ZEUS

di Tito Livio

C'erano una volta gli Dei, che abitavano sul monte Olimpo, al di sopra di una cortina permanente di nubi che ne occultavano la vista agli uomini della Terra. Vivevano una vita tutta loro, incuranti della vita terrena, salvo intervenire, con fastidio e in genere a sproposito, quando gli uomini si rivolgevano loro con pedante insistenza, oppure quando pensavano di usare le vicende umane solo per fare dispetto a qualche loro consimile.

C'era il grande Padre Zeus, formalmente rispettato da tutti come il Capo, che viveva permanentemente assiso sul suo trono, benedicendo le iniziative che gli altri Dei gli sottoponevano per approvazione, in realt� avendole gi� decise, o ordinando loro che eseguissero quelle di sua augusta concezione.

La loro unica preoccupazione era di non urtare la sua suscettibilit�, per la quale era rinomato: in tal caso cominciava a scagliare folgori al grido di "... nd� coglio, coglio!", creando non poco scompiglio tra gli incolpevoli uomini, e un certo sollevamento di sabbia sull'Olimpo, ma che presto si ricomponeva.

Aveva anche una specie di moglie che lo accudiva e che lo rispettava come capofamiglia ma che, una volta messolo a letto, si dava da fare in tutta libert� per chiarire al mondo chi fosse il vero padrone della situazione e gestore dell'economia olimpica. L'importante era salvare le forme, altrimenti... gi� folgori!

Il Padre aveva anche una favorita, pare sua mezza figlioccia. Era nata in maniera un po' strana dalle spume del mare delle Partecipazioni statali, ed andava ripetendo(si) di essere la pi� bella e la pi� brava del reame. Zeus ne voleva fare la leader del gruppo, ma siccome non "afferrava" pienamente le situazioni, tutti gli altri se ne infischiavano di lei e continuavano a fare i fatti loro. Che lei poi diceva di aver preventivamente discusso e approvato.

Ogni tanto se ne crucciava, e andava a lamentarsene dal Padre. Questi la rassicurava con dei buffetti sulle guance, diventate poi per quello un po' cadenti, ribadendogli di considerarla la pi� bella e intelligente, e quella se ne andava ridendo giuliva e contenta.

C'era poi il messaggero degli Dei, quello che li rappresentava all'estero. Era un po' bruttino, ma parlava bene le lingue degli uomini, cosa rara tra gli Dei, e ovviamente viaggiava in continuazione. Sopportava male il suo destino di essere in sottordine, e viveva nel timore di finire dimenticato. Cos�, mentre certi suoi scudieri si occupavano a dirimere i piccoli problemi del mondo albanese, egli saltava velocissimo da una parte all'altra, senza guardare in faccia a nessuno, tranne a quelli che disponevano di telecamere.

Da questo punto di vista, aveva un concorrente temibile. Era un Dio minore, geloso della bellezza della favorita del Padre e del suo ruolo, appunto, di "favorita". Mal sopportava di dover stare alla sua ombra, lui che si riteneva il pi� intelligente ed il pi� colto di tutti, avendo sempre frequentato il locale cinema Olimpia. Cos� si dava da fare per calcare tutte le scene, anzi inventava scene da poter calcare, e da cui dispensava frasi storiche di impareggiabile saggezza.

C'erano poi i "semidei", Dei un po' secondari se vogliamo, ma che comunque bazzicavano in auto blu per l'Olimpo, sempre nel terrore di esserne un giorno sbattuti fuori.

C'era quello che viveva nel verde bucolico, passava le giornate bevendo vino e danzando sull'erba, che a fatica era riuscito a preservare dall'asfalto delle "varianti di valico", aiutato in questo da una miriade di piccoli Dei agresti, chiamati allora, secondo una terminologia futurista, traffic managers. La sera, soddisfatto, si ritirava al lume di candela, dato che odiava le diavolerie della tecnologia, e si dilettava a elaborare piani per snellire la circolazione sull'Olimpo.

C'era anche la dea della misericordia. Si dice che un giorno ebbe un'idea geniale, quella di promettere un permesso di soggiorno sull'Olimpo alle prostitute che avessero dichiarato di volerla smettere con la professione. Immaginava, la misericordiosa, schiere di prostitute nigeriane e dell'Est europeo, emigrate per fare proprio quel mestiere, o ragazzine albanesi rapite e costrette a farlo con la forza, presentarsi per ritirare il permesso e quindi cambiare mestiere.
Avrebbe, � vero, creato qualche problema di disoccupazione ai trafficanti e sfruttatori del racket della prostituzione, ma questi erano dettagli, oltretutto di competenza degli Dei preposti alla Giustizia e agli Interni.

Due Dei, questi ultimi, che tutti giuravano di aver sentito nominare, pur senza averli mai visti operare. Bench� lo disprezzassero come appartenente alla pre-mitologia, questi due avevano infatti fatto loro un celebre motto di un loro antenato: "...meglio tirare a campare che tirare le cuoia!".

C'era poi una semidea particolare, capo dei Centauri, dal corpo di cavallo e volto pi� o meno umano. Si doveva occupare di Sanit� ma, avendo i paraocchi come la sua natura imponeva, vedeva solo alcune cose, e non altre come ad es. il dilagare dell'Epatite C. Per antiche gelosie tra Centauri di razza ciellina, cercava pi� che altro di far la guerra ad un suo ex collega diventato uomo, provando a torcergli contro certe azioni di bonifica che questi aveva iniziato nella sua regione e che, in altre zone del pianeta Terra, la semidea si guardava bene dall'andare ad indagare.

C'era stato anche un tentativo di rivolta contro il grande Padre, ma quando questi se ne accorse, lanci� alto il suo "Non ci sto!" e scaravent� il capo degli insorti nelle oscure viscere della Terra a battere il ferro, azzoppandolo pure e mettendolo in condicio di non pi� comunicare.

Mentre sullOlimpo la vita scorreva cos� beatamente, sulla Terra gli uomini erano alle prese con i problemi quotidiani della Giustizia che non faceva giustizia, dellla criminalit� sempre pi� padrona del territorio, della mancanza di parcheggi e metropolitane, della disoccupazione galoppante, delle tasse che falcidiavano uomini e imprese, del sottosviluppo tecnologico e dell'ignoranza dilagante.

Che fine hanno fatto, ci potremmo chiedere, questi Dei?

Beh, ci fu una fase di transizione, con i Romani che formalmente li tennero in vita, relegandoli per� ad un ruolo pi� letterario che effettivo nella loro vita quotidiana. Poi ci fu un evento imprevisto (per la verit� previsto da certi visionari di un piccolo popolo irrequieto), venne fuori un Tizio che si invent� dal nulla una nuova religione, e nel volgere di qualche tempo, questa spazz� via l'Olimpo con tutti i suoi occupanti.

La Storia non dice se questo Tizio pass� prima per la Bicamerale.

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