sono sempre esistiti), ma che dire dei direttori dei maggiori quotidiani che rinunciano perfino nei pubblici dibattiti a fare domande politiche ai politici, svicolando sui risotti ed altre pregnanti amenità?

Viene voglia di rileggere certe "letture per la scuola media": "...Tuttavia, nel clima di intimidazione e di autentico terrore che la repressione...aveva creato, solo alcuni riuscirono a manifestare il loro aperto dissenso, sfidando il Tribunale Speciale, pagando spesso ....la loro testimonianza di libertà...

Quanta attualità in queste nobili parole!

Già depressi nel constatare come allora (fine anni 70) si indottrinavano gli alunni delle scuole medie con tutte le "chicche" contenute nel testo summenzionato (di cui vi renderemo edotti in un prossimo numero), eravamo ormai pronti a considerarci tra quelli che "pagarono con l'esilio la loro testimonianza di libertà", quando la lettura del capitolo successivo ci ha fermato dallo strappare il passaporto, ridandoci speranza.

Scrive infatti il soave Riccabone:
"E' vero che la demagogia fascista, in certi momenti, poté avere presa sulla parte meno consapevole della popolazione, ma non poté evitare che un nucleo sia pur esiguo di uomini preparasse l'occasione di guidare gli Italiani contro il tiranno".

Spediremo copie di questo testo a tutti i deputati del Polo che guardano a Dini strizzando l'occhio a DiPietro.

Pagina successiva

Sommario Pagina di copertina Commenti alla Redazione

Hosted by www.Geocities.ws

1